Milano, 29 settembre 2023 – Il mercato immobiliare italiano ha chiuso un ciclo durato vent’anni:
oggi il livello dei prezzi e delle compravendite è tornato ai valori dei primi anni 2000,
chiudendo un cerchio che era iniziato intorno al 2004. Si è passati da un boom di quasi dieci anni
che ha visto aumenti dei prezzi che hanno superato il 30%, ad una brusca discesa nel 2012 causata dalla bolla subprime, per concludersi con una ripresa post-pandemia che ci fa arrivare ai giorni nostri. E adesso cosa ci aspetta?
Quello che è certo è che ci troviamo di fronte un mercato molto più volatile e reattivo rispetto al passato, che è fortemente condizionato da alcuni fattori esterni, in primis dalla politica monetaria, e che presenta un patrimonio immobiliare piuttosto vetusto, soprattutto da un punto di vista energetico.
Dunque la principale sfida per il settore è proprio quella di rinnovarsi, elevando la qualità e l’efficienza degli edifici, per posizionarsi in linea con i dettami europei e, soprattutto, per non perdere valore agli occhi degli investitori.
Scarica qui il comunicato stampa integrale
Milano, 29 settembre 2023 – Il mercato immobiliare italiano ha chiuso un ciclo durato vent’anni:
oggi il livello dei prezzi e delle compravendite è tornato ai valori dei primi anni 2000,
chiudendo un cerchio che era iniziato intorno al 2004. Si è passati da un boom di quasi dieci anni
che ha visto aumenti dei prezzi che hanno superato il 30%, ad una brusca discesa nel 2012 causata dalla bolla subprime, per concludersi con una ripresa post-pandemia che ci fa arrivare ai giorni nostri. E adesso cosa ci aspetta?
Quello che è certo è che ci troviamo di fronte un mercato molto più volatile e reattivo rispetto al passato, che è fortemente condizionato da alcuni fattori esterni, in primis dalla politica monetaria, e che presenta un patrimonio immobiliare piuttosto vetusto, soprattutto da un punto di vista energetico.
Dunque la principale sfida per il settore è proprio quella di rinnovarsi, elevando la qualità e l’efficienza degli edifici, per posizionarsi in linea con i dettami europei e, soprattutto, per non perdere valore agli occhi degli investitori.
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