Secondo indiscrezioni diffuse dal quotidiano Milano Finanza, le ipotesi di un intervento legislativo da parte del governo in favore dei debitori insolventi potrebbero drasticamente la loro portata e limitarsi alla richiesta di un codice deontologico per gli special servicer e di una serie di informazioni aggiuntive.
L’idea di introdurre dei meccanismi di sostegno ai debitori insolventi per favorirne il ritorno in bonis è stata declinata nel corso degli ultimi anni attraverso diversi progetti di legge a partire da quello illustrato a questo giornale dal senatore Urso nel 2019.
Le reazioni dell’industria sono da sempre state fortemente negative e in passato ci sono state pronunce fortemente critiche anche da parte delle autorità di vigilanza come testimoniato dalla Memoria della Banca d’Italia, del 18 marzo 2020, aggiornata al 30 settembre 2020 che in merito al disegno di legge n. 788 che dichiara espressamente:
“In sintesi, si ritiene che la proposta debba essere valutata con molta attenzione. Da un lato, essa rischia di compromettere seriamente il funzionamento del mercato secondario dei crediti deteriorati, che negli ultimi anni ha rappresentato il principale canale con il quale le banche hanno ridotto il peso di questi crediti nei loro bilanci. Dall’altro, la proposta – come tutte quelle equiparabili a una sorta di “condono” o “sanatoria” – può creare incentivi non corretti per i debitori (inducendoli ex ante a non onorare i propri debiti) e avere ricadute negative sull’attrattività del nostro Paese; ciò è soprattutto vero nella misura in cui essa si applica a tutti i prenditori inadempienti, senza distinguere quelli realmente indigenti”
Credit Village è intervenuta nel dibattito con una proposta formulata dal proprio direttore editoriale volta a introdurre anche nel nostro ordinamento giuridico una disciplina afferente il fallimento personale, in linea con quelle esistenti in altri paesi come USA e Regno Unito.
La maggioranza degli osservatori è concorde nel ritenere che la portata iniziale del provvedimento verrà ridimensionata in modo significativo e, le indiscrezioni circolate in merito ad un focus sulla regolamentazione degli special servicer costituirebbero una svolta coerente con il quadro normativo delineato dalla direttiva NPL che entrerà in vigore nei paesi membri entro la fine di quest’anno.
Secondo indiscrezioni diffuse dal quotidiano Milano Finanza, le ipotesi di un intervento legislativo da parte del governo in favore dei debitori insolventi potrebbero drasticamente la loro portata e limitarsi alla richiesta di un codice deontologico per gli special servicer e di una serie di informazioni aggiuntive.
L’idea di introdurre dei meccanismi di sostegno ai debitori insolventi per favorirne il ritorno in bonis è stata declinata nel corso degli ultimi anni attraverso diversi progetti di legge a partire da quello illustrato a questo giornale dal senatore Urso nel 2019.
Le reazioni dell’industria sono da sempre state fortemente negative e in passato ci sono state pronunce fortemente critiche anche da parte delle autorità di vigilanza come testimoniato dalla Memoria della Banca d’Italia, del 18 marzo 2020, aggiornata al 30 settembre 2020 che in merito al disegno di legge n. 788 che dichiara espressamente:
“In sintesi, si ritiene che la proposta debba essere valutata con molta attenzione. Da un lato, essa rischia di compromettere seriamente il funzionamento del mercato secondario dei crediti deteriorati, che negli ultimi anni ha rappresentato il principale canale con il quale le banche hanno ridotto il peso di questi crediti nei loro bilanci. Dall’altro, la proposta – come tutte quelle equiparabili a una sorta di “condono” o “sanatoria” – può creare incentivi non corretti per i debitori (inducendoli ex ante a non onorare i propri debiti) e avere ricadute negative sull’attrattività del nostro Paese; ciò è soprattutto vero nella misura in cui essa si applica a tutti i prenditori inadempienti, senza distinguere quelli realmente indigenti”
Credit Village è intervenuta nel dibattito con una proposta formulata dal proprio direttore editoriale volta a introdurre anche nel nostro ordinamento giuridico una disciplina afferente il fallimento personale, in linea con quelle esistenti in altri paesi come USA e Regno Unito.
La maggioranza degli osservatori è concorde nel ritenere che la portata iniziale del provvedimento verrà ridimensionata in modo significativo e, le indiscrezioni circolate in merito ad un focus sulla regolamentazione degli special servicer costituirebbero una svolta coerente con il quadro normativo delineato dalla direttiva NPL che entrerà in vigore nei paesi membri entro la fine di quest’anno.