L’euro digitale sta per diventare realtà? Pare di sì. Ad ottobre la BCE presenterà i risultati della fase istruttoria, che si avvia alla conclusione, e il Consiglio direttivo dell’istituto di Francoforte potrà decidere se dar vita alla fase successiva del progetto. Lo ha dichiarato Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della Banca Centrale Europea, in un discorso presso il Parlamento Europeo a Bruxelles, spiegando che la decisione di emettere l’euro digitale non è attualmente in discussione presso il Consiglio direttivo, ma verrà discussa solo dopo l’approvazione del quadro legislativo. “Se si deciderà di passare alla fase successiva, la BCE e le banche centrali nazionali dell’area euro continueranno a esaminare le funzionalità dell’euro digitale e a sperimentare e sviluppare soluzioni tecniche e commerciali per essere pronti ad emettere la nuova moneta, se e quando sarà deciso” ha affermato Panetta, secondo cui “l’euro digitale renderà la nostra moneta adeguata all’era digitale” e “consentirà anche in futuro ai cittadini europei di scegliere se effettuare i propri pagamenti con forme private o pubbliche della moneta unica”.
Quello dell’euro digitale è un viaggio iniziato ad ottobre 2020, nel pieno della pandemia da Covid-19, quando i pagamenti digitali hanno avuto un accelerazione ancora più repentina. Ad esempio in Italia, paese da sempre più restio alla moneta elettronica, secondo gli ultimi dati del 12° Rapporto realizzato da Abi Lab, i clienti attivi su Mobile Banking nel 2022 sono cresciuti del 13,1% con un aumento del 25% del volume di operazioni su Mobile Banking, tra cui bonifici e giroconti che hanno registrato un +31,8%.
I progressi dell’euro digitale in questi tre anni sono stati numerosi, e il progetto è ambizioso e prosegue il percorso tracciato da coloro che hanno disegnato la moneta unica, credendo che l’unione monetaria sarebbe stata completa soltanto con l’introduzione di una forma di moneta tangibile, emessa dalla banca centrale”. Tra un mese ci sarà l’occasione per scegliere come procedere; l’obiettivo, dopo aver ascoltato tutti gli attori di mercato, è quello di avere un quadro regolamentare e legislativo tale da rendere inattaccabile il progetto.
Panetta, che dal prossimo novembre sarà a capo di Bankitalia, si è speso a favore del progetto ed ha aggiunto: “Personalmente ritengo che l’Europa non possa esimersi dall’essere ambiziosa, senza esitazioni, nello sviluppo di uno strumento che serva l’interesse pubblico e contribuisca a portare l’Europa e l’euro nell’era digitale. La nuova moneta ci offrirebbe un mezzo di pagamento digitale che ci unirebbe come il contante, poiché come il contante sarebbe utilizzabile ovunque e da chiunque nell’area dell’euro. Essa rafforzerebbe la nostra economia e la nostra autonomia perché sarebbe basata su un’infrastruttura europea, riducendo la dipendenza da un ristretto gruppo di fornitori non europei”.
Lo status di moneta con corso legale è imprescindibile per permettere ai cittadini l’accesso all’euro digitale tramite la propria banca, senza bisogno di rivolgersi a un altro intermediario, e la possibilità di utilizzarlo per i propri pagamenti. Infine, la bozza di legge della Commissione europea prevede che l’euro digitale sia “in grado di garantire maggiore privacy e protezione dei dati pur riducendo al minimo i rischi legati al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo”. E prevede che i consumatori possano usare i servizi in forma gratuita mentre le imprese saranno ricompensate come avviene per gli attuali mezzi di pagamento digitali privati, che si tratti di banche o di commercianti.
L’euro digitale sta per diventare realtà? Pare di sì. Ad ottobre la BCE presenterà i risultati della fase istruttoria, che si avvia alla conclusione, e il Consiglio direttivo dell’istituto di Francoforte potrà decidere se dar vita alla fase successiva del progetto. Lo ha dichiarato Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della Banca Centrale Europea, in un discorso presso il Parlamento Europeo a Bruxelles, spiegando che la decisione di emettere l’euro digitale non è attualmente in discussione presso il Consiglio direttivo, ma verrà discussa solo dopo l’approvazione del quadro legislativo. “Se si deciderà di passare alla fase successiva, la BCE e le banche centrali nazionali dell’area euro continueranno a esaminare le funzionalità dell’euro digitale e a sperimentare e sviluppare soluzioni tecniche e commerciali per essere pronti ad emettere la nuova moneta, se e quando sarà deciso” ha affermato Panetta, secondo cui “l’euro digitale renderà la nostra moneta adeguata all’era digitale” e “consentirà anche in futuro ai cittadini europei di scegliere se effettuare i propri pagamenti con forme private o pubbliche della moneta unica”.
Quello dell’euro digitale è un viaggio iniziato ad ottobre 2020, nel pieno della pandemia da Covid-19, quando i pagamenti digitali hanno avuto un accelerazione ancora più repentina. Ad esempio in Italia, paese da sempre più restio alla moneta elettronica, secondo gli ultimi dati del 12° Rapporto realizzato da Abi Lab, i clienti attivi su Mobile Banking nel 2022 sono cresciuti del 13,1% con un aumento del 25% del volume di operazioni su Mobile Banking, tra cui bonifici e giroconti che hanno registrato un +31,8%.
I progressi dell’euro digitale in questi tre anni sono stati numerosi, e il progetto è ambizioso e prosegue il percorso tracciato da coloro che hanno disegnato la moneta unica, credendo che l’unione monetaria sarebbe stata completa soltanto con l’introduzione di una forma di moneta tangibile, emessa dalla banca centrale”. Tra un mese ci sarà l’occasione per scegliere come procedere; l’obiettivo, dopo aver ascoltato tutti gli attori di mercato, è quello di avere un quadro regolamentare e legislativo tale da rendere inattaccabile il progetto.
Panetta, che dal prossimo novembre sarà a capo di Bankitalia, si è speso a favore del progetto ed ha aggiunto: “Personalmente ritengo che l’Europa non possa esimersi dall’essere ambiziosa, senza esitazioni, nello sviluppo di uno strumento che serva l’interesse pubblico e contribuisca a portare l’Europa e l’euro nell’era digitale. La nuova moneta ci offrirebbe un mezzo di pagamento digitale che ci unirebbe come il contante, poiché come il contante sarebbe utilizzabile ovunque e da chiunque nell’area dell’euro. Essa rafforzerebbe la nostra economia e la nostra autonomia perché sarebbe basata su un’infrastruttura europea, riducendo la dipendenza da un ristretto gruppo di fornitori non europei”.
Lo status di moneta con corso legale è imprescindibile per permettere ai cittadini l’accesso all’euro digitale tramite la propria banca, senza bisogno di rivolgersi a un altro intermediario, e la possibilità di utilizzarlo per i propri pagamenti. Infine, la bozza di legge della Commissione europea prevede che l’euro digitale sia “in grado di garantire maggiore privacy e protezione dei dati pur riducendo al minimo i rischi legati al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo”. E prevede che i consumatori possano usare i servizi in forma gratuita mentre le imprese saranno ricompensate come avviene per gli attuali mezzi di pagamento digitali privati, che si tratti di banche o di commercianti.