Negli ultimi tre anni i risparmi delle famiglie e i depositi delle imprese sono cresciuti, al netto di un leggero calo nell’ultimo trimestre. La disoccupazione è inferiore rispetto all’inizio della pandemia, mentre l’aspettativa di crescita del PIL sembrerebbe essere confermata al 3,9% nonostante gli scenari macroeconomici di riferimento facciano presagire una tendenza negativa per il 2023. Ma, come ci racconta Massimiliano Pizzi, Sales Director Banking & Investors di Si Collection S.p.A. “Nel corso del 2023, è ragionevole attendersi che l’elevata inflazione, l’aumento dei tassi e gli ingenti costi dell’energia potranno essere un freno per la crescita economica italiana. Inoltre, a causa delle incognite derivanti da un contesto geopolitico incerto e con il termine della lunga serie di aiuti stanziati dal Governo italiano durante il periodo pandemico, i crediti deteriorati generati da famiglie e soprattutto dalle imprese italiane torneranno ad aumentare. Per contro, gli aiuti emanati dall’Unione Europea destinati all’Italia nel contesto del PNRR, dovrebbero mitigare parzialmente e influire positivamente sui risultati macroeconomici.
Quali sono, dunque, le Sue previsioni per il 2023 sul mercato NPL?
Nel complesso, è lecito aspettarsi impatti moderati sulla nostra economia: il mercato NPL negli ultimi anni si è strutturato non solo per gestire un aumento dei volumi ma è anche maturato nelle politiche di gestione da parte di Banche, Investitori e degli Operatori specializzati a emergenze simili. Si ritiene, infatti, che il mercato italiano dovrebbe essere in grado di gestire comodamente i volumi di NPL attesi. Per una migliore gestione di attività massive, personalmente penso che sarà sempre più importante introdurre l’utilizzo di strumenti innovativi quali l’intelligenza artificiale, gli algoritmi, lo “scoring” e le nuove tecnologie (robot) che consentono di comprimere in maniera importante i costi e di massimizzare i risultati.
Cosa comporterà questo trend di crescita degli NPL?
Secondo Banca d’Italia, il rallentamento delle nuove emissioni di crediti in sofferenza registrato durante il 2022 dovrebbe modificare la propria tendenza nel corso del 2023, con volumi simili a quelli registrati nel 2020/2021, grazie alle politiche realizzate sui tassi di interesse delle banche centrali e al rinnovo dei programmi governativi di protezione degli asset (GACS). Questo trend di crescita degli NPL è un segnale che conferma l’esigenza di inserire all’interno del mercato italiano nuovi strumenti per facilitare la ristrutturazione dei crediti e, più in generale, di inserire nuovi dispositivi che garantiscano alle imprese maggior liquidità in caso di oggettiva difficoltà.
Quali settori registrano una maggiore sofferenza?
Grazie al “SuperBonus”, strumento adottato dal Governo italiano per rilanciare l’economia, il comparto dell’edilizia ha fatto registrare tassi di deterioramento inferiori rispetto al periodo pre-pandemia, mentre le microimprese registrano maggiori volumi di crediti in default. A seguito degli scenari sopra descritti, Si Collection ha dedicato molta attenzione al comparto Energy che ha già fatto registrare tassi di deterioramento superiori nel 2022 rispetto al periodo pre-pandemia.
Secondo quali strategie?
La strategia, individuata insieme ai nostri Clienti, ha posto come obiettivo principale la riduzione degli stock di portafogli crediti non performing e, contestualmente, la prevenzione di eventuali nuovi accumuli andando ad aggredire i crediti incagliati sin dai primi giorni di scaduto.
Come si muove l’Unione europea per cercare di creare maggiore competitività e trasparenza nelle operazioni di dismissione dei portafogli?
Prima di tutto, attraverso la Direttiva 2167/2021 del novembre 2021 che prevede, entro il 29 dicembre 2023, l’adozione da parte di tutti gli stati membri delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie a consentire l’operatività tra i vari Paesi da parte di Investitori e Special Servicer. Poi, attraverso le Linee Guida per organizzare un processo di vendita ottimale di portafogli crediti non performing a livello Europeo. E, infine, con il Final Report dell’EBA, che definisce il tracciato utilizzabile da parte degli originator locali per la trasmissione di dati e informazioni nelle operazioni di cessione dei portafogli.
Quali sono le Sue attese in questo senso?
Personalmente, auspico l’introduzione di un Mercato NPL europeo, con chiare regole comuni, che normi dalla fase di acquisto alla gestione degli NPL, fino a un’eventuale e ulteriore cessione. Tutto ciò consentirebbe la creazione di un sistema finanziario integrato tra gli stati membri in grado di poter gestire e soprattutto smaltire eventuali ondate straordinarie di NPL. Nei prossimi mesi i principali attori della Credit Industry italiana inizieranno a confrontarsi sulle eventuali criticità e sulle nuove opportunità che si genereranno all’interno del nuovo scenario europeo.
ARTICOLO PUBBLIREDAZIONALE
Negli ultimi tre anni i risparmi delle famiglie e i depositi delle imprese sono cresciuti, al netto di un leggero calo nell’ultimo trimestre. La disoccupazione è inferiore rispetto all’inizio della pandemia, mentre l’aspettativa di crescita del PIL sembrerebbe essere confermata al 3,9% nonostante gli scenari macroeconomici di riferimento facciano presagire una tendenza negativa per il 2023. Ma, come ci racconta Massimiliano Pizzi, Sales Director Banking & Investors di Si Collection S.p.A. “Nel corso del 2023, è ragionevole attendersi che l’elevata inflazione, l’aumento dei tassi e gli ingenti costi dell’energia potranno essere un freno per la crescita economica italiana. Inoltre, a causa delle incognite derivanti da un contesto geopolitico incerto e con il termine della lunga serie di aiuti stanziati dal Governo italiano durante il periodo pandemico, i crediti deteriorati generati da famiglie e soprattutto dalle imprese italiane torneranno ad aumentare. Per contro, gli aiuti emanati dall’Unione Europea destinati all’Italia nel contesto del PNRR, dovrebbero mitigare parzialmente e influire positivamente sui risultati macroeconomici.
Quali sono, dunque, le Sue previsioni per il 2023 sul mercato NPL?
Nel complesso, è lecito aspettarsi impatti moderati sulla nostra economia: il mercato NPL negli ultimi anni si è strutturato non solo per gestire un aumento dei volumi ma è anche maturato nelle politiche di gestione da parte di Banche, Investitori e degli Operatori specializzati a emergenze simili. Si ritiene, infatti, che il mercato italiano dovrebbe essere in grado di gestire comodamente i volumi di NPL attesi. Per una migliore gestione di attività massive, personalmente penso che sarà sempre più importante introdurre l’utilizzo di strumenti innovativi quali l’intelligenza artificiale, gli algoritmi, lo “scoring” e le nuove tecnologie (robot) che consentono di comprimere in maniera importante i costi e di massimizzare i risultati.
Cosa comporterà questo trend di crescita degli NPL?
Secondo Banca d’Italia, il rallentamento delle nuove emissioni di crediti in sofferenza registrato durante il 2022 dovrebbe modificare la propria tendenza nel corso del 2023, con volumi simili a quelli registrati nel 2020/2021, grazie alle politiche realizzate sui tassi di interesse delle banche centrali e al rinnovo dei programmi governativi di protezione degli asset (GACS). Questo trend di crescita degli NPL è un segnale che conferma l’esigenza di inserire all’interno del mercato italiano nuovi strumenti per facilitare la ristrutturazione dei crediti e, più in generale, di inserire nuovi dispositivi che garantiscano alle imprese maggior liquidità in caso di oggettiva difficoltà.
Quali settori registrano una maggiore sofferenza?
Grazie al “SuperBonus”, strumento adottato dal Governo italiano per rilanciare l’economia, il comparto dell’edilizia ha fatto registrare tassi di deterioramento inferiori rispetto al periodo pre-pandemia, mentre le microimprese registrano maggiori volumi di crediti in default. A seguito degli scenari sopra descritti, Si Collection ha dedicato molta attenzione al comparto Energy che ha già fatto registrare tassi di deterioramento superiori nel 2022 rispetto al periodo pre-pandemia.
Secondo quali strategie?
La strategia, individuata insieme ai nostri Clienti, ha posto come obiettivo principale la riduzione degli stock di portafogli crediti non performing e, contestualmente, la prevenzione di eventuali nuovi accumuli andando ad aggredire i crediti incagliati sin dai primi giorni di scaduto.
Come si muove l’Unione europea per cercare di creare maggiore competitività e trasparenza nelle operazioni di dismissione dei portafogli?
Prima di tutto, attraverso la Direttiva 2167/2021 del novembre 2021 che prevede, entro il 29 dicembre 2023, l’adozione da parte di tutti gli stati membri delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie a consentire l’operatività tra i vari Paesi da parte di Investitori e Special Servicer. Poi, attraverso le Linee Guida per organizzare un processo di vendita ottimale di portafogli crediti non performing a livello Europeo. E, infine, con il Final Report dell’EBA, che definisce il tracciato utilizzabile da parte degli originator locali per la trasmissione di dati e informazioni nelle operazioni di cessione dei portafogli.
Quali sono le Sue attese in questo senso?
Personalmente, auspico l’introduzione di un Mercato NPL europeo, con chiare regole comuni, che normi dalla fase di acquisto alla gestione degli NPL, fino a un’eventuale e ulteriore cessione. Tutto ciò consentirebbe la creazione di un sistema finanziario integrato tra gli stati membri in grado di poter gestire e soprattutto smaltire eventuali ondate straordinarie di NPL. Nei prossimi mesi i principali attori della Credit Industry italiana inizieranno a confrontarsi sulle eventuali criticità e sulle nuove opportunità che si genereranno all’interno del nuovo scenario europeo.
ARTICOLO PUBBLIREDAZIONALE