CRIBIS Credit Management ha pubblicato la quinta edizione dell’ Osservatorio NPE che si pone l’obiettivo di fornire una visione complessiva e aggiornata sul mercato dei crediti deteriorati.
Il report è stato presentato nel corso del 9° CV Springday tenutosi a palazzo mezzanotte, storica sede della borsa di Milano, lo scorso 30 marzo 2023.
Secondo le analisi di Cribis il 2022 ha registrato un’inversione di tendenza del rischio di credito con quattro trimestri consecutivi di incremento. Considerando il quadro macroeconomico incerto si prevede un 2023 caratterizzato da un trend che continuerà a crescere per quanto riguarda i tassi di default bancari.
Con riferimento all’analisi degli stock NPE (Non Performing Exposure) il 2022 ha confermato il graduale passaggio di attenzione del mercato dalle sofferenze ai crediti classificati in UTP (Unlikely To Pay o inadempienze probabili) e Stage 2 (crediti performing che manifestano un incremento significativo del rischio di credito).
Per analizzare le dinamiche dello Stock NPE si conferma l’analisi in partnership con Credit Village focalizzata sull’andamento delle cessioni dei crediti. A fine 2022 sono state effettuate operazioni per circa 34 miliardi di euro, di cui l’83% collegate a portafogli NPL e solo 17% a UTP. Si tratta del valore più basso degli ultimi 6 anni. Inoltre, con riferimento alla tipologia di mercato, per la prima volta si è registrato un numero di operazioni maggiori sul mercato secondario rispetto al primario (51,4% delle transazioni rappresentanti il 20% del gross book value ceduto nell’anno). Anche questo rappresenta un importante turnaround che segna una probabile nuova traccia per gli anni futuri.
“L’incremento dei tassi e del conseguente costo del funding, unito agli effetti negativi dell’inflazione sull’intero sistema economico, spingono investitori e debt buyer ad urgenti interventi di revisione cautelativa nei modelli di valutazione e di pricing dei portafogli NPE. Da giugno 2022, in concomitanza con la decisione sul rialzo dei tassi da parte della BCE, rileviamo una progressiva contrazione delle operazioni di cessione, soprattutto sul mercato primario. Il 2023 sarà quindi un ulteriore banco di prova per l’intera credit industry che dopo lo shock pandemico, superato positivamente, dovrà dimostrare tutto il suo grado di resilienza e maturità nell’affrontare i nuovi scenari. Una cosa è certa: sarà sempre più complicato trovate il matching sui prezzi di cessione, influenzati dalle maggiori aspettative in termini di IRR da parte degli investitori” aggiunge Roberto Sergio, Direttore Scientifico dell’Osservatorio Nazionale NPE di Credit Village.
“Lo scenario di instabilità socio-economica globale e i fenomeni legati all’inflazione e all’incremento dei tassi di interesse impongono ai player finanziari di mantenere alta l’attenzione sul fronte dei crediti deteriorati e del loro monitoraggio per essere pronti ad affrontare tempestivamente eventuali novità future” commenta Andrea Capellini, Analytics Manager di CRIBIS Credit Management.
CRIBIS Credit Management ha pubblicato la quinta edizione dell’ Osservatorio NPE che si pone l’obiettivo di fornire una visione complessiva e aggiornata sul mercato dei crediti deteriorati.
Il report è stato presentato nel corso del 9° CV Springday tenutosi a palazzo mezzanotte, storica sede della borsa di Milano, lo scorso 30 marzo 2023.
Secondo le analisi di Cribis il 2022 ha registrato un’inversione di tendenza del rischio di credito con quattro trimestri consecutivi di incremento. Considerando il quadro macroeconomico incerto si prevede un 2023 caratterizzato da un trend che continuerà a crescere per quanto riguarda i tassi di default bancari.
Con riferimento all’analisi degli stock NPE (Non Performing Exposure) il 2022 ha confermato il graduale passaggio di attenzione del mercato dalle sofferenze ai crediti classificati in UTP (Unlikely To Pay o inadempienze probabili) e Stage 2 (crediti performing che manifestano un incremento significativo del rischio di credito).
Per analizzare le dinamiche dello Stock NPE si conferma l’analisi in partnership con Credit Village focalizzata sull’andamento delle cessioni dei crediti. A fine 2022 sono state effettuate operazioni per circa 34 miliardi di euro, di cui l’83% collegate a portafogli NPL e solo 17% a UTP. Si tratta del valore più basso degli ultimi 6 anni. Inoltre, con riferimento alla tipologia di mercato, per la prima volta si è registrato un numero di operazioni maggiori sul mercato secondario rispetto al primario (51,4% delle transazioni rappresentanti il 20% del gross book value ceduto nell’anno). Anche questo rappresenta un importante turnaround che segna una probabile nuova traccia per gli anni futuri.
“L’incremento dei tassi e del conseguente costo del funding, unito agli effetti negativi dell’inflazione sull’intero sistema economico, spingono investitori e debt buyer ad urgenti interventi di revisione cautelativa nei modelli di valutazione e di pricing dei portafogli NPE. Da giugno 2022, in concomitanza con la decisione sul rialzo dei tassi da parte della BCE, rileviamo una progressiva contrazione delle operazioni di cessione, soprattutto sul mercato primario. Il 2023 sarà quindi un ulteriore banco di prova per l’intera credit industry che dopo lo shock pandemico, superato positivamente, dovrà dimostrare tutto il suo grado di resilienza e maturità nell’affrontare i nuovi scenari. Una cosa è certa: sarà sempre più complicato trovate il matching sui prezzi di cessione, influenzati dalle maggiori aspettative in termini di IRR da parte degli investitori” aggiunge Roberto Sergio, Direttore Scientifico dell’Osservatorio Nazionale NPE di Credit Village.
“Lo scenario di instabilità socio-economica globale e i fenomeni legati all’inflazione e all’incremento dei tassi di interesse impongono ai player finanziari di mantenere alta l’attenzione sul fronte dei crediti deteriorati e del loro monitoraggio per essere pronti ad affrontare tempestivamente eventuali novità future” commenta Andrea Capellini, Analytics Manager di CRIBIS Credit Management.