Dalla Redazione Real Estate

Verso un mercato unico immobiliare. Intervista a Renato Ciccarelli, CEO di Abilio.

Quali sono le migliori strategie da mettere in campo nella gestione e vendita di asset immobiliari per contrastare gli effetti negativi dell’inflazione e dell’aumento dei tassi? 

R.C. Dato che inflazione ed aumento dei tassi sono riflessioni macroeconomiche in cui anche gli economisti più quotati a volte prendono degli abbagli, mi concentrerei su cosa sia possibile fare per migliorare le performance del settore real estate e nello specifico dell’intermediazione. A mio avviso la parola che riassume tutto ciò che è necessario fare è SEMPLIFICARE. Per noi di Abilio significa creare un mercato unico immobiliare in cui non è importante l’origine dell’asset ma l’interesse generato dal soggetto specializzato. Per noi il mercato unico immobiliare comprende quello giudiziario, per un valore di circa 7 mld/anno, e di vendite a libero mercato, 118 mld/anno.

Per il settore giudiziario è evidente come la trasparenza e la semplificazione possano portare valore aggiunto riducendo il gap del 30% nei confronti del libero mercato, ma anche nel libero mercato possono essere fatti passi da gigante dato che solo il 40% è transato da intermediari immobiliari e gran parte del patrimonio viene transato direttamente, per non parlare poi di come l’offerta sul libero mercato da parte degli operatori sia fin troppo frammentata tra portali di visibilità, agenzie immobiliari, franchising…

Avere la possibilità quindi di semplificare tutto il percorso concentrando su un unico soggetto: visibilità, intermediazione e presenza sul territorio, sarà la giusta e necessaria soluzione.

Quali sono le tipologie di immobili che potranno maggiormente soffrire perdite di valore? 

R.C. Io non credo che nei prossimi mesi ci sarà perdita di valore nell’immobiliare, perché il settore ha già perso molto del valore che aveva negli ultimi anni. A mio modo di vedere l’aumento della liquidità e la propensione di investire in qualcosa di più sicuro potrebbe stabilizzare, se non addirittura far aumentare, il valore potenziale degli immobili. Che poi questo si traduca in maggiori transazioni non è detto, dipenderà da quanto il mercato si semplificherà e da quanto influiranno i fattori macroeconomici.

Non individuerei un asset class specifica, la mia visione è che se l’Italia industrialmente è in crescita rispetto al ’22, come sembra, allora tutti gli immobili industriali o commerciali, ad esempio, dovrebbero acquisire appeal sul mercato se gli effetti macroeconomici non saranno, appunto, devastanti.

A mio avviso il fatto che il valore degli immobili si sia ridotto negli ultimi anni, il fatto che ci sia più liquidità e la permanenza della percezione dell’immobile come bene rifugio farà dimenticare che i tassi sono momentaneamente aumentai e quindi se dovessi scommettere… scommetterei sull’aumento delle transazioni!

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