Giovanni Sabatini direttor generale dell’ABI ha espresso la preoccupazione dell’associazione in merito al possibile peggioramento della qualità del credito a causa del deterioramento della congiuntura economica.
La richiesta per il governo è quella di estendere le garanzie per le imprese italiane, non solo per nuovi finanziamenti ma anche per ristrutturazioni, poiché c’è un problema di sostenibilità del debito oltre a quello di liquidità. L’obiettivo è evitare una crisi delle imprese che potrebbe causare nuovi crediti inesigibili e sofferenze per le banche. Il sistema creditizio italiano è più solido rispetto al passato e sta tornando alla redditività. Tuttavia, ci sono ancora potenziali sofferenze e svalutazioni.
Sabatini ha evidenziato nel proprio discorso come il sistema creditizio italiano sia più solido rispetto al passato e come “Dopo dieci anni di risultati fortemente compressi anche dalla dinamica di tassi prossimi allo zero, osserviamo oggi un progressivo ritorno alla redditività” con una stima del 9% per il 2022 dopo il 7,4% del 2021. A questi fattori positivi va però anche aggiunto che “dall’incremento dei tassi di interesse è atteso anche un impatto negativo diretto sui bilanci bancari per effetto della riduzione del valore del portafoglio dei titoli contabilizzati al prezzo di mercato, in particolare dei titoli di Stato”.
Le criticità principali sussistono tuttavia sul versante dei crediti deteriorati dove, nonostante una riduzione a Novembre 2022 delle sofferenze nette del 2,1% sul mese precedente e del 7,4% sull’anno precedente, le prospettive di un rallentamento dell’economia potrebbe causare nuovi flussi significativi di crediti deteriorati. In particolare ha evidenziato come i crediti in stage 2, che costituiscono la componente più a rischio dei crediti in bonis costituisca ormai il 13% dello stock.
Da ultimo il dg si è soffermato sulle normative europee riguardo al calendar provisioning spiegando che questa impostazione prevede la “svalutazione dei crediti deteriorati allo scorrere del tempo senza legarlo all’effettiva possibilità di recuperarlo rappresenta un vincolo forte” producendo un incentivo a cedere a soggetti terzi non finanziari i crediti in difficoltà interrompendo il rapporto con il cliente di supporto nelle fasi più negative.
Il messaggio dell’ABI si conclude con la richiesta di prevedere delle forme di incentivo per canalizzare l’ingente risparmio delle famiglie verso impieghi che possano supportare l’economia reale
Giovanni Sabatini direttor generale dell’ABI ha espresso la preoccupazione dell’associazione in merito al possibile peggioramento della qualità del credito a causa del deterioramento della congiuntura economica.
La richiesta per il governo è quella di estendere le garanzie per le imprese italiane, non solo per nuovi finanziamenti ma anche per ristrutturazioni, poiché c’è un problema di sostenibilità del debito oltre a quello di liquidità. L’obiettivo è evitare una crisi delle imprese che potrebbe causare nuovi crediti inesigibili e sofferenze per le banche. Il sistema creditizio italiano è più solido rispetto al passato e sta tornando alla redditività. Tuttavia, ci sono ancora potenziali sofferenze e svalutazioni.
Sabatini ha evidenziato nel proprio discorso come il sistema creditizio italiano sia più solido rispetto al passato e come “Dopo dieci anni di risultati fortemente compressi anche dalla dinamica di tassi prossimi allo zero, osserviamo oggi un progressivo ritorno alla redditività” con una stima del 9% per il 2022 dopo il 7,4% del 2021. A questi fattori positivi va però anche aggiunto che “dall’incremento dei tassi di interesse è atteso anche un impatto negativo diretto sui bilanci bancari per effetto della riduzione del valore del portafoglio dei titoli contabilizzati al prezzo di mercato, in particolare dei titoli di Stato”.
Le criticità principali sussistono tuttavia sul versante dei crediti deteriorati dove, nonostante una riduzione a Novembre 2022 delle sofferenze nette del 2,1% sul mese precedente e del 7,4% sull’anno precedente, le prospettive di un rallentamento dell’economia potrebbe causare nuovi flussi significativi di crediti deteriorati. In particolare ha evidenziato come i crediti in stage 2, che costituiscono la componente più a rischio dei crediti in bonis costituisca ormai il 13% dello stock.
Da ultimo il dg si è soffermato sulle normative europee riguardo al calendar provisioning spiegando che questa impostazione prevede la “svalutazione dei crediti deteriorati allo scorrere del tempo senza legarlo all’effettiva possibilità di recuperarlo rappresenta un vincolo forte” producendo un incentivo a cedere a soggetti terzi non finanziari i crediti in difficoltà interrompendo il rapporto con il cliente di supporto nelle fasi più negative.
Il messaggio dell’ABI si conclude con la richiesta di prevedere delle forme di incentivo per canalizzare l’ingente risparmio delle famiglie verso impieghi che possano supportare l’economia reale