I prestiti in sofferenza delle banche italiane a novembre erano pari a 16,3 miliardi, in lieve calo rispetto al mese precedente (-2,1%) e di circa 1,3 miliardi (pari a -7,4%) rispetto ad un anno prima. Negli ultimi mesi, si sottolia da palazzo Altieri, le sofferenze al netto delle svalutazioni, hanno oscillato attorno ai 16 miliardi e anche il rapporto sofferenze nette – impieghi totali ha oscillato attorno allo 0,9% per cui si puo’ considerare raggiunto un pavimento fisiologico per i crediti deteriorati delle banche italiane.
Da verificare poi cosa succedera’ alla qualita’ del credito nei prossimi mesi. Il rallentamento dell’economia e l’aumento dei tassi fanno ritenere a molti previsori, comprese le banche centrali, che ci sara’ una risalita dei deteriorati.
La situazione attuale e’ molto favorevole, ricorda da palazzo Altieri, e anche un’eventuale risalita delle sofferenze non riporterebbe ai livelli massimi toccati negli anni della crisi globale con il ‘picco’ di 88,8 miliardi raggiunto nel novembre del 2015.
Fonte: Borsa Italiana
I prestiti in sofferenza delle banche italiane a novembre erano pari a 16,3 miliardi, in lieve calo rispetto al mese precedente (-2,1%) e di circa 1,3 miliardi (pari a -7,4%) rispetto ad un anno prima. Negli ultimi mesi, si sottolia da palazzo Altieri, le sofferenze al netto delle svalutazioni, hanno oscillato attorno ai 16 miliardi e anche il rapporto sofferenze nette – impieghi totali ha oscillato attorno allo 0,9% per cui si puo’ considerare raggiunto un pavimento fisiologico per i crediti deteriorati delle banche italiane.
Da verificare poi cosa succedera’ alla qualita’ del credito nei prossimi mesi. Il rallentamento dell’economia e l’aumento dei tassi fanno ritenere a molti previsori, comprese le banche centrali, che ci sara’ una risalita dei deteriorati.
La situazione attuale e’ molto favorevole, ricorda da palazzo Altieri, e anche un’eventuale risalita delle sofferenze non riporterebbe ai livelli massimi toccati negli anni della crisi globale con il ‘picco’ di 88,8 miliardi raggiunto nel novembre del 2015.
Fonte: Borsa Italiana