Carlo Messina, Amministratore Delegato di Intesa Sanpaolo, durante la call con gli analisti, che ha seguito la pubblicazione dei risultati dei primi nove mesi del 2022 ha dichiarato di aver portato avanti la “pulizia di bilancio” mediante la quale aveva già aveva già raggiunto lo status di banca zero NPL per ridurre anche le esposizioni verso la Russia.
L’istituto ha “raggiunto un NPL ratio netto all’1%, raggiungendo già l’obiettivo di piano”, con un flusso di crediti deteriorati ai minimi storici e copertura in crescita nel terzo trimestre.
La riduzione dei crediti deteriorati, al lordo delle rettifiche di valore, è pari a circa 3,9 miliardi di euro da fine 2021 e a circa 54 miliardi dal picco di settembre 2015. Lo stock di crediti deteriorati scende, dal dicembre 2021, del 25,5% al lordo delle rettifiche di valore e del 14,8% al netto.
L’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi è pari al 2,4% al lordo delle rettifiche di valore e all’1,3% al netto considerando il dato contabile al 30 settembre, pari rispettivamente al 2,2% e all’ 1,2% pro-forma tenendo conto della riduzione per le ulteriori cessioni previste nel 2022 già oggetto di accantonamento nel quarto trimestre 2021. Il livello di copertura specifica dei crediti deteriorati è al 46,9% a fine settembre 2022, con una copertura specifica della componente costituita dalle sofferenze al 65,8%.
Nonostante lo scenario macroeconomico complesso, Messina ha detto di rimanere “positivo”. “L’economia italiana è più solida della crisi precedente, grazie a fondamenta più solide. Anche se ci sarà una breve recessione, l’Italia recupererà nel 2024″, ha spiegato. “Il debito nazionale è molto più sostenibile, le aziende sono più resilienti e il sistema bancario più solido – ha proseguito in un altro passaggio – Ci aspettiamo un recupero veloce nel 2024, basato su ampio sostegno all’economia da parte del governo italiano e un sostegno finanziario dell’UE”.
Carlo Messina, Amministratore Delegato di Intesa Sanpaolo, durante la call con gli analisti, che ha seguito la pubblicazione dei risultati dei primi nove mesi del 2022 ha dichiarato di aver portato avanti la “pulizia di bilancio” mediante la quale aveva già aveva già raggiunto lo status di banca zero NPL per ridurre anche le esposizioni verso la Russia.
L’istituto ha “raggiunto un NPL ratio netto all’1%, raggiungendo già l’obiettivo di piano”, con un flusso di crediti deteriorati ai minimi storici e copertura in crescita nel terzo trimestre.
La riduzione dei crediti deteriorati, al lordo delle rettifiche di valore, è pari a circa 3,9 miliardi di euro da fine 2021 e a circa 54 miliardi dal picco di settembre 2015. Lo stock di crediti deteriorati scende, dal dicembre 2021, del 25,5% al lordo delle rettifiche di valore e del 14,8% al netto.
L’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi è pari al 2,4% al lordo delle rettifiche di valore e all’1,3% al netto considerando il dato contabile al 30 settembre, pari rispettivamente al 2,2% e all’ 1,2% pro-forma tenendo conto della riduzione per le ulteriori cessioni previste nel 2022 già oggetto di accantonamento nel quarto trimestre 2021. Il livello di copertura specifica dei crediti deteriorati è al 46,9% a fine settembre 2022, con una copertura specifica della componente costituita dalle sofferenze al 65,8%.
Nonostante lo scenario macroeconomico complesso, Messina ha detto di rimanere “positivo”. “L’economia italiana è più solida della crisi precedente, grazie a fondamenta più solide. Anche se ci sarà una breve recessione, l’Italia recupererà nel 2024″, ha spiegato. “Il debito nazionale è molto più sostenibile, le aziende sono più resilienti e il sistema bancario più solido – ha proseguito in un altro passaggio – Ci aspettiamo un recupero veloce nel 2024, basato su ampio sostegno all’economia da parte del governo italiano e un sostegno finanziario dell’UE”.