Durante l’ultima assemblea annuale di UNIREC (Unione Nazionale Imprese a tutela del credito) si sono tenute le elezioni di rinnovo del consiglio direttivo e Credit Village ha intervistato alcuni dei consiglieri (nuovi o riconfermati) per capire quali saranno le sfide che l’associazione si troverà ad affrontare per i prossimi 4 anni e per avere un quadro sulla situazione attuale del settore della gestione del credito.
Abbiamo iniziato con Cristian Bertilaccio, consigliere UNIREC già dal 2018 e oggi Vicepresidente.
Ci racconta qualcosa della sua esperienza personale e professionale che l’ha portato a ricoprire questo ruolo?
Dopo una laurea in Corporate Finance conseguita all’Università Bocconi, ho iniziato il mio percorso lavorativo in consulenza. Una breve esperienza in KPMG cui sono seguiti circa 8 anni in Accenture, lavorando su importanti progetti di trasformazione in Italia e all’estero per grandi gruppi internazionali. Ho maturato successivamente circa 10 anni di esperienza come Direttore Operations in aziende industriali, prima in Elsevier e poi in RCS MediaGroup con una forte focalizzazione sulla gestione del credito.
Nel 2017 inizia il mio percorso in MBCredit Solutions, la società del gruppo Mediobanca attiva nella gestione di portafogli NPL e del credito problematico, e nel 2019 assumo il ruolo di Vice Direttore Generale.
Condividendo l’importanza della partecipazione attiva alla vita associativa di UNIREC, alle elezioni del 2018 ho presentato la mia candidatura e sono stato eletto membro del Consiglio Direttivo.
La prima esperienza da Consigliere, segnata da due anni di gestione straordinaria dell’emergenza pandemica, mi ha spinto a riproporre la candidatura anche per il secondo mandato per consolidare e dare continuità al percorso di crescita dell’Associazione in termini di rilevanza istituzionale e posizionamento strategico. A maggio del 2022 sono stato rieletto Consigliere e, su proposta del Presidente, nominato successivamente Vicepresidente di UNIREC.
Come valuta la situazione attuale del settore del recupero crediti? In particolare, conferma che esiste, sempre più accentuata, una tendenza che vede da una parte una richiesta di livelli sempre più elevati di compliance, di adempimenti normativi, di performance e professionalità, ma dall’altra un continuo ricorso a gare e/o un generale calo dei livelli di compensation?
Il settore della gestione del credito è caratterizzato da forti spinte al cambiamento interne ed esterne strettamente legate al contesto macroeconomico che stiamo vivendo.
La crescente priorità del regolatore sui temi più critici della gestione del credito di banche e istituzioni finanziarie ha fatto crescere l’attenzione non solo sugli indicatori di performance, ma sulle singole modalità operative di gestione di tutte le fasi del processo.
L’adozione di elevati standard di qualità e di compliance, la sicurezza informatica e la protezione del patrimonio informativo, l’implementazione di processi di controllo su più livelli, rappresentano requisiti ormai imprescindibili a cui tutti gli attori della filiera sono chiamati a dare delle risposte.
L’infrastruttura tecnologica, il recepimento del framework normativo e la struttura organizzativa a presidio dei processi per operare in questo contesto, richiedono investimenti rilevanti che non tutte le aziende possono sostenere anche a causa della forte riduzione di marginalità che il settore ha subito negli ultimi anni e che le economie di scala possono solo in parte compensare. Aziende leader nel loro segmento di mercato si trovano fortemente in difficoltà nel rispondere al mutato scenario operativo.
Il divario tra le aziende del settore, già molto frammentato, rischia pertanto di aggravarsi e ne è riprova la composizione della base associativa di UNIREC che riflette già questa dinamica.
Penso che le aziende del settore debbano trovare la propria collocazione all’interno della filiera in base alle loro caratteristiche, capacità produttiva e punti di forza in modo da essere leader nel proprio ambito competitivo. Le nostre diversità rappresentano un valore aggiunto anche per le committenti nell’ottica della creazione di una filiera integrata in cui ogni azienda si concentra sull’attività in cui eccelle.
Oggi, assistiamo, sempre più spesso a gare competitive in cui il prezzo diventa l’unico elemento decisionale e in cui si confrontano aziende molto diverse tra loro con strutture di costo, modelli operativi totalmente differenti e che possono offrire un valore diverso a seconda del contesto in cui vengono messe ad operare.
Il risultato finale vede spesso aziende più strutturate costrette a ribaltare la riduzione di marginalità all’interno della propria catena di fornitura e aziende meno strutturate fortemente in difficoltà ad ottemperare ai crescenti obblighi normativi, di compliance o di data protection. Il tutto con impatto inevitabile sull’efficacia delle lavorazioni in gestione sempre più spesso caratterizzate da grande variabilità di volumi e poche garanzie di continuità del rapporto di fornitura. Credo sia necessaria una riflessione allargata a tutti gli attori del sistema del credito per ridare valore al posizionamento delle aziende all’interno della filiera e permettere di salvaguardare tutte le professionalità rispettandone le diversità.
Come si immagina l’evoluzione della credit collection industry da qui al prossimo futuro?
Come sottolineavo all’inizio, il nostro mercato è in continua evoluzione ed è fortemente influenzato dal contesto macroeconomico. Gli ultimi anni, caratterizzati da una grande variabilità di volumi e da una riduzione significativa di marginalità, hanno messo a dura prova molte aziende del settore. Lo scenario di stagflazione (alta inflazione e bassa crescita) che sembrerebbe concretizzarsi nei prossimi mesi, avrà un impatto importante anche sul nostro settore e, se non ben gestito, potrebbe aggravare la situazione di aziende già in difficoltà.
Credo che i driver per noi per governare il mercato nei prossimi anni saranno sempre più gli investimenti in tecnologia, affiancando ad una logica finalizzata alla ricerca dell’efficienza, una strategia più rivolta agli obiettivi di efficacia; la multicanalità “intelligente” delle piattaforme di phone collection tramite l’utilizzo di algoritmi di AI, la specializzazione delle reti territoriali su prodotti/tipologie di lavorazione; l’industrializzazione data driven delle piattaforme di legal collection.
Saranno richiesti investimenti sempre più importanti per operare nel settore e il nostro mercato rimarrà attrattivo per capitali stranieri. Ritengo, pertanto, che assisteremo ad operazioni di M&A con l’ingresso di altri player internazionali sul mercato italiano. L’auspicio, puntando sui driver sopra citati, è che ci possano poi essere le condizioni per favorire la crescita endogena delle aziende più meritevoli del settore. Creare il contesto e le condizioni per la crescita è una sfida che UNIREC deve certamente affrontare con un ruolo da protagonista.
Durante l’ultima assemblea annuale di UNIREC (Unione Nazionale Imprese a tutela del credito) si sono tenute le elezioni di rinnovo del consiglio direttivo e Credit Village ha intervistato alcuni dei consiglieri (nuovi o riconfermati) per capire quali saranno le sfide che l’associazione si troverà ad affrontare per i prossimi 4 anni e per avere un quadro sulla situazione attuale del settore della gestione del credito.
Abbiamo iniziato con Cristian Bertilaccio, consigliere UNIREC già dal 2018 e oggi Vicepresidente.
Ci racconta qualcosa della sua esperienza personale e professionale che l’ha portato a ricoprire questo ruolo?
Dopo una laurea in Corporate Finance conseguita all’Università Bocconi, ho iniziato il mio percorso lavorativo in consulenza. Una breve esperienza in KPMG cui sono seguiti circa 8 anni in Accenture, lavorando su importanti progetti di trasformazione in Italia e all’estero per grandi gruppi internazionali. Ho maturato successivamente circa 10 anni di esperienza come Direttore Operations in aziende industriali, prima in Elsevier e poi in RCS MediaGroup con una forte focalizzazione sulla gestione del credito.
Nel 2017 inizia il mio percorso in MBCredit Solutions, la società del gruppo Mediobanca attiva nella gestione di portafogli NPL e del credito problematico, e nel 2019 assumo il ruolo di Vice Direttore Generale.
Condividendo l’importanza della partecipazione attiva alla vita associativa di UNIREC, alle elezioni del 2018 ho presentato la mia candidatura e sono stato eletto membro del Consiglio Direttivo.
La prima esperienza da Consigliere, segnata da due anni di gestione straordinaria dell’emergenza pandemica, mi ha spinto a riproporre la candidatura anche per il secondo mandato per consolidare e dare continuità al percorso di crescita dell’Associazione in termini di rilevanza istituzionale e posizionamento strategico. A maggio del 2022 sono stato rieletto Consigliere e, su proposta del Presidente, nominato successivamente Vicepresidente di UNIREC.
Come valuta la situazione attuale del settore del recupero crediti? In particolare, conferma che esiste, sempre più accentuata, una tendenza che vede da una parte una richiesta di livelli sempre più elevati di compliance, di adempimenti normativi, di performance e professionalità, ma dall’altra un continuo ricorso a gare e/o un generale calo dei livelli di compensation?
Il settore della gestione del credito è caratterizzato da forti spinte al cambiamento interne ed esterne strettamente legate al contesto macroeconomico che stiamo vivendo.
La crescente priorità del regolatore sui temi più critici della gestione del credito di banche e istituzioni finanziarie ha fatto crescere l’attenzione non solo sugli indicatori di performance, ma sulle singole modalità operative di gestione di tutte le fasi del processo.
L’adozione di elevati standard di qualità e di compliance, la sicurezza informatica e la protezione del patrimonio informativo, l’implementazione di processi di controllo su più livelli, rappresentano requisiti ormai imprescindibili a cui tutti gli attori della filiera sono chiamati a dare delle risposte.
L’infrastruttura tecnologica, il recepimento del framework normativo e la struttura organizzativa a presidio dei processi per operare in questo contesto, richiedono investimenti rilevanti che non tutte le aziende possono sostenere anche a causa della forte riduzione di marginalità che il settore ha subito negli ultimi anni e che le economie di scala possono solo in parte compensare. Aziende leader nel loro segmento di mercato si trovano fortemente in difficoltà nel rispondere al mutato scenario operativo.
Il divario tra le aziende del settore, già molto frammentato, rischia pertanto di aggravarsi e ne è riprova la composizione della base associativa di UNIREC che riflette già questa dinamica.
Penso che le aziende del settore debbano trovare la propria collocazione all’interno della filiera in base alle loro caratteristiche, capacità produttiva e punti di forza in modo da essere leader nel proprio ambito competitivo. Le nostre diversità rappresentano un valore aggiunto anche per le committenti nell’ottica della creazione di una filiera integrata in cui ogni azienda si concentra sull’attività in cui eccelle.
Oggi, assistiamo, sempre più spesso a gare competitive in cui il prezzo diventa l’unico elemento decisionale e in cui si confrontano aziende molto diverse tra loro con strutture di costo, modelli operativi totalmente differenti e che possono offrire un valore diverso a seconda del contesto in cui vengono messe ad operare.
Il risultato finale vede spesso aziende più strutturate costrette a ribaltare la riduzione di marginalità all’interno della propria catena di fornitura e aziende meno strutturate fortemente in difficoltà ad ottemperare ai crescenti obblighi normativi, di compliance o di data protection. Il tutto con impatto inevitabile sull’efficacia delle lavorazioni in gestione sempre più spesso caratterizzate da grande variabilità di volumi e poche garanzie di continuità del rapporto di fornitura. Credo sia necessaria una riflessione allargata a tutti gli attori del sistema del credito per ridare valore al posizionamento delle aziende all’interno della filiera e permettere di salvaguardare tutte le professionalità rispettandone le diversità.
Come si immagina l’evoluzione della credit collection industry da qui al prossimo futuro?
Come sottolineavo all’inizio, il nostro mercato è in continua evoluzione ed è fortemente influenzato dal contesto macroeconomico. Gli ultimi anni, caratterizzati da una grande variabilità di volumi e da una riduzione significativa di marginalità, hanno messo a dura prova molte aziende del settore. Lo scenario di stagflazione (alta inflazione e bassa crescita) che sembrerebbe concretizzarsi nei prossimi mesi, avrà un impatto importante anche sul nostro settore e, se non ben gestito, potrebbe aggravare la situazione di aziende già in difficoltà.
Credo che i driver per noi per governare il mercato nei prossimi anni saranno sempre più gli investimenti in tecnologia, affiancando ad una logica finalizzata alla ricerca dell’efficienza, una strategia più rivolta agli obiettivi di efficacia; la multicanalità “intelligente” delle piattaforme di phone collection tramite l’utilizzo di algoritmi di AI, la specializzazione delle reti territoriali su prodotti/tipologie di lavorazione; l’industrializzazione data driven delle piattaforme di legal collection.
Saranno richiesti investimenti sempre più importanti per operare nel settore e il nostro mercato rimarrà attrattivo per capitali stranieri. Ritengo, pertanto, che assisteremo ad operazioni di M&A con l’ingresso di altri player internazionali sul mercato italiano. L’auspicio, puntando sui driver sopra citati, è che ci possano poi essere le condizioni per favorire la crescita endogena delle aziende più meritevoli del settore. Creare il contesto e le condizioni per la crescita è una sfida che UNIREC deve certamente affrontare con un ruolo da protagonista.