Autunno caldo all’orizzonte: tra inflazione record e rialzo dei tassi di interesse il rientro dalla pausa estiva si prospetta piuttosto critico per molte famiglie italiane. È di ieri l’ultimo dato allarmante che vede un’inflazione galoppante all’8,4% (dato che non si registrava da 36 anni), dopo il 7,9% di luglio. Tralasciando la complessità del quadro macroeconomico internazionale ci concentriamo sul rialzo dei tassi di interesse che sta destando preoccupazione in chi è alle prese con mutui e prestiti. L’aumento segue le decisioni prese a fine luglio dalla Banca Centrale Europea che, come ha spiegato la Presidente Christine Lagarde, ha adottato misure fondamentali per assicurare un ritorno dell’inflazione verso l’obiettivo del 2% a medio termine, tra cui l’innalzamento di 50 punti base dei tre tassi di interesse di riferimento della BCE e l’approvazione dello strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. In questo scenario di aumento del costo del denaro, è scattato un aumento a cascata di tutti i tassi di interesse da parte di banche e finanziarie che stanno velocemente adeguando le proprie offerte commerciali su tutti i loro prodotti, dai mutui ai prestiti personali, fino alle carte di credito e ai conti correnti.
I primi a scontare questa situazione sono stati i mutui: quelli a tasso variabile ad agosto hanno scontato l’aumento dell’Euribor che dal 1° luglio è salito da -0,51 a -0,26% (l’indice a 1 mese) e da -0,18 a +0,13% (quello a 3 mesi), tornando su territorio positivo dopo 7 anni di valori negativi. Contestualmente l’indice IRS, a cui sono agganciati i tassi di interesse per i mutui a tasso fisso, è passato dall’1,10% medio di marzo al 2,22% di luglio. Dopo aver toccato il picco del 2,58% a fine giugno, fortunatamente il valore si sta stabilizzando attorno al 2,10%.
Come è ovvio, l’aumento dei tassi di interesse si riflette sulle richieste di mutuo che a luglio hanno fatto registrare un crollo del 13,77% rispetto a giugno (e di quasi il 7% rispetto a luglio 2020, in piena pandemia). Sono i dati emersi dal Rapporto sul Credito Italiano pubblicato da Experian che fotografa il periodo complicato. Dati leggermente in controtendenza per i prestiti personali che hanno registrato un aumento dell’1,62% su giugno. Tra i principali motivi di finanziamento c’è l’acquisto di un nuovo cellulare che fa un balzo del 3,63% coprendo il 32,1% delle richieste. In crescita anche l’importo finanziato che raggiunge una media di 8.882 euro per i prestiti finalizzati (+3,68%) e supera gli 11mila euro per i prestiti personali (+9,67%).
Tornando ai mutui, un’analisi di Facile.it e Mutui.it registra un cambio di rotta nelle scelte delle famiglie che propendono sempre di più verso il tasso variabile con cap, abbandonando il tasso fisso che ha rappresentato per tanto tempo l’opzione migliore. A luglio 2022 un terzo delle domande dei richiedenti ha scelto un mutuo variabile con cap, mentre solo a giugno 9 su 10 puntavano ancora al tasso fisso. Nel mese di luglio i mutui a tasso fisso rappresentavano il 24% delle richieste mentre le richieste di mutuo a tasso variabile si attestavano al 42% del totale. Secondo le simulazioni sui portali, i tassi di interesse oggi partono dal 2,6% per i fissi (contro l’1,1% di un anno fa) e dall‘1,29% per i variabili (contro lo 0,80% di un anno fa) per arrivare all’1,8% per i mutui variabili con cap. Un altro dato che emerge dall’analisi è il forte interesse dei giovani under 36 che, grazie al fondo di garanzia prima casa, si stanno avvicinando sempre di più ai mutui: nei primi sei mesi del 2022 metà delle richieste proveniva dalla fascia più giovane degli aspiranti mutuatati, contro il 25% dello stesso periodo del 2021.
Autunno caldo all’orizzonte: tra inflazione record e rialzo dei tassi di interesse il rientro dalla pausa estiva si prospetta piuttosto critico per molte famiglie italiane. È di ieri l’ultimo dato allarmante che vede un’inflazione galoppante all’8,4% (dato che non si registrava da 36 anni), dopo il 7,9% di luglio. Tralasciando la complessità del quadro macroeconomico internazionale ci concentriamo sul rialzo dei tassi di interesse che sta destando preoccupazione in chi è alle prese con mutui e prestiti. L’aumento segue le decisioni prese a fine luglio dalla Banca Centrale Europea che, come ha spiegato la Presidente Christine Lagarde, ha adottato misure fondamentali per assicurare un ritorno dell’inflazione verso l’obiettivo del 2% a medio termine, tra cui l’innalzamento di 50 punti base dei tre tassi di interesse di riferimento della BCE e l’approvazione dello strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. In questo scenario di aumento del costo del denaro, è scattato un aumento a cascata di tutti i tassi di interesse da parte di banche e finanziarie che stanno velocemente adeguando le proprie offerte commerciali su tutti i loro prodotti, dai mutui ai prestiti personali, fino alle carte di credito e ai conti correnti.
I primi a scontare questa situazione sono stati i mutui: quelli a tasso variabile ad agosto hanno scontato l’aumento dell’Euribor che dal 1° luglio è salito da -0,51 a -0,26% (l’indice a 1 mese) e da -0,18 a +0,13% (quello a 3 mesi), tornando su territorio positivo dopo 7 anni di valori negativi. Contestualmente l’indice IRS, a cui sono agganciati i tassi di interesse per i mutui a tasso fisso, è passato dall’1,10% medio di marzo al 2,22% di luglio. Dopo aver toccato il picco del 2,58% a fine giugno, fortunatamente il valore si sta stabilizzando attorno al 2,10%.
Come è ovvio, l’aumento dei tassi di interesse si riflette sulle richieste di mutuo che a luglio hanno fatto registrare un crollo del 13,77% rispetto a giugno (e di quasi il 7% rispetto a luglio 2020, in piena pandemia). Sono i dati emersi dal Rapporto sul Credito Italiano pubblicato da Experian che fotografa il periodo complicato. Dati leggermente in controtendenza per i prestiti personali che hanno registrato un aumento dell’1,62% su giugno. Tra i principali motivi di finanziamento c’è l’acquisto di un nuovo cellulare che fa un balzo del 3,63% coprendo il 32,1% delle richieste. In crescita anche l’importo finanziato che raggiunge una media di 8.882 euro per i prestiti finalizzati (+3,68%) e supera gli 11mila euro per i prestiti personali (+9,67%).
Tornando ai mutui, un’analisi di Facile.it e Mutui.it registra un cambio di rotta nelle scelte delle famiglie che propendono sempre di più verso il tasso variabile con cap, abbandonando il tasso fisso che ha rappresentato per tanto tempo l’opzione migliore. A luglio 2022 un terzo delle domande dei richiedenti ha scelto un mutuo variabile con cap, mentre solo a giugno 9 su 10 puntavano ancora al tasso fisso. Nel mese di luglio i mutui a tasso fisso rappresentavano il 24% delle richieste mentre le richieste di mutuo a tasso variabile si attestavano al 42% del totale. Secondo le simulazioni sui portali, i tassi di interesse oggi partono dal 2,6% per i fissi (contro l’1,1% di un anno fa) e dall‘1,29% per i variabili (contro lo 0,80% di un anno fa) per arrivare all’1,8% per i mutui variabili con cap. Un altro dato che emerge dall’analisi è il forte interesse dei giovani under 36 che, grazie al fondo di garanzia prima casa, si stanno avvicinando sempre di più ai mutui: nei primi sei mesi del 2022 metà delle richieste proveniva dalla fascia più giovane degli aspiranti mutuatati, contro il 25% dello stesso periodo del 2021.