A segnalare il rischio concreto di una recessione nella zona euro adesso è la Banca centrale europea, ammonendo gli istituti di credito a tenere conto di questa eventualità, quando calcolano quanto capitale possono versare agli azionisti. Non si tratta di uno stop preventivo alla distribuzione dei dividendi bancari, già congelati durante la pandemia dopo la raccomandazione della Bce, ma di un richiamo alla prudenza. Le ragioni sono sotto gli occhi di tutti. «L’incertezza è elevata e occorre comprendere meglio la trasmissione dello choc inflazionistico e la sua potenziale persistenza nel 2023 e nel 24», si legge nelle minute dell’ultima riunione di politica monetaria della Bce a giugno, pubblicate ieri. Dal resoconto emerge anche la divisione tra i «falchi», sostenitori di un rialzo dei tassi più aggressivo a luglio (Bundesbank in testa), e chi preferisce un intervento più graduale. Il 21 luglio è atteso un aumento di 25 punti base e a settembre probabilmente di mezzo punto. Dovesse essere più elevato, crescerebbe il pericolo di una frenata dell’economia. Ecco perché il presidente del Consiglio di vigilanza della Bce Andrea Enria, nel suo intervento al Boardroom Dialogue della European Banking Federation, ieri ha chiesto «alle singole banche di rivedere le loro traiettorie patrimoniali per includere scenari macroeconomici avversi sufficientemente conservativi e aggiornati, in particolare includendo ipotesi di recessione coerenti con le proiezioni ufficiali al ribasso». E ha aggiunto che «queste traiettorie di capitale dovrebbero essere utilizzate dalle banche quando annunciano i piani di distribuzione», dopo un dialogo con la Vigilanza. Detto questo, lo scenario di base resta «favorevole». Nel caso poi dovessero concretizzarsi «scenari avversi», il settore bancario dell’area dell’euro rimarrebbe «complessivamente resiliente», secondo Enria.
Fonte: Il Corriere della Sera
A segnalare il rischio concreto di una recessione nella zona euro adesso è la Banca centrale europea, ammonendo gli istituti di credito a tenere conto di questa eventualità, quando calcolano quanto capitale possono versare agli azionisti. Non si tratta di uno stop preventivo alla distribuzione dei dividendi bancari, già congelati durante la pandemia dopo la raccomandazione della Bce, ma di un richiamo alla prudenza. Le ragioni sono sotto gli occhi di tutti. «L’incertezza è elevata e occorre comprendere meglio la trasmissione dello choc inflazionistico e la sua potenziale persistenza nel 2023 e nel 24», si legge nelle minute dell’ultima riunione di politica monetaria della Bce a giugno, pubblicate ieri. Dal resoconto emerge anche la divisione tra i «falchi», sostenitori di un rialzo dei tassi più aggressivo a luglio (Bundesbank in testa), e chi preferisce un intervento più graduale. Il 21 luglio è atteso un aumento di 25 punti base e a settembre probabilmente di mezzo punto. Dovesse essere più elevato, crescerebbe il pericolo di una frenata dell’economia. Ecco perché il presidente del Consiglio di vigilanza della Bce Andrea Enria, nel suo intervento al Boardroom Dialogue della European Banking Federation, ieri ha chiesto «alle singole banche di rivedere le loro traiettorie patrimoniali per includere scenari macroeconomici avversi sufficientemente conservativi e aggiornati, in particolare includendo ipotesi di recessione coerenti con le proiezioni ufficiali al ribasso». E ha aggiunto che «queste traiettorie di capitale dovrebbero essere utilizzate dalle banche quando annunciano i piani di distribuzione», dopo un dialogo con la Vigilanza. Detto questo, lo scenario di base resta «favorevole». Nel caso poi dovessero concretizzarsi «scenari avversi», il settore bancario dell’area dell’euro rimarrebbe «complessivamente resiliente», secondo Enria.
Fonte: Il Corriere della Sera