Nel 2021 lo stock di crediti affidati per il recupero alle imprese italiane ha raggiunto la cifra record di 160 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 149 miliardi del 2020 ma con un trend in diminuzione rispetto al picco toccato nel 2015. Il trend di crescita degli importi gestiti è dimezzato rispetto al 2020 e si stabilizza intorno al 7% con una forte la frenata rispetto al +30% registrato nel 2019.
È quanto emerge dal XII Rapporto Unirec presentato a Roma nella splendida cornice di Villa Miani l’11 maggio. Nel 2021 ammontano a 106 miliardi di euro i crediti gestiti in Conto Terzi, in aumento del 5% rispetto al 2020, pari a circa i due terzi del totale gestito. Gli importi recuperati si attestano a 11,3 miliardi di euro, valore stabile all’11% rispetto al 2020, con un miglioramento delle performance di recupero relativamente al numero di pratiche (passando dal 33% del 2020 al 40% del 2021). In generale, negli ultimi 5 anni emerge la capacità del settore di mantenere, e più recentemente anche di migliorare, il livello di servizio in presenza di una domanda progressivamente crescente con la performance in aumento di circa 1 punto percentuale.
Nel triennio 2019-2021 i crediti relativi al settore bancario, del leasing e della PA si attestano su valori costanti di recupero (rispettivamente intorno al 6%, 11% e 60%) mentre l’andamento del recupero nel settore utility, commerciale e finanziario è più altalenante (con un range rispettivo dal 13 al 18%, dal 36% al 49% e dal 7% al 18%). Maggiori difficoltà sono emerse nel settore assicurativo dove la performance nel triennio è scesa dal 33% (dato 2019) all’11% (dato 2021).
Per la prima volta nel 2021 i crediti affidati in Conto Terzi Cessionario raggiungono i 57,3 miliardi di euro e superano quelli affidati in lavorazione in Conto Terzi Originator, pari a 48,7 miliardi di euro, rappresentando l’esistenza di situazioni più complesse e di difficile lavorazione.
La scomposizione dei crediti lavorati in Conto Terzi Originator evidenzia un forte calo delle pratiche finanziarie (-14% sugli importi rispetto al 2020). Anche il settore bancario riduce il proprio peso pur mantenendo il primato (44% degli importi affidati rispetto al 55% del 2020). Tali valori hanno evidentemente risentito della minore concessione di prestiti bancari e finanziari occorsa nel periodo della pandemia. In controtendenza invece le pratiche relative al settore utility che segnano una crescita del 20% sul valore affidato. Per quanto riguarda il Conto Terzi Cessionario – per cui i tempi di recupero sono più lunghi e le performance meno brillanti – quasi la metà delle pratiche a livello di numero è relativo al settore Utility e Tlc mentre il 64% degli importi riguarda pratiche del settore bancario (in crescita del 55% rispetto al 2020). Scende di circa 50 euro il ticket medio del Conto Terzi che si attesta a 2643 euro. Rimane costante la proporzione tra pratiche B2B e B2C con le prime che superano il 50% dell’affidato.
Per quanto riguarda i portafogli in Conto Proprio la percentuale di attività definite, per cui è stato raggiunto un accordo di rientro con il debitore, è scesa al 4,9% rispetto al 5,5% dello scorso anno. Il ticket medio è raddoppiato rispetto al 2020 e si è attestato a oltre 5.600 euro. Rispetto agli anni passati i nuovi crediti acquistati nel 2021 evidenziano una maggior anzianità – superiore ai 3 anni per il 90% degli importi – e sono relativi a posizioni B2C (oltre l’80%). A livello territoriale, e considerando prima il Conto Terzi, in continuità con il passato, la maggior parte dei crediti affidati (46%) si concentra in quattro regioni: Lombardia (17%), Lazio (11%), Campania (10%) e Sicilia (8%). Da notare che Toscana, Liguria e Sardegna evidenziano un aumento degli importi affidati pur non sufficiente a modificarne il peso sul totale. Tale distribuzione è sostanzialmente sovrapponibile a quella del portafoglio in Conto Proprio.
Anche in merito alla tipologia di lavorazione, partendo dal Conto Terzi, si evince che il 47% degli importi è stato gestito tramite Phone Collection (in aumento rispetto all’anno precedente) e il 28% con servizi di Master Legal. Nel caso del portafoglio Conto Proprio la modalità Master Legal è stata la più utilizzata (per il 32% del totale) e per operazioni con ticket medi più importanti e che superano i 25 mila euro. È di rilievo il ruolo crescente nell’Industry degli Special Servicer che svolgono attività di recupero sui portafogli NPE.
“Dal nostro XII rapporto emerge un quadro ambivalente per l’industria, con numeri positivi ma anche elementi di grande criticità e valori medi di marginalità che nascondono situazioni molto diverse e spesso correlate alla dimensione dell’azienda – ha spiegato Francesco Vovk, Presidente di Unirec – Le prospettive globali per il 2022 sono incerte e difficili, caratterizzate dal sicuro aumento del costo dell’energia e dalla parziale interruzione nelle catene globali di approvvigionamento che portano a spinte inflazionistiche. Tutti questi fenomeni si ripercuoteranno sulla nostra industria con uno sfasamento temporale che vede un range dai 3 ai 5 anni. I prossimi mesi saranno quindi decisivi per segnare l’andamento del settore”.
“È in questo scenario ambivalente e in via di evoluzione che entro fine 2023 l’Italia dovrà recepire la Direttiva Europea “Credit servicers and credit purchasers” – ha ricordato Vovk – Questa pur essendo verticale sul settore degli NPL va a toccare il comparto eterogeneo e composito delle aziende della tutela del credito ancora oggi regolate dal Regio Decreto del 1931, una normativa, che limita in alcuni aspetti l’operato e lo sviluppo del settore. Si tratta di una occasione importante da cogliere come opportunità di evoluzione per permetter alla nostra industria di diventare ancora più moderna ed efficace, a favore del circolo virtuoso dell’economia, riducendo i tempi di recupero di quasi il 40%”.
Secondo il Rapporto Unirec sono oltre 1.053 le aziende del settore in crescita del 17% rispetto al 2020. Il settore ha un forte livello di concentrazione con le prime 50 aziende che realizzano il 78% del fatturato e le prime 100 aziende che producono l’89% dei ricavi totali. Importante il peso del settore italiano della tutela del credito nell’economia europea: rappresenta circa un quinto (il 22%) delle aziende e del fatturato (il 17%) del settore.
Nel 2021 lo stock di crediti affidati per il recupero alle imprese italiane ha raggiunto la cifra record di 160 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 149 miliardi del 2020 ma con un trend in diminuzione rispetto al picco toccato nel 2015. Il trend di crescita degli importi gestiti è dimezzato rispetto al 2020 e si stabilizza intorno al 7% con una forte la frenata rispetto al +30% registrato nel 2019.
È quanto emerge dal XII Rapporto Unirec presentato a Roma nella splendida cornice di Villa Miani l’11 maggio. Nel 2021 ammontano a 106 miliardi di euro i crediti gestiti in Conto Terzi, in aumento del 5% rispetto al 2020, pari a circa i due terzi del totale gestito. Gli importi recuperati si attestano a 11,3 miliardi di euro, valore stabile all’11% rispetto al 2020, con un miglioramento delle performance di recupero relativamente al numero di pratiche (passando dal 33% del 2020 al 40% del 2021). In generale, negli ultimi 5 anni emerge la capacità del settore di mantenere, e più recentemente anche di migliorare, il livello di servizio in presenza di una domanda progressivamente crescente con la performance in aumento di circa 1 punto percentuale.
Nel triennio 2019-2021 i crediti relativi al settore bancario, del leasing e della PA si attestano su valori costanti di recupero (rispettivamente intorno al 6%, 11% e 60%) mentre l’andamento del recupero nel settore utility, commerciale e finanziario è più altalenante (con un range rispettivo dal 13 al 18%, dal 36% al 49% e dal 7% al 18%). Maggiori difficoltà sono emerse nel settore assicurativo dove la performance nel triennio è scesa dal 33% (dato 2019) all’11% (dato 2021).
Per la prima volta nel 2021 i crediti affidati in Conto Terzi Cessionario raggiungono i 57,3 miliardi di euro e superano quelli affidati in lavorazione in Conto Terzi Originator, pari a 48,7 miliardi di euro, rappresentando l’esistenza di situazioni più complesse e di difficile lavorazione.
La scomposizione dei crediti lavorati in Conto Terzi Originator evidenzia un forte calo delle pratiche finanziarie (-14% sugli importi rispetto al 2020). Anche il settore bancario riduce il proprio peso pur mantenendo il primato (44% degli importi affidati rispetto al 55% del 2020). Tali valori hanno evidentemente risentito della minore concessione di prestiti bancari e finanziari occorsa nel periodo della pandemia. In controtendenza invece le pratiche relative al settore utility che segnano una crescita del 20% sul valore affidato. Per quanto riguarda il Conto Terzi Cessionario – per cui i tempi di recupero sono più lunghi e le performance meno brillanti – quasi la metà delle pratiche a livello di numero è relativo al settore Utility e Tlc mentre il 64% degli importi riguarda pratiche del settore bancario (in crescita del 55% rispetto al 2020). Scende di circa 50 euro il ticket medio del Conto Terzi che si attesta a 2643 euro. Rimane costante la proporzione tra pratiche B2B e B2C con le prime che superano il 50% dell’affidato.
Per quanto riguarda i portafogli in Conto Proprio la percentuale di attività definite, per cui è stato raggiunto un accordo di rientro con il debitore, è scesa al 4,9% rispetto al 5,5% dello scorso anno. Il ticket medio è raddoppiato rispetto al 2020 e si è attestato a oltre 5.600 euro. Rispetto agli anni passati i nuovi crediti acquistati nel 2021 evidenziano una maggior anzianità – superiore ai 3 anni per il 90% degli importi – e sono relativi a posizioni B2C (oltre l’80%). A livello territoriale, e considerando prima il Conto Terzi, in continuità con il passato, la maggior parte dei crediti affidati (46%) si concentra in quattro regioni: Lombardia (17%), Lazio (11%), Campania (10%) e Sicilia (8%). Da notare che Toscana, Liguria e Sardegna evidenziano un aumento degli importi affidati pur non sufficiente a modificarne il peso sul totale. Tale distribuzione è sostanzialmente sovrapponibile a quella del portafoglio in Conto Proprio.
Anche in merito alla tipologia di lavorazione, partendo dal Conto Terzi, si evince che il 47% degli importi è stato gestito tramite Phone Collection (in aumento rispetto all’anno precedente) e il 28% con servizi di Master Legal. Nel caso del portafoglio Conto Proprio la modalità Master Legal è stata la più utilizzata (per il 32% del totale) e per operazioni con ticket medi più importanti e che superano i 25 mila euro. È di rilievo il ruolo crescente nell’Industry degli Special Servicer che svolgono attività di recupero sui portafogli NPE.
“Dal nostro XII rapporto emerge un quadro ambivalente per l’industria, con numeri positivi ma anche elementi di grande criticità e valori medi di marginalità che nascondono situazioni molto diverse e spesso correlate alla dimensione dell’azienda – ha spiegato Francesco Vovk, Presidente di Unirec – Le prospettive globali per il 2022 sono incerte e difficili, caratterizzate dal sicuro aumento del costo dell’energia e dalla parziale interruzione nelle catene globali di approvvigionamento che portano a spinte inflazionistiche. Tutti questi fenomeni si ripercuoteranno sulla nostra industria con uno sfasamento temporale che vede un range dai 3 ai 5 anni. I prossimi mesi saranno quindi decisivi per segnare l’andamento del settore”.
“È in questo scenario ambivalente e in via di evoluzione che entro fine 2023 l’Italia dovrà recepire la Direttiva Europea “Credit servicers and credit purchasers” – ha ricordato Vovk – Questa pur essendo verticale sul settore degli NPL va a toccare il comparto eterogeneo e composito delle aziende della tutela del credito ancora oggi regolate dal Regio Decreto del 1931, una normativa, che limita in alcuni aspetti l’operato e lo sviluppo del settore. Si tratta di una occasione importante da cogliere come opportunità di evoluzione per permetter alla nostra industria di diventare ancora più moderna ed efficace, a favore del circolo virtuoso dell’economia, riducendo i tempi di recupero di quasi il 40%”.
Secondo il Rapporto Unirec sono oltre 1.053 le aziende del settore in crescita del 17% rispetto al 2020. Il settore ha un forte livello di concentrazione con le prime 50 aziende che realizzano il 78% del fatturato e le prime 100 aziende che producono l’89% dei ricavi totali. Importante il peso del settore italiano della tutela del credito nell’economia europea: rappresenta circa un quinto (il 22%) delle aziende e del fatturato (il 17%) del settore.