Ci raccontate in breve la storia dell’azienda e quali sono i vostri servizi di punta?
M.B. Lo studio legale M.A.B.E. & Partners nasce una decina di anni fa dalla fusione di due studi, operanti entrambi del settore del credit management, il mio studio milanese specializzato in diritto bancario-finanziario e lo studio romano e molisano dell’Avvocato Visco specializzato nella gestione di crediti del settore energetico ed utilities. Partendo dalle nostre affinità abbiamo creato un’unica grande struttura per cercare di industrializzare i processi su larga scala. Oggi contiamo su una quarantina di avvocati e una cinquantina di collaboratori esterni, tutti altamente specializzati. Circa l’80% della struttura è femminile in controtendenza rispetto alla media nazionale e soprattutto di questo settore. Crediamo che una prerogativa delle donne sia una maggiore precisione e un più elevato senso di responsabilità e, per questo, abbiamo affidato a due donne la guida di due funzioni chiave dello studio, ovvero le divisioni di LOANS management e quella del contenzioso.
A.V. Il cuore della nostra attività è la gestione dei crediti per conto terzi e, casi residuali, per conto nostro, sia a livello giudiziale che stragiudiziale: tra contenzioso e Loans management gestiamo circa 25mila posizioni all’anno, sparse per tutta Italia, per un totale 3 miliardi di crediti.
Come clienti abbiamo i principali servicer istituzionali di mercato, le principali banche, le società di energia, utilities e commodities e alcune banche commerciali.
Noi soci ci occupiamo prevalentemente di operazioni specifiche di M&A di cessioni di portafogli per conto terzi e come studio di affari facciamo da advisor delle operazioni stesse. Negli ultimi tre anni siamo stati presenti in quasi tutte le operazioni di grandi cessioni, partecipando direttamente ad operazioni per 4 miliardi di euro. Abbiamo condotto due diligence per quasi tutte le cessioni con GACS. Durante la pandemia questo tipo di operazioni sono diminuite, ma nella seconda metà dell’anno si prevede una ripresa delle attività.
Attualmente abbiamo 3 sedi in Italia, a Milano, Roma e Isernia, ci stiamo adoperando per aprire nel corso del 2022 una sede a Lugano per la parte di internazionalizzazione sulle operazione di M&A.
A proposito di pandemia, come avete affrontato il periodo dell’emergenza? Quanto questa ha influito sui vostri processi aziendali e sul fatturato?
A.V. Il periodo pandemico ci ha toccato relativamente. Il lavoro effettuato è stato similare al periodo pre-pandemia soprattutto grazie all’attività stragiudiziale che ha raggiunto degli ottimi risultati, a fronte di un rallentamento dell’attività giudiziale. Per contro abbiamo assistito prima ad una flessione delle operazioni da parte dei servicer e delle banche, e nell’ultimo semestre ad una situazione di crisi importante del settore energetico, con diverse società colpite dal rincaro delle materie prime e dalla guerra russo-ucraina. Sono già diverse le società del settore energetico incappate in una serie di procedure concorsuali e questo ci fa intravedere verso la fine dell’anno una dinamica di mercato simile a quella post liberalizzazione del 2003, dove i grandi operatori la faranno da padroni e acquisiranno le piccole società di vendita che, già fiaccate dalla pandemia, non avranno la forza economica per sopportare gli effetti del rincaro dei prezzi e l’inasprimento della guerra.
Quali sono i vostri obiettivi futuri?
M.B. M.A.B.E. si rivolge agli architetti finanziari per costruire delle operazioni interessanti che coinvolgono investitori non istituzionali provenienti soprattutto dal mercato svizzero e inglese, per farli entrare nel nostro mercato degli NPL. Crediamo che i crediti secured con sottostante immobiliare siano gli asset più interessanti per loro, ma non escludiamo anche l’unsecured che può dare rendimenti interessanti anche se l’investimento è più speculativo e pericoloso. Noi ci proponiamo come registi dell’operazione, gestendola dall’inizio alla fine, dall’individuazione e analisi dei crediti, all’acquisto e alla gestione per conto degli investitori, in joint-venure con servicing e master servicing. In futuro vogliamo puntare su questo mercato, andando ad implementare le attività nei confronti degli investitori non istituzionali, rafforzando le operazioni già fatte e trovando nuovi soggetti per chiuderne di nuove.
A.V. Per la parte delle utilities, nella seconda metà dell’anno lo scenario sarà completamente diverso con una platea di operatori molto ridotta e con costi di fatture lievitati. Quando finiranno le misure di sostegno inizierà un’attività di recupero importante soprattutto in virtù del fatto che le società piccole, che verranno poi acquisite, avranno lasciato da parte l’attività di gestione del credito che sarà tutta da riprendere in mano. L’ultimo quadrimestre dell’anno dovrà poi fare i conti con il periodo invernale e vedremo cosa succederà sul piano geopolitico. Possiamo dire che la vera ondata di crediti deteriorati arriverà dal settore energetico, e a questa si aggiungeranno anche gli effetti della fine delle moratorie del settore bancario.
Ci raccontate in breve la storia dell’azienda e quali sono i vostri servizi di punta?
M.B. Lo studio legale M.A.B.E. & Partners nasce una decina di anni fa dalla fusione di due studi, operanti entrambi del settore del credit management, il mio studio milanese specializzato in diritto bancario-finanziario e lo studio romano e molisano dell’Avvocato Visco specializzato nella gestione di crediti del settore energetico ed utilities. Partendo dalle nostre affinità abbiamo creato un’unica grande struttura per cercare di industrializzare i processi su larga scala. Oggi contiamo su una quarantina di avvocati e una cinquantina di collaboratori esterni, tutti altamente specializzati. Circa l’80% della struttura è femminile in controtendenza rispetto alla media nazionale e soprattutto di questo settore. Crediamo che una prerogativa delle donne sia una maggiore precisione e un più elevato senso di responsabilità e, per questo, abbiamo affidato a due donne la guida di due funzioni chiave dello studio, ovvero le divisioni di LOANS management e quella del contenzioso.
A.V. Il cuore della nostra attività è la gestione dei crediti per conto terzi e, casi residuali, per conto nostro, sia a livello giudiziale che stragiudiziale: tra contenzioso e Loans management gestiamo circa 25mila posizioni all’anno, sparse per tutta Italia, per un totale 3 miliardi di crediti.
Come clienti abbiamo i principali servicer istituzionali di mercato, le principali banche, le società di energia, utilities e commodities e alcune banche commerciali.
Noi soci ci occupiamo prevalentemente di operazioni specifiche di M&A di cessioni di portafogli per conto terzi e come studio di affari facciamo da advisor delle operazioni stesse. Negli ultimi tre anni siamo stati presenti in quasi tutte le operazioni di grandi cessioni, partecipando direttamente ad operazioni per 4 miliardi di euro. Abbiamo condotto due diligence per quasi tutte le cessioni con GACS. Durante la pandemia questo tipo di operazioni sono diminuite, ma nella seconda metà dell’anno si prevede una ripresa delle attività.
Attualmente abbiamo 3 sedi in Italia, a Milano, Roma e Isernia, ci stiamo adoperando per aprire nel corso del 2022 una sede a Lugano per la parte di internazionalizzazione sulle operazione di M&A.
A proposito di pandemia, come avete affrontato il periodo dell’emergenza? Quanto questa ha influito sui vostri processi aziendali e sul fatturato?
A.V. Il periodo pandemico ci ha toccato relativamente. Il lavoro effettuato è stato similare al periodo pre-pandemia soprattutto grazie all’attività stragiudiziale che ha raggiunto degli ottimi risultati, a fronte di un rallentamento dell’attività giudiziale. Per contro abbiamo assistito prima ad una flessione delle operazioni da parte dei servicer e delle banche, e nell’ultimo semestre ad una situazione di crisi importante del settore energetico, con diverse società colpite dal rincaro delle materie prime e dalla guerra russo-ucraina. Sono già diverse le società del settore energetico incappate in una serie di procedure concorsuali e questo ci fa intravedere verso la fine dell’anno una dinamica di mercato simile a quella post liberalizzazione del 2003, dove i grandi operatori la faranno da padroni e acquisiranno le piccole società di vendita che, già fiaccate dalla pandemia, non avranno la forza economica per sopportare gli effetti del rincaro dei prezzi e l’inasprimento della guerra.
Quali sono i vostri obiettivi futuri?
M.B. M.A.B.E. si rivolge agli architetti finanziari per costruire delle operazioni interessanti che coinvolgono investitori non istituzionali provenienti soprattutto dal mercato svizzero e inglese, per farli entrare nel nostro mercato degli NPL. Crediamo che i crediti secured con sottostante immobiliare siano gli asset più interessanti per loro, ma non escludiamo anche l’unsecured che può dare rendimenti interessanti anche se l’investimento è più speculativo e pericoloso. Noi ci proponiamo come registi dell’operazione, gestendola dall’inizio alla fine, dall’individuazione e analisi dei crediti, all’acquisto e alla gestione per conto degli investitori, in joint-venure con servicing e master servicing. In futuro vogliamo puntare su questo mercato, andando ad implementare le attività nei confronti degli investitori non istituzionali, rafforzando le operazioni già fatte e trovando nuovi soggetti per chiuderne di nuove.
A.V. Per la parte delle utilities, nella seconda metà dell’anno lo scenario sarà completamente diverso con una platea di operatori molto ridotta e con costi di fatture lievitati. Quando finiranno le misure di sostegno inizierà un’attività di recupero importante soprattutto in virtù del fatto che le società piccole, che verranno poi acquisite, avranno lasciato da parte l’attività di gestione del credito che sarà tutta da riprendere in mano. L’ultimo quadrimestre dell’anno dovrà poi fare i conti con il periodo invernale e vedremo cosa succederà sul piano geopolitico. Possiamo dire che la vera ondata di crediti deteriorati arriverà dal settore energetico, e a questa si aggiungeranno anche gli effetti della fine delle moratorie del settore bancario.