A marzo 2022, i prestiti a imprese e famiglie sono aumentati del 2,6% rispetto a un anno fa. A febbraio 2022 l’aumento dei prestiti alle imprese è stato dell’1,2% mentre quello dei prestiti alle famiglie è stato del 3,8%. Prosegue, inoltre, la crescita dei depositi: a marzo la dinamica della raccolta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) è cresciuta del 3,8% su base annua con i depositi che sono aumentati di 88 miliardi di euro (+5%) rispetto ad un anno prima. La raccolta a medio e lungo termine, invece, è scesa di circa 13,9 miliardi di euro in valore assoluto (-6,4% in un anno).
Sono i principali dati che emergono dal Rapporto mensile Abi “Economia e Mercati Finanziari-Creditizi” pubblicato il 19 aprile.
Il Rapporto ha rilevato che i tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento continuano a mantenersi su livelli particolarmente bassi, registrando le seguenti dinamiche: a marzo il tasso medio sul totale dei prestiti è pari al 2,14% (stesso valore nel mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007); il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è l’1,19% (1,09% il mese precedente; 5,48% a fine 2007); il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è l’1,60% (1,49% il mese precedente, 5,72% a fine 2007).
Per quanto riguarda le sofferenze nette, dopo l’aumento di 3 miliardi registrato a gennaio 2022, che ha portato il valore a 18,2 miliardi di euro dai 15 di dicembre 2021, a febbraio restano stabili a 18,1 miliardi di euro, in calorispetto ai 20 miliardi di febbraio 2021 e ai 26,4 miliardi di febbraio 2020. Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 con 88,8 miliardi, la riduzione è di 70,7 miliardi (pari a -79,6%). Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è pari all’1,04% a febbraio 2022, (era 1,16% a febbraio 2021 e 4,89% a novembre 2015).
A marzo 2022, il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e società non finanziarie) è pari allo 0,44%, (stesso valore di febbraio) ad effetto del tasso praticato sui depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito) 0,31%, del tasso sui PCT che si colloca all’1,30% e del rendimento delle obbligazioni in essere, 1,72%.
Il margine (spread) fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie rimane in Italia su livelli particolarmente infimi: a marzo risulta di 170 punti base in marcato calo dagli oltre 300 punti base di prima della crisi finanziaria (335 punti base a fine 2007).
Commentando i dati il vice Direttore Generale dell’Abi Gianfranco Torriero ha sottolineato come il fatto che “nonostante i forti interventi dello scorso anno la dinamica finanziamenti resti con segno positivo è un dato che dimostra il ruolo che svolgono le banche per finanziare l’economia” ed ha ribadito gli appelli ad “allungare le scadenze finanziarie delle imprese” che si trovano ora in una fase difficile fra aumento delle materie prime e incertezze legate alla guerra. Rispetto all’aumento complessivo della raccolta, Torriero ha detto che “è presto per capire se c’è stato un effetto Ucraina di maggiore prudenza negli investimenti”.
A marzo 2022, i prestiti a imprese e famiglie sono aumentati del 2,6% rispetto a un anno fa. A febbraio 2022 l’aumento dei prestiti alle imprese è stato dell’1,2% mentre quello dei prestiti alle famiglie è stato del 3,8%. Prosegue, inoltre, la crescita dei depositi: a marzo la dinamica della raccolta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) è cresciuta del 3,8% su base annua con i depositi che sono aumentati di 88 miliardi di euro (+5%) rispetto ad un anno prima. La raccolta a medio e lungo termine, invece, è scesa di circa 13,9 miliardi di euro in valore assoluto (-6,4% in un anno).
Sono i principali dati che emergono dal Rapporto mensile Abi “Economia e Mercati Finanziari-Creditizi” pubblicato il 19 aprile.
Il Rapporto ha rilevato che i tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento continuano a mantenersi su livelli particolarmente bassi, registrando le seguenti dinamiche: a marzo il tasso medio sul totale dei prestiti è pari al 2,14% (stesso valore nel mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007); il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è l’1,19% (1,09% il mese precedente; 5,48% a fine 2007); il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è l’1,60% (1,49% il mese precedente, 5,72% a fine 2007).
Per quanto riguarda le sofferenze nette, dopo l’aumento di 3 miliardi registrato a gennaio 2022, che ha portato il valore a 18,2 miliardi di euro dai 15 di dicembre 2021, a febbraio restano stabili a 18,1 miliardi di euro, in calorispetto ai 20 miliardi di febbraio 2021 e ai 26,4 miliardi di febbraio 2020. Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 con 88,8 miliardi, la riduzione è di 70,7 miliardi (pari a -79,6%). Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è pari all’1,04% a febbraio 2022, (era 1,16% a febbraio 2021 e 4,89% a novembre 2015).
A marzo 2022, il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e società non finanziarie) è pari allo 0,44%, (stesso valore di febbraio) ad effetto del tasso praticato sui depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito) 0,31%, del tasso sui PCT che si colloca all’1,30% e del rendimento delle obbligazioni in essere, 1,72%.
Il margine (spread) fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie rimane in Italia su livelli particolarmente infimi: a marzo risulta di 170 punti base in marcato calo dagli oltre 300 punti base di prima della crisi finanziaria (335 punti base a fine 2007).
Commentando i dati il vice Direttore Generale dell’Abi Gianfranco Torriero ha sottolineato come il fatto che “nonostante i forti interventi dello scorso anno la dinamica finanziamenti resti con segno positivo è un dato che dimostra il ruolo che svolgono le banche per finanziare l’economia” ed ha ribadito gli appelli ad “allungare le scadenze finanziarie delle imprese” che si trovano ora in una fase difficile fra aumento delle materie prime e incertezze legate alla guerra. Rispetto all’aumento complessivo della raccolta, Torriero ha detto che “è presto per capire se c’è stato un effetto Ucraina di maggiore prudenza negli investimenti”.