Quale sarà la prossima ondata di NPE che dovrà gestire l’industria del credito, a seguito della fine della pandemia da Covid-19? Nel triennio 2022-2024 ci si aspetta un flusso di nuovi crediti deteriorati della misura di 70-90 miliardi di euro che si sommerà agli asset attualmente in gestione, pari a circa 300 miliardi di euro, costituito da 92 miliardi di deteriorati sui bilanci delle banche e 220 miliardi classificati, a giugno 2021, come Stage 2 (pari al 14,3% del totale). Quasi 50 miliardi dei 92 miliardi di crediti deteriorati, sono costituiti da Scaduti e UTP; questi ultimi, insieme agli Stage 2, rappresentano in gran parte crediti vivi che riguardano principalmente le PMI appartenenti ai settori più colpiti dalla pandemia che oggi soffrono anche per l’aumento dei costi delle materie prime. Il punto cruciale, per evitare una seconda crisi di sistema, è proprio quello di intervenire prima che questi crediti passino alla fase di Stage 3.
È quanto emerso oggi dall’8° edizione del CvSpringDay che si è svolto a Milano, presso Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana. Al centro della giornata, intitolata “NEXT GENERATION NPE. Il ruolo dei distressed credit nel PNRR” le nuove sfide dell’industria del credito, di fronte alla prossima ondata di deteriorati e alle riforme previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Sarà proprio il PNRR ad avere un ruolo chiave nell’identificazione delle imprese “meritevoli”, ovvero di quelle imprese in difficoltà, ma ancora sane, su cui concentrare le risorse. Con la riforma della giustizia e la transizione digitale ed ecologica, che ne rappresentano i pilastri, ci si aspetta una maggiore competitività dell’intero sistema Paese e, di conseguenza, dell’industria del credito che ne beneficerà a tutti i livelli.
I servicer giocheranno una partita fondamentale e dovranno focalizzarsi su due priorità: la prima è quella di estrarre valore dagli asset esistenti, massimizzando i recuperi, incrementando la produttività ed insistendo sulla transizione verso un modello maggiormente tech-intensive. Probabilmente ci sarà un’ulteriore stagione di concentrazione, dove tutte le aziende punteranno a diventare più grandi e specializzate, guardando anche ai mercati esteri, e ad aumentare il proprio livello di industrializzazione ed efficienza per essere sempre più resilienti, in grado di prevedere gli scenari futuri ed essere pronti ad affrontare eventuali criticità. In vista di una “sperata” estensione dello strumento delle GACS agli UTP, per poter fornire un aiuto concreto all’economia reale, bisogna proteggere l’area high risk dove si gioca la partita delle aziende deboli, ancora sane. Discorso che si lega a doppia mandata alla seconda sfida del settore, ovvero prepararsi alla fase “Beyond NPE” che prevede nuovi flussi di deteriorati. Questa nuova stagione va affrontata diversificando i ricavi ed ampliando la platea degli investitori anche perché il mercato italiano degli NPE, con 658 operazioni e 36,3 miliardi di euro di GBV transato nel corso del 2021, si dimostra sempre più dinamico, diversificato e per questo uno dei più appetibili in Europa. Lo stesso mercato secondario, sebbene debba ancora trovare una sua dimensione contrattuale che lo renda sempre più maturo ed efficiente, ha ormai ha preso il via, registrando operazioni tutto l’anno e potrebbe diventare quasi il mercato principale, come è successo in Spagna dove è partito qualche anno prima.
A proposito di mercato, Moody’s in anteprima nazionale ha fornito alcuni dati di un rapporto che uscirà nei prossimi giorni. Dal 2016 ad oggi l’agenzia ha assegnato rating a 32 operazioni di cessione e per 28 operazioni sono stati calcolati i dati di performance: ben 15 di queste operazioni hanno livelli di recupero al di sotto, in media del 30%, delle attese dello special servicer. La metà delle operazione di cessione sono quindi risultate sottoperformanti e, guardando solo alle operazioni con GACS, la percentuale è addirittura superiore.
È quindi sempre più cruciale, per avere una gestione efficace del credito, puntare alle competenze e investire su tecnologia e digitalizzazione per sviluppare soluzioni sempre più innovative e smart e permettere una specializzazione mirata e performante. Infine la riforma della giustizia dalla quale non si potrà prescindere per poter garantire a tutto il sistema, in primis a chi ci guarda da fuori, tempi certi e processi efficienti.
Il CvSpringDay si è chiuso con una grande novità: Credit Village ha lanciato l’European Credit Challenge (ECC), il primo CONTEST in Europa per valutare i player, le policy e i manager nel settore della gestione e tutela del credito. Si tratta della prima competizione europea in grado di valutare oggettivamente, sui principali KPI delle attività e dei processi richiesti oggi nei servizi per il credito, le aziende e le politiche manageriali più performanti. Il progetto realizza un monitoraggio continuo del comparto “gestione del credito” a livello europeo e nei principali mercati nazionali, colmando un vuoto che ad oggi caratterizza questo settore. I comparti in gara nella challenge sono: NPE Market, Collection, Credit Information & Investigation, Innovation, Technologies and AI. In tre momenti annuali, promossi su numeri speciali di una nuova rivista CVMChamps, saranno pubblicate due classifiche parziali e una finale che saranno analizzate e validate da un comitato scientifico, composto da comprovati esperti a livello nazionale ed europeo, presieduto da Kornel Tinguely, Board Member WIR Bank, già presidente FENCA.
Uno speciale dedicato al CvSpringDay sarà trasmesso su Class CNBC (canale 507 di Sky Italia) martedì 5 aprile alle ore 17.45, con replica mercoledì 6 aprile alle ore 14.50 e sabato 9 aprile alle ore 13.40
Un ringraziamento al Main Sponsor dell’evento Axactor Italy e a tutti gli sponsor: Reviva, PWC, Cribis Credit Management, Hoist Finance, La Scala Società tra Avvocati, Zenith Service, CreditFactor, EuropaFactor, Confidence Investigazioni, Reopla by Sprengnetter, BlockInvest, Nexen
Gruppo Engineering, AZ Info&Collection, Business Defence, Certa Credita, LocamGestioni, MB Credit Solutions.
Quale sarà la prossima ondata di NPE che dovrà gestire l’industria del credito, a seguito della fine della pandemia da Covid-19? Nel triennio 2022-2024 ci si aspetta un flusso di nuovi crediti deteriorati della misura di 70-90 miliardi di euro che si sommerà agli asset attualmente in gestione, pari a circa 300 miliardi di euro, costituito da 92 miliardi di deteriorati sui bilanci delle banche e 220 miliardi classificati, a giugno 2021, come Stage 2 (pari al 14,3% del totale). Quasi 50 miliardi dei 92 miliardi di crediti deteriorati, sono costituiti da Scaduti e UTP; questi ultimi, insieme agli Stage 2, rappresentano in gran parte crediti vivi che riguardano principalmente le PMI appartenenti ai settori più colpiti dalla pandemia che oggi soffrono anche per l’aumento dei costi delle materie prime. Il punto cruciale, per evitare una seconda crisi di sistema, è proprio quello di intervenire prima che questi crediti passino alla fase di Stage 3.
È quanto emerso oggi dall’8° edizione del CvSpringDay che si è svolto a Milano, presso Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana. Al centro della giornata, intitolata “NEXT GENERATION NPE. Il ruolo dei distressed credit nel PNRR” le nuove sfide dell’industria del credito, di fronte alla prossima ondata di deteriorati e alle riforme previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Sarà proprio il PNRR ad avere un ruolo chiave nell’identificazione delle imprese “meritevoli”, ovvero di quelle imprese in difficoltà, ma ancora sane, su cui concentrare le risorse. Con la riforma della giustizia e la transizione digitale ed ecologica, che ne rappresentano i pilastri, ci si aspetta una maggiore competitività dell’intero sistema Paese e, di conseguenza, dell’industria del credito che ne beneficerà a tutti i livelli.
I servicer giocheranno una partita fondamentale e dovranno focalizzarsi su due priorità: la prima è quella di estrarre valore dagli asset esistenti, massimizzando i recuperi, incrementando la produttività ed insistendo sulla transizione verso un modello maggiormente tech-intensive. Probabilmente ci sarà un’ulteriore stagione di concentrazione, dove tutte le aziende punteranno a diventare più grandi e specializzate, guardando anche ai mercati esteri, e ad aumentare il proprio livello di industrializzazione ed efficienza per essere sempre più resilienti, in grado di prevedere gli scenari futuri ed essere pronti ad affrontare eventuali criticità. In vista di una “sperata” estensione dello strumento delle GACS agli UTP, per poter fornire un aiuto concreto all’economia reale, bisogna proteggere l’area high risk dove si gioca la partita delle aziende deboli, ancora sane. Discorso che si lega a doppia mandata alla seconda sfida del settore, ovvero prepararsi alla fase “Beyond NPE” che prevede nuovi flussi di deteriorati. Questa nuova stagione va affrontata diversificando i ricavi ed ampliando la platea degli investitori anche perché il mercato italiano degli NPE, con 658 operazioni e 36,3 miliardi di euro di GBV transato nel corso del 2021, si dimostra sempre più dinamico, diversificato e per questo uno dei più appetibili in Europa. Lo stesso mercato secondario, sebbene debba ancora trovare una sua dimensione contrattuale che lo renda sempre più maturo ed efficiente, ha ormai ha preso il via, registrando operazioni tutto l’anno e potrebbe diventare quasi il mercato principale, come è successo in Spagna dove è partito qualche anno prima.
A proposito di mercato, Moody’s in anteprima nazionale ha fornito alcuni dati di un rapporto che uscirà nei prossimi giorni. Dal 2016 ad oggi l’agenzia ha assegnato rating a 32 operazioni di cessione e per 28 operazioni sono stati calcolati i dati di performance: ben 15 di queste operazioni hanno livelli di recupero al di sotto, in media del 30%, delle attese dello special servicer. La metà delle operazione di cessione sono quindi risultate sottoperformanti e, guardando solo alle operazioni con GACS, la percentuale è addirittura superiore.
È quindi sempre più cruciale, per avere una gestione efficace del credito, puntare alle competenze e investire su tecnologia e digitalizzazione per sviluppare soluzioni sempre più innovative e smart e permettere una specializzazione mirata e performante. Infine la riforma della giustizia dalla quale non si potrà prescindere per poter garantire a tutto il sistema, in primis a chi ci guarda da fuori, tempi certi e processi efficienti.
Il CvSpringDay si è chiuso con una grande novità: Credit Village ha lanciato l’European Credit Challenge (ECC), il primo CONTEST in Europa per valutare i player, le policy e i manager nel settore della gestione e tutela del credito. Si tratta della prima competizione europea in grado di valutare oggettivamente, sui principali KPI delle attività e dei processi richiesti oggi nei servizi per il credito, le aziende e le politiche manageriali più performanti. Il progetto realizza un monitoraggio continuo del comparto “gestione del credito” a livello europeo e nei principali mercati nazionali, colmando un vuoto che ad oggi caratterizza questo settore. I comparti in gara nella challenge sono: NPE Market, Collection, Credit Information & Investigation, Innovation, Technologies and AI. In tre momenti annuali, promossi su numeri speciali di una nuova rivista CVMChamps, saranno pubblicate due classifiche parziali e una finale che saranno analizzate e validate da un comitato scientifico, composto da comprovati esperti a livello nazionale ed europeo, presieduto da Kornel Tinguely, Board Member WIR Bank, già presidente FENCA.
Uno speciale dedicato al CvSpringDay sarà trasmesso su Class CNBC (canale 507 di Sky Italia) martedì 5 aprile alle ore 17.45, con replica mercoledì 6 aprile alle ore 14.50 e sabato 9 aprile alle ore 13.40
Un ringraziamento al Main Sponsor dell’evento Axactor Italy e a tutti gli sponsor: Reviva, PWC, Cribis Credit Management, Hoist Finance, La Scala Società tra Avvocati, Zenith Service, CreditFactor, EuropaFactor, Confidence Investigazioni, Reopla by Sprengnetter, BlockInvest, Nexen
Gruppo Engineering, AZ Info&Collection, Business Defence, Certa Credita, LocamGestioni, MB Credit Solutions.