Mentre per Amco il 2021 si chiude con incassi e redditività in crescita, il 2022 si apre con l’opportunità di un’acquisizione che potrebbe consolidare in maniera significativa la masse in gestione. Il maxi-servicer controllato dal Tesoro, specializzato nel recupero di crediti deteriorati, a quanto risulta al Sole 24Ore è infatti in pista per comprare il servicing di Rev, la piattaforma di gestione crediti nata nel 2015 dalla messa in risoluzione delle quattro banche del Centro Italia, ovvero Popolare Etruria, Banca Marche, Cassa di Chieti e CariFerrara.
Da quanto raccolto, Amco ha infatti già dato piena adesione al bando emesso da Rev nei giorni scorsi e il 30 marzo, secondo indiscrezioni, il board della società guidata da Marina Natale punta ad approvare un’offerta vincolante da presentare al venditore, ovvero Rev e il suo proprietario, il Fondo di Risoluzione istituito presso la stessa Banca d’Italia, in quanto Autorità di risoluzione nazionale.
Come anticipato dal Sole 24Ore lo scorso 4 marzo, Rev ha avviato un’asta per la vendita della piattaforma operativa e il contestuale conferimento della gestione di crediti Npl. Al dossier si stanno interessando i principali servicer italiani ed è realistico che la gara sia destinata a coinvolgere più soggetti. D’altra parte, la coincidenza della natura pubblica del venditore e del potenziale acquirente, rende Amco il candidato “naturale” all’acquisizione, anche per le garanzie che può fornire in termini di mantenimento dei livelli occupazionali della stessa Rev, che conta su una 50ina di dipendenti.
Sul tavolo come noto c’è la gestione di un portafoglio di circa 8,2 miliardi di euro lordi: di questi, 7,16 miliardi sono deteriorati garantiti (47%) e non garantiti (53%), mentre la parte restante (circa 1,1 miliardi), è rappresentata da crediti leasing, in gran parte immobiliare (81%). Ed è proprio al leasing che Amco guarda con attenzione per consolidare la propria posizione.
Nel corso del 2021, l’ex Sga ha generato nuovo business per un totale di circa 0,4 miliardi, in parte derivanti dall’acquisizione da Banca Carige di due portafogli leasing per circa 70 e 18 milioni lordi, a cui si aggiunge l’acquisto da Banca Iccrea di un portafoglio Utp da 26 milioni lordi. Nel complesso gli attivi in gestione hanno così raggiunto i 33 miliardi, di cui 60% sofferenze e 40% unlikely to pay (inadempienze probabili), in leggera diminuzione rispetto a fine 2020 per effetto degli incassi.
Sotto il profilo delle performance, il 2021 per Amco è stato un anno di…
Fonte: Il Sole 24 Ore
Mentre per Amco il 2021 si chiude con incassi e redditività in crescita, il 2022 si apre con l’opportunità di un’acquisizione che potrebbe consolidare in maniera significativa la masse in gestione. Il maxi-servicer controllato dal Tesoro, specializzato nel recupero di crediti deteriorati, a quanto risulta al Sole 24Ore è infatti in pista per comprare il servicing di Rev, la piattaforma di gestione crediti nata nel 2015 dalla messa in risoluzione delle quattro banche del Centro Italia, ovvero Popolare Etruria, Banca Marche, Cassa di Chieti e CariFerrara.
Da quanto raccolto, Amco ha infatti già dato piena adesione al bando emesso da Rev nei giorni scorsi e il 30 marzo, secondo indiscrezioni, il board della società guidata da Marina Natale punta ad approvare un’offerta vincolante da presentare al venditore, ovvero Rev e il suo proprietario, il Fondo di Risoluzione istituito presso la stessa Banca d’Italia, in quanto Autorità di risoluzione nazionale.
Come anticipato dal Sole 24Ore lo scorso 4 marzo, Rev ha avviato un’asta per la vendita della piattaforma operativa e il contestuale conferimento della gestione di crediti Npl. Al dossier si stanno interessando i principali servicer italiani ed è realistico che la gara sia destinata a coinvolgere più soggetti. D’altra parte, la coincidenza della natura pubblica del venditore e del potenziale acquirente, rende Amco il candidato “naturale” all’acquisizione, anche per le garanzie che può fornire in termini di mantenimento dei livelli occupazionali della stessa Rev, che conta su una 50ina di dipendenti.
Sul tavolo come noto c’è la gestione di un portafoglio di circa 8,2 miliardi di euro lordi: di questi, 7,16 miliardi sono deteriorati garantiti (47%) e non garantiti (53%), mentre la parte restante (circa 1,1 miliardi), è rappresentata da crediti leasing, in gran parte immobiliare (81%). Ed è proprio al leasing che Amco guarda con attenzione per consolidare la propria posizione.
Nel corso del 2021, l’ex Sga ha generato nuovo business per un totale di circa 0,4 miliardi, in parte derivanti dall’acquisizione da Banca Carige di due portafogli leasing per circa 70 e 18 milioni lordi, a cui si aggiunge l’acquisto da Banca Iccrea di un portafoglio Utp da 26 milioni lordi. Nel complesso gli attivi in gestione hanno così raggiunto i 33 miliardi, di cui 60% sofferenze e 40% unlikely to pay (inadempienze probabili), in leggera diminuzione rispetto a fine 2020 per effetto degli incassi.
Sotto il profilo delle performance, il 2021 per Amco è stato un anno di…
Fonte: Il Sole 24 Ore