Massima attenzione sul tema dei crediti deteriorati, con una pulizia pressochè radicale del bilancio. E poi focus sull’efficientamento e di una riorganizzazione interna.
Il cantiere dei lavori di Bper in vista della presentazione del nuovo piano industriale è aperto. Le coordinate saranno dettagliate al mercato tra maggio e giugno («più giugno che maggio potrebbe essere il tempo giusto per uscire», ha detto ieri il ceo della banca Piero Luigi Montani) ma alcuni dei punti che saranno al centro dello sviluppo di Bper da qua al 2024 sono già stati messi sul tavolo dal numero uno di Modena. «Siamo di fronte a un’operazione straordinaria che non è ancora chiusa ed è da chiudere – ha detto Montani riferendosi al deal per l’acquisizione di Carige – abbiamo in top line del piano industriale altre operazioni straordinarie che secondo noi sono sicuramente di grande interesse», ha detto Montani. Un riferimento, benchè implicito, non tanto a possibili acquisizioni – oltre a quella di Carige, destinata a concludersi a breve e che sarà inglobata nel nuovo piano, come ovvio – ma piuttosto a operazioni di riorganizzazione interna e di derisking, con possibili cessioni di grandi portafogli di crediti deteriorati. Un indizio chiaro di questo approccio è emerso nell’ambito della presentazione dei conti relativi al 2021. Lo scorso anno la banca ha portato le coperture sulle sofferenze e gli Utp rispettivamente al 72% circa e al 50,4%, con un Npe ratio netto in discesa al 2 per cento, preparando così il terreno per fare una pulizia pressochè totale del bilancio e chiudere così i conti con il passato e concentrarsi sul futuro (fisiologico) flusso di deteriorati.
Il gruppo modenese – che nel 2021 ha riportato un utile netto pari a 525,1 milioni di euro, più del doppio di quanto registrato nel 2020, pari a 245,7 milioni – sta così raccogliendo i frutti dell’incorporazione degli sportelli ex Ubi ma anche dalla…
Fonte: Il Sole 24 Ore
Massima attenzione sul tema dei crediti deteriorati, con una pulizia pressochè radicale del bilancio. E poi focus sull’efficientamento e di una riorganizzazione interna.
Il cantiere dei lavori di Bper in vista della presentazione del nuovo piano industriale è aperto. Le coordinate saranno dettagliate al mercato tra maggio e giugno («più giugno che maggio potrebbe essere il tempo giusto per uscire», ha detto ieri il ceo della banca Piero Luigi Montani) ma alcuni dei punti che saranno al centro dello sviluppo di Bper da qua al 2024 sono già stati messi sul tavolo dal numero uno di Modena. «Siamo di fronte a un’operazione straordinaria che non è ancora chiusa ed è da chiudere – ha detto Montani riferendosi al deal per l’acquisizione di Carige – abbiamo in top line del piano industriale altre operazioni straordinarie che secondo noi sono sicuramente di grande interesse», ha detto Montani. Un riferimento, benchè implicito, non tanto a possibili acquisizioni – oltre a quella di Carige, destinata a concludersi a breve e che sarà inglobata nel nuovo piano, come ovvio – ma piuttosto a operazioni di riorganizzazione interna e di derisking, con possibili cessioni di grandi portafogli di crediti deteriorati. Un indizio chiaro di questo approccio è emerso nell’ambito della presentazione dei conti relativi al 2021. Lo scorso anno la banca ha portato le coperture sulle sofferenze e gli Utp rispettivamente al 72% circa e al 50,4%, con un Npe ratio netto in discesa al 2 per cento, preparando così il terreno per fare una pulizia pressochè totale del bilancio e chiudere così i conti con il passato e concentrarsi sul futuro (fisiologico) flusso di deteriorati.
Il gruppo modenese – che nel 2021 ha riportato un utile netto pari a 525,1 milioni di euro, più del doppio di quanto registrato nel 2020, pari a 245,7 milioni – sta così raccogliendo i frutti dell’incorporazione degli sportelli ex Ubi ma anche dalla…
Fonte: Il Sole 24 Ore