Il 24 novembre 2021, il Parlamento europeo ha approvato la versione finale della direttiva 2021/2167 relativa ai gestori e agli acquirenti di crediti detta anche direttiva NPL per la rilevanza che questa normativa dovrebbe avere con riferimento alle esposizioni deteriorate. Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea dell’8 dicembre scorso gli stati membri avranno di tempo fino al 29 dicembre 2023 per recepirla nei rispettivi ordinamenti giuridici.
L’iter approvativo non è stato breve se si considera che le discussioni sulle prime bozze sono state avviate nel 2018 e che potrebbero essere ancora in corso senza la recente accelerazione nelle negoziazioni dovuta alla crescita degli NPL Ratio a causa della pandemia.
L’obiettivo di fondo della direttiva è la promozione di efficienza e trasparenza sui mercati secondari dei crediti problematici auspicando che possano diventare il canale preferenziale per ridurre sistematicamente la dimensione degli stock NPL a livello europeo. A tal fine viene ritenuta centrale la rimozione delle barriere all’ingresso esistenti, a livello dei singoli stati membri, in particolare con riferimento al trasferimento di NPL dalle banche ad altri soggetti e la semplificazione e armonizzazione dei requisiti di accesso e di operatività per i soggetti che prestano attività di gestione dei crediti.
Un fattore sul quale intervenire al fine di abilitare una domanda potenziale per i crediti deteriorati riguarda l’accesso al mercato da parte di investitori non bancari, che necessitano di un maggiore sviluppo dell’industria degli special servicer.
Ai fini della normativa comunitaria vengono considerati deteriorati i finanziamenti che hanno rimborsi di interessi o quota capitale scaduti da più di novanta giorni e/o per i quali la banca ritiene improbabile che il debitore adempia in pieno alle proprie obbligazioni di credito.
In breve:
- La direttiva NPL lavora per accelerare e regolare lo sviluppo di un mercato secondario degli NPL in Europa attraverso e la supervisione degli special servicer e l’assoggettamento di questa attività a specifica autorizzazione
- Prevede l’introduzione di nuovi requisiti specifici ai quali attenersi nelle
- trattative con i debitori
- nella stesura dei contratti con gli acquirenti di crediti
- negli accordi di mandato con eventuali fornitori esterni per il recupero dei crediti
- Prevede obblighi di informativa nei confronti degli acquirenti, di notifica nei confronti dei debitori ceduti e di segnalazione alle autorità di vigilanza
Mercato secondario degli NPL in Europa
La dimensione degli stock di crediti NPL è da diversi anni una preoccupazione crescente per gli istituti di credito. La Banca Centrale Europea ha recentemente avvertito che scenari avversi potrebbero portare il picco degli NPL a 1400 miliardi di euro entro la fine del 2022. L’UE regola già l’emissione e la distribuzione di una vasta gamma di prodotti finanziari. Il nuovo di riferimento crea delle regole per gli acquirenti e i gestori di crediti emessi dalle banche e dalle loro filiali nell’UE, aumentando la protezione e limitando le opportunità per lo shadow banking. La direttiva ha pertanto la finalità di modificare il quadro normativo per supportare le banche nella riduzione dei NPL e nel trasferimento del rischio , liberando risorse per l’erogazione e rafforzando la stabilità del sistema.
Elementi chiave della direttiva NPL
La direttiva NPL regolamenta gli attori del mercato del credito e i trasferimenti dei contratti di credito stabilendo un nuovo status autorizzativo per gli special servicer e riconosce l’esistenza di un mercato secondario dei crediti creando un quadro dedicato.
Anche se le definizioni possono sembrare non del tutto chiare a prima vista, possono essere riassunte come segue:
- Gli investitori posso acquisire crediti sia dalle banche che hanno inizialmente originato i finanziamenti sia da altri investitori e, a questo proposito, possono fare affidamento sugli special servicer per la gestione di questi accordi
- Gli special servicer offrono attività di gestione e recupero dei crediti.
- Le attività di gestione e recupero consistono in
- ricevere e gestire i pagamenti dei debitori
- rinegoziare i termini dei finanziamenti
- gestire i reclami relativi ai crediti
- informare i debitori delle modifiche dei tassi d’interesse o di altri oneri.
- Gli Special Servicer possono esternalizzare le loro attività recupero a terzi subfornitori di servizi recupero
La direttiva NPL richiede che i credit servicer ottengano un’autorizzazione preventiva prima di poter operare stabilisce che il processo di autorizzazione sarà armonizzato in tutti gli Stati membri e i credit servicer beneficeranno del passaporto europeo per operare in tutta l’UE. Gli Stati membri ospitanti e di origine coopereranno e condivideranno le informazioni pertinenti per garantire il rispetto della direttiva NPL e l’attuazione nazionale. È prevista la possibilità di imporre sanzioni amministrative, penali o misure correttive in caso di non conformità e ogni stato membro dovrà costituire un albo degli special servicer autorizzati.
Non hanno bisogno di autorizzazione per operare in questo segmento le banche, alcune tipologie di professionisti che svolgono attività di finanziamento, ai gestori di fondi di investimento alternativi, alle società di gestione del risparmio e a certe società di investimento autorizzate ai sensi della direttiva UCITS, che non rientrano nel campo di applicazione della direttiva NPL. I servicer già operanti beneficeranno di un periodo di transizione di sei mesi per ottenere l’autorizzazione.
Queste definizioni lasciano spazio all’interpretazione. Alcuni operatori di mercato possono infatti sostenere che le loro attività non fanno scattare alcun obbligo di licenza. In particolare, la distinzione tra special servicer e fornitori di servizi di recupero può sollevare discussioni al momento di valutare se una licenza sia necessaria o meno. L’unica differenza sembra essere il beneficio di un passaporto europeo e lo svolgimento dell’attività di recupero.
Una volta ottenuta la licenza, i credit servicer dovranno rispettare diverse regole di condotta nei confronti dei debitori (ad esempio, evitare qualsiasi molestia, coercizione o influenza indebita, agire in buona fede, fornire informazioni chiare e veritiere), nonché nei confronti degli acquirenti di crediti che li ingaggiano (ad esempio, contenuto del contratto di gestione, notifica preventiva quando ci si affida a fornitori di servizi di credito, tenuta dei registri).
Un nuovo processo specifico per l’acquisto del credito
Le banche saranno tenute a fornire tutte le informazioni necessarie agli acquirenti di crediti per permettere loro di valutare il valore del contratto di credito e la probabilità di recupero del valore.
Inoltre, qualsiasi trasferimento di NPL farà scattare una notifica al debitore, che dovrà essere fatta dall’acquirente del credito o dal gestore del credito che è stato nominato. La direttiva NPL dettaglia il contenuto di tale notifica.
Le banche devono anche informare le autorità competenti sui dettagli dei prestiti trasferiti. L’EBA implementerà progetti di standard tecnici per standardizzare un formato per questo tipo di notifica. Un modello di dati è attualmente in consultazione e dovrebbe essere reso disponibile nel corso del 2022. Con l’adozione della direttiva NPL, il modello di dati sarà incluso nelle norme tecniche di attuazione.
Gli acquirenti di crediti con sede nell’UE non sono tenuti a richiedere una licenza specifica. Dovrebbero tuttavia nominare una banca, un professionista che svolga attività di prestito o un servitore del credito per la gestione degli NPL conclusi con i consumatori. Per quanto riguarda gli acquirenti di crediti con sede in un paese terzo, questo requisito di nomina si applica anche agli NPL conclusi con qualsiasi persona fisica e con le piccole e medie imprese.
Date chiave e prossimi passi
Gli Stati membri hanno tempo fino al 29 dicembre 2023 per implementare la direttiva NPL nella legislazione nazionale. Questo lascia due anni al settore bancario per valutare l’impatto e le opportunità.
Le considerazioni chiave per le banche includono:
- verificare e ridiscutere gli accordi con gli special servicer;
- effettuare eventuali due diligence sui fornitori;
- l’implementazione dei requisiti di corretta informazione nei confronti degli investitori
- l’adeguamento dei processi di reporting.
Gli special servicer dovranno:
- ottenere una licenza di credit servicer e avviare l’iter per il passaporto UE
- implementare nuove regole di condotta e processi di notifica nei confronti dei debitori
- verificare che contratti di cessione e che i mandati nei confronti dei fornitori esterni siano compliant con la nuova normativa
Per leggere la versione integrale della direttiva clicca qui
Il 24 novembre 2021, il Parlamento europeo ha approvato la versione finale della direttiva 2021/2167 relativa ai gestori e agli acquirenti di crediti detta anche direttiva NPL per la rilevanza che questa normativa dovrebbe avere con riferimento alle esposizioni deteriorate. Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea dell’8 dicembre scorso gli stati membri avranno di tempo fino al 29 dicembre 2023 per recepirla nei rispettivi ordinamenti giuridici.
L’iter approvativo non è stato breve se si considera che le discussioni sulle prime bozze sono state avviate nel 2018 e che potrebbero essere ancora in corso senza la recente accelerazione nelle negoziazioni dovuta alla crescita degli NPL Ratio a causa della pandemia.
L’obiettivo di fondo della direttiva è la promozione di efficienza e trasparenza sui mercati secondari dei crediti problematici auspicando che possano diventare il canale preferenziale per ridurre sistematicamente la dimensione degli stock NPL a livello europeo. A tal fine viene ritenuta centrale la rimozione delle barriere all’ingresso esistenti, a livello dei singoli stati membri, in particolare con riferimento al trasferimento di NPL dalle banche ad altri soggetti e la semplificazione e armonizzazione dei requisiti di accesso e di operatività per i soggetti che prestano attività di gestione dei crediti.
Un fattore sul quale intervenire al fine di abilitare una domanda potenziale per i crediti deteriorati riguarda l’accesso al mercato da parte di investitori non bancari, che necessitano di un maggiore sviluppo dell’industria degli special servicer.
Ai fini della normativa comunitaria vengono considerati deteriorati i finanziamenti che hanno rimborsi di interessi o quota capitale scaduti da più di novanta giorni e/o per i quali la banca ritiene improbabile che il debitore adempia in pieno alle proprie obbligazioni di credito.
In breve:
Mercato secondario degli NPL in Europa
La dimensione degli stock di crediti NPL è da diversi anni una preoccupazione crescente per gli istituti di credito. La Banca Centrale Europea ha recentemente avvertito che scenari avversi potrebbero portare il picco degli NPL a 1400 miliardi di euro entro la fine del 2022. L’UE regola già l’emissione e la distribuzione di una vasta gamma di prodotti finanziari. Il nuovo di riferimento crea delle regole per gli acquirenti e i gestori di crediti emessi dalle banche e dalle loro filiali nell’UE, aumentando la protezione e limitando le opportunità per lo shadow banking. La direttiva ha pertanto la finalità di modificare il quadro normativo per supportare le banche nella riduzione dei NPL e nel trasferimento del rischio , liberando risorse per l’erogazione e rafforzando la stabilità del sistema.
Elementi chiave della direttiva NPL
La direttiva NPL regolamenta gli attori del mercato del credito e i trasferimenti dei contratti di credito stabilendo un nuovo status autorizzativo per gli special servicer e riconosce l’esistenza di un mercato secondario dei crediti creando un quadro dedicato.
Anche se le definizioni possono sembrare non del tutto chiare a prima vista, possono essere riassunte come segue:
La direttiva NPL richiede che i credit servicer ottengano un’autorizzazione preventiva prima di poter operare stabilisce che il processo di autorizzazione sarà armonizzato in tutti gli Stati membri e i credit servicer beneficeranno del passaporto europeo per operare in tutta l’UE. Gli Stati membri ospitanti e di origine coopereranno e condivideranno le informazioni pertinenti per garantire il rispetto della direttiva NPL e l’attuazione nazionale. È prevista la possibilità di imporre sanzioni amministrative, penali o misure correttive in caso di non conformità e ogni stato membro dovrà costituire un albo degli special servicer autorizzati.
Non hanno bisogno di autorizzazione per operare in questo segmento le banche, alcune tipologie di professionisti che svolgono attività di finanziamento, ai gestori di fondi di investimento alternativi, alle società di gestione del risparmio e a certe società di investimento autorizzate ai sensi della direttiva UCITS, che non rientrano nel campo di applicazione della direttiva NPL. I servicer già operanti beneficeranno di un periodo di transizione di sei mesi per ottenere l’autorizzazione.
Queste definizioni lasciano spazio all’interpretazione. Alcuni operatori di mercato possono infatti sostenere che le loro attività non fanno scattare alcun obbligo di licenza. In particolare, la distinzione tra special servicer e fornitori di servizi di recupero può sollevare discussioni al momento di valutare se una licenza sia necessaria o meno. L’unica differenza sembra essere il beneficio di un passaporto europeo e lo svolgimento dell’attività di recupero.
Una volta ottenuta la licenza, i credit servicer dovranno rispettare diverse regole di condotta nei confronti dei debitori (ad esempio, evitare qualsiasi molestia, coercizione o influenza indebita, agire in buona fede, fornire informazioni chiare e veritiere), nonché nei confronti degli acquirenti di crediti che li ingaggiano (ad esempio, contenuto del contratto di gestione, notifica preventiva quando ci si affida a fornitori di servizi di credito, tenuta dei registri).
Un nuovo processo specifico per l’acquisto del credito
Le banche saranno tenute a fornire tutte le informazioni necessarie agli acquirenti di crediti per permettere loro di valutare il valore del contratto di credito e la probabilità di recupero del valore.
Inoltre, qualsiasi trasferimento di NPL farà scattare una notifica al debitore, che dovrà essere fatta dall’acquirente del credito o dal gestore del credito che è stato nominato. La direttiva NPL dettaglia il contenuto di tale notifica.
Le banche devono anche informare le autorità competenti sui dettagli dei prestiti trasferiti. L’EBA implementerà progetti di standard tecnici per standardizzare un formato per questo tipo di notifica. Un modello di dati è attualmente in consultazione e dovrebbe essere reso disponibile nel corso del 2022. Con l’adozione della direttiva NPL, il modello di dati sarà incluso nelle norme tecniche di attuazione.
Gli acquirenti di crediti con sede nell’UE non sono tenuti a richiedere una licenza specifica. Dovrebbero tuttavia nominare una banca, un professionista che svolga attività di prestito o un servitore del credito per la gestione degli NPL conclusi con i consumatori. Per quanto riguarda gli acquirenti di crediti con sede in un paese terzo, questo requisito di nomina si applica anche agli NPL conclusi con qualsiasi persona fisica e con le piccole e medie imprese.
Date chiave e prossimi passi
Gli Stati membri hanno tempo fino al 29 dicembre 2023 per implementare la direttiva NPL nella legislazione nazionale. Questo lascia due anni al settore bancario per valutare l’impatto e le opportunità.
Le considerazioni chiave per le banche includono:
Gli special servicer dovranno:
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