I vertici dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana) hanno inviato nei giorni scorsi una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, ai Ministri competenti e al Governatore della Banca d’Italia, con la richiesta di un rinnovo ampio delle misure per il credito alle imprese contenuto nel Decreto Liquidità e nei successivi provvedimenti, così da affrontare preparati una potenziale nuova fase di incertezza economica.
Nel dettaglio hanno richiesto che riconfermate nella loro interezza tutte le misure di sostegno alle imprese previste dal cd. Decreto Liquidità dell’8 aprile 2020, e successive modificazioni, con particolare riguardo ai finanziamenti garantiti e alla possibilità di offrire la garanzia pubblica sulle operazioni di ristrutturazione di finanziamenti già erogati innanzitutto per le piccole e medie imprese e sia quanto prima attivata la garanzia SACE a “prezzi di mercato” anch’essa prevista dal citato Decreto Liquidità.
Nella lettera, il Presidente Patuelli e il Direttore Sabatini evidenziano inoltre la necessità che siano sollecitate le Istituzioni Europee a ripristinare le flessibilità inizialmente consentite dall’ EBA in materia di trattamento dei crediti soggetti a misure di “concessione”, come le moratorie, e a modificare la soglia oltre la quale misure di concessione comportano la riclassificazione dell’intera posizione del debitore nella categoria crediti deteriorati. Le richieste avanzate da ABI nascono dalla ripresa violenta della pandemia in Europa e in Italia e dalle conseguenze sulle attività economiche unitamente ai forti rincari nei prezzi dell’energia e al permanere delle difficoltà nelle catene degli approvvigionamenti di materie prime e componenti elettronici che hanno sostanzialmente modificato il quadro in base al quale erano state rimodulate le misure di sostegno alle imprese nella legge di bilancio in una logica di progressivo rientro verso condizioni di normalità che ancora non sussistono.
Lo scenario 2022 è chiaramente molto differente da quello 2020, ma resta la necessità di sostenere gli operatori economici del Paese, molti dei quali si sono ritrovati a dover fronteggiare nuove (e per certi versi inaspettate) chiusure e restrizioni, dopo che il secondo semestre 2021 aveva fatto sperare in una ripartenza solida. L’andamento della pandemia continua a incidere profondamente sull’economia reale, creando scenari di incertezza che impediscono quello slancio auspicato dallo stesso Governo e sostenuto dalle misure contenute nella Legge di Bilancio e nel PNRR.
Sullo sfondo, uno scenario europeo in cui oltre alla pandemia imperversano altre pericolose variabili di mercato, come i prezzi dell’energia e la crisi della supply chain anche in comparti chiave, dall’Automotive all’Elettronica, dal Manifatturiero al Made in Italy.
Da qui la richiesta del Sistema Credito di nuovi prestiti garantiti, con la possibilità di offrire coperture pubbliche sulle operazioni di ristrutturazione di finanziamenti già erogati, soprattutto per le piccole e medie imprese (PMI). L’ABI insiste anche sulla tempestiva attivazione della garanzia SACE a prezzi di mercato, prevista dallo stesso Decreto Liquidità. Infine, si sollecita il coinvolgimento delle istituzioni europee affinché si possa ripristinare le flessibilità EBA su temi caldi come quello delle moratorie e dei crediti deteriorati.
L’Esecutivo Draghi si è più volte espresso in favore di una politica economica espansiva ed emergenziale allo stesso tempo, almeno fino al 2024. La Legge di Bilancio, di fatto, non solo ha previsto il finanziamento di numerosi fondi settoriali per l’erogazione di aiuti ai comparti più penalizzati della crisi pandemica – ed in arrivo potrebbero esserci nuovi decreti contenenti ristori e contributi a fondo perduto, nonché un pacchetto eterogeneo di aiuti per affrontare le nuove incognite di mercato ed il rincaro dei prezzi delle materie prime – ma ha anche già messo in cantiere il rifinanziamento delle misure del DL Liquidità Imprese:
- per i prestiti fino a 30mila euro, la copertura del Fondo di Garanzia PMI resta ma ridotta all’80% dal Fondo di Garanzia PMI;
- per lo strumento “Garanzia Italia” di SACE, dal 1° luglio decadono i prestiti agevolati ma restano fino al 31 dicembre i finanziamenti fino a 5 milioni di euro.
Ai 3 dicembre scorso risultavano attivate richieste di finanziamento ai sensi dell’art. 13 del DL Liquidità (Fondo di Garanzia per le PMI) pari a 1,87 milioni di euro, per un importo superiore a 169 miliardi. Alla stessa data, risultavano erogati prestiti a fronte di circa il 94% delle domande.
I vertici dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana) hanno inviato nei giorni scorsi una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, ai Ministri competenti e al Governatore della Banca d’Italia, con la richiesta di un rinnovo ampio delle misure per il credito alle imprese contenuto nel Decreto Liquidità e nei successivi provvedimenti, così da affrontare preparati una potenziale nuova fase di incertezza economica.
Nel dettaglio hanno richiesto che riconfermate nella loro interezza tutte le misure di sostegno alle imprese previste dal cd. Decreto Liquidità dell’8 aprile 2020, e successive modificazioni, con particolare riguardo ai finanziamenti garantiti e alla possibilità di offrire la garanzia pubblica sulle operazioni di ristrutturazione di finanziamenti già erogati innanzitutto per le piccole e medie imprese e sia quanto prima attivata la garanzia SACE a “prezzi di mercato” anch’essa prevista dal citato Decreto Liquidità.
Nella lettera, il Presidente Patuelli e il Direttore Sabatini evidenziano inoltre la necessità che siano sollecitate le Istituzioni Europee a ripristinare le flessibilità inizialmente consentite dall’ EBA in materia di trattamento dei crediti soggetti a misure di “concessione”, come le moratorie, e a modificare la soglia oltre la quale misure di concessione comportano la riclassificazione dell’intera posizione del debitore nella categoria crediti deteriorati. Le richieste avanzate da ABI nascono dalla ripresa violenta della pandemia in Europa e in Italia e dalle conseguenze sulle attività economiche unitamente ai forti rincari nei prezzi dell’energia e al permanere delle difficoltà nelle catene degli approvvigionamenti di materie prime e componenti elettronici che hanno sostanzialmente modificato il quadro in base al quale erano state rimodulate le misure di sostegno alle imprese nella legge di bilancio in una logica di progressivo rientro verso condizioni di normalità che ancora non sussistono.
Lo scenario 2022 è chiaramente molto differente da quello 2020, ma resta la necessità di sostenere gli operatori economici del Paese, molti dei quali si sono ritrovati a dover fronteggiare nuove (e per certi versi inaspettate) chiusure e restrizioni, dopo che il secondo semestre 2021 aveva fatto sperare in una ripartenza solida. L’andamento della pandemia continua a incidere profondamente sull’economia reale, creando scenari di incertezza che impediscono quello slancio auspicato dallo stesso Governo e sostenuto dalle misure contenute nella Legge di Bilancio e nel PNRR.
Sullo sfondo, uno scenario europeo in cui oltre alla pandemia imperversano altre pericolose variabili di mercato, come i prezzi dell’energia e la crisi della supply chain anche in comparti chiave, dall’Automotive all’Elettronica, dal Manifatturiero al Made in Italy.
Da qui la richiesta del Sistema Credito di nuovi prestiti garantiti, con la possibilità di offrire coperture pubbliche sulle operazioni di ristrutturazione di finanziamenti già erogati, soprattutto per le piccole e medie imprese (PMI). L’ABI insiste anche sulla tempestiva attivazione della garanzia SACE a prezzi di mercato, prevista dallo stesso Decreto Liquidità. Infine, si sollecita il coinvolgimento delle istituzioni europee affinché si possa ripristinare le flessibilità EBA su temi caldi come quello delle moratorie e dei crediti deteriorati.
L’Esecutivo Draghi si è più volte espresso in favore di una politica economica espansiva ed emergenziale allo stesso tempo, almeno fino al 2024. La Legge di Bilancio, di fatto, non solo ha previsto il finanziamento di numerosi fondi settoriali per l’erogazione di aiuti ai comparti più penalizzati della crisi pandemica – ed in arrivo potrebbero esserci nuovi decreti contenenti ristori e contributi a fondo perduto, nonché un pacchetto eterogeneo di aiuti per affrontare le nuove incognite di mercato ed il rincaro dei prezzi delle materie prime – ma ha anche già messo in cantiere il rifinanziamento delle misure del DL Liquidità Imprese:
Ai 3 dicembre scorso risultavano attivate richieste di finanziamento ai sensi dell’art. 13 del DL Liquidità (Fondo di Garanzia per le PMI) pari a 1,87 milioni di euro, per un importo superiore a 169 miliardi. Alla stessa data, risultavano erogati prestiti a fronte di circa il 94% delle domande.