Il Risiko bancario entra nel vivo con la presenza di ben tre possibili pretendenti per Carige. Secondo indiscrezioni diffuse dal Sole24Ore e Milano Finanza le offerte pervenute al Fondo Interbancario – azionista all’80% dell’istituto ligure – sarebbero state formulate da Credit Agricole Italia e dal fondo Cerberus che si aggiungerebbero a BPER che per prima si era fatta avanti.
I mercati azionari sembrano apprezzare la competizione e hanno attribuito alle azioni della banca un rialzo del +9,12% portando la quotazione a superare per la prima volta il il prezzo dell’offerta pubblica da 0,80 euro per azione ipotizzata nella manifestazione d’interessi di Bper, che prevedeva una ricapitalizzazione precauzionale di circa un miliardo. . Secondo le indiscrezioni circolate le richieste in tal senso da parte dei nuovi offerenti sarebbero inferiori e potrebbero attestarsi nell’ordine dei 700 milioni.
Secondo quanto riportato dai due periodici a breve potrebbe esserci anche un annuncio del gruppo modenese. Da un lato Bper potrebbe ritoccare l’offerta di dicembre, allentando alcuni paletti, ponendo però sempre come condizione l’ottenimento dell’esclusiva. Dall’altro lato non si può escludere che, contrariato dalla gestione della partita, l’istituto guidato da Piero Montani decida di fare un passo indietro abbandonando il tavolo delle trattative.
Allo stato il fondo interbancario dovrebbe procedere speditamente per riuscire a definire il deal entro giugno quando scadrà il bonus legato alla trasformazione delle dta in crediti fiscali che per la cassa genovese vale 400 milioni.
Tra gli azionisti del Fitd ci sono posizioni differenziate in particolare sulla base della dimensione dei partecipanti. I due istituti più grandi sarebbero favorevoli ad una risoluzione veloce in favore di BPER, mentre, tra gli istituti medi e piccoli si registrano malumori riguardo alla necessità di reintegrare il fondo dopo la ricapitalizzazione. Uno sforzo ingente che si andrebbe aggiungere a quelli sostenuti negli anni scorsi, come il salvataggio della Popolare di Bari costato oltre un miliardo. Proprio per evitare altre situazioni di questo genere, lo scorso anno il Fitd ha modificato lo statuto inserendo un limite massimo per gli interventi a sostegno di banche in crisi. Il tetto massimo è oggi di 600-700, una cifra inferiore a quella che Bper ha chiesto a dicembre e, si mormora, vicina a quella che a breve potrebbe chiedere Agricole per sedersi al tavolo della trattativa.
Il Risiko bancario entra nel vivo con la presenza di ben tre possibili pretendenti per Carige. Secondo indiscrezioni diffuse dal Sole24Ore e Milano Finanza le offerte pervenute al Fondo Interbancario – azionista all’80% dell’istituto ligure – sarebbero state formulate da Credit Agricole Italia e dal fondo Cerberus che si aggiungerebbero a BPER che per prima si era fatta avanti.
I mercati azionari sembrano apprezzare la competizione e hanno attribuito alle azioni della banca un rialzo del +9,12% portando la quotazione a superare per la prima volta il il prezzo dell’offerta pubblica da 0,80 euro per azione ipotizzata nella manifestazione d’interessi di Bper, che prevedeva una ricapitalizzazione precauzionale di circa un miliardo. . Secondo le indiscrezioni circolate le richieste in tal senso da parte dei nuovi offerenti sarebbero inferiori e potrebbero attestarsi nell’ordine dei 700 milioni.
Secondo quanto riportato dai due periodici a breve potrebbe esserci anche un annuncio del gruppo modenese. Da un lato Bper potrebbe ritoccare l’offerta di dicembre, allentando alcuni paletti, ponendo però sempre come condizione l’ottenimento dell’esclusiva. Dall’altro lato non si può escludere che, contrariato dalla gestione della partita, l’istituto guidato da Piero Montani decida di fare un passo indietro abbandonando il tavolo delle trattative.
Allo stato il fondo interbancario dovrebbe procedere speditamente per riuscire a definire il deal entro giugno quando scadrà il bonus legato alla trasformazione delle dta in crediti fiscali che per la cassa genovese vale 400 milioni.
Tra gli azionisti del Fitd ci sono posizioni differenziate in particolare sulla base della dimensione dei partecipanti. I due istituti più grandi sarebbero favorevoli ad una risoluzione veloce in favore di BPER, mentre, tra gli istituti medi e piccoli si registrano malumori riguardo alla necessità di reintegrare il fondo dopo la ricapitalizzazione. Uno sforzo ingente che si andrebbe aggiungere a quelli sostenuti negli anni scorsi, come il salvataggio della Popolare di Bari costato oltre un miliardo. Proprio per evitare altre situazioni di questo genere, lo scorso anno il Fitd ha modificato lo statuto inserendo un limite massimo per gli interventi a sostegno di banche in crisi. Il tetto massimo è oggi di 600-700, una cifra inferiore a quella che Bper ha chiesto a dicembre e, si mormora, vicina a quella che a breve potrebbe chiedere Agricole per sedersi al tavolo della trattativa.