Il mercato potenziale dei mini bond in Italia è in crescita, trainato anche dal green. La stima per il 2022 è di 12,9 miliardi di euro, in aumento del 13% rispetto al potenziale del 2021, di cui oltre la metà, ben 7,5 miliardi, di mini green bond (+15%). Dal 2012 ad oggi il potenziale di emissione per i mini bond è circa due volte superiore al valore effettivo delle emissioni. I dati fanno parte di uno studio di Cerved Rating Agency, presentato durante l’evento “Private Debt Investor Forum” secondo cui vi sono oltre 1.200 imprese “emittenti ideali” di mini bond, di cui 794 potenziali emittenti di “green” mini bond. Queste imprese, se confrontate con le non emittenti, risultano più resilienti sia in termini di rating sia di performance economico finanziarie: nel 2020 hanno mostrato migliori performance in termini di upgrade del rating (6,7% vs 5,2% del campione totale) e di downgrade (32,6% vs 38,6%). Performance che migliorano ulteriormente nel 2021 con upgrade del 16,9% vs 7,3% e downgrade del 14,6% vs 29,6%.
L’identikit di queste imprese comprende un rating outstanding emesso dall’Agenzia Investment Grade, un fatturato compreso fra 5 e 500 milioni di euro e un tasso di crescita annuale dei ricavi maggiore del 5% e un margine operativo lordo medio maggiore del 10% gli ultimi tre anni. A livello regionale la maggior parte delle imprese è situata al Nord, con quasi 900 imprese tra Nord-Ovest e Nord-Est, e si tratta per la maggior parte di aziende di medie dimensioni (59,4%) che operano per lo più in attività manifatturiere (27,2%) e produzione di macchinari (12,4%).
La sostenibilità gioca un ruolo sempre più rilevante con un mercato potenziale di mini green bond pari a 7,5 miliardi di euro per il 2022 e oltre 794 potenziali nuovi emittenti green appartenenti agli 8 settori maggiormente esposti alla transizione energetica: attività manifatturiere, fornitura di energia elettrica e gas, fornitura di acqua, costruzioni, trasporto e magazzinaggio, servizi di informazione e comunicazione, attività immobiliari e agricoltura. Si conferma la stessa tendenza a livello regionale, con la maggior parte delle imprese situate al Nord (289 al Nord-Ovest e 285 al Nord-Est, 115 al Centro, 85 al Sud e 20 nelle isole).
Questi dati sono comunque basati su un miglior contesto macroeconomico, attuale
e prospettico, e una ripresa degli investimenti trainati anche dal PNRR. Permangono tuttavia alcuni elementi di incertezza, tra cui le nuove varianti di Covid-19, la carenza di alcune materie prime e componentistica e un ulteriore aumento dei prezzi delle commodities, che potrebbero far rivedere al ribasso la stima.
“Il mercato italiano dei mini bond, seppur in crescita anche nel biennio pandemico, ha ancora ampi margini di sviluppo – ha affermato Fabrizio Negri, AD di Cerved Rating Agency – Dalla analisi bottom up condotta sui nostri oltre 30.000 rating – applicando i criteri di selezione adottati dagli investitori – risulta che vi sono oltre 1.2000 potenziali nuovi emittenti; inoltre l’esperienza recente conferma come le società emittenti evidenzino performance migliori rispetto alle non emittenti, a conferma del buon funzionamento del mercato”.
Il mercato potenziale dei mini bond in Italia è in crescita, trainato anche dal green. La stima per il 2022 è di 12,9 miliardi di euro, in aumento del 13% rispetto al potenziale del 2021, di cui oltre la metà, ben 7,5 miliardi, di mini green bond (+15%). Dal 2012 ad oggi il potenziale di emissione per i mini bond è circa due volte superiore al valore effettivo delle emissioni. I dati fanno parte di uno studio di Cerved Rating Agency, presentato durante l’evento “Private Debt Investor Forum” secondo cui vi sono oltre 1.200 imprese “emittenti ideali” di mini bond, di cui 794 potenziali emittenti di “green” mini bond. Queste imprese, se confrontate con le non emittenti, risultano più resilienti sia in termini di rating sia di performance economico finanziarie: nel 2020 hanno mostrato migliori performance in termini di upgrade del rating (6,7% vs 5,2% del campione totale) e di downgrade (32,6% vs 38,6%). Performance che migliorano ulteriormente nel 2021 con upgrade del 16,9% vs 7,3% e downgrade del 14,6% vs 29,6%.
L’identikit di queste imprese comprende un rating outstanding emesso dall’Agenzia Investment Grade, un fatturato compreso fra 5 e 500 milioni di euro e un tasso di crescita annuale dei ricavi maggiore del 5% e un margine operativo lordo medio maggiore del 10% gli ultimi tre anni. A livello regionale la maggior parte delle imprese è situata al Nord, con quasi 900 imprese tra Nord-Ovest e Nord-Est, e si tratta per la maggior parte di aziende di medie dimensioni (59,4%) che operano per lo più in attività manifatturiere (27,2%) e produzione di macchinari (12,4%).
La sostenibilità gioca un ruolo sempre più rilevante con un mercato potenziale di mini green bond pari a 7,5 miliardi di euro per il 2022 e oltre 794 potenziali nuovi emittenti green appartenenti agli 8 settori maggiormente esposti alla transizione energetica: attività manifatturiere, fornitura di energia elettrica e gas, fornitura di acqua, costruzioni, trasporto e magazzinaggio, servizi di informazione e comunicazione, attività immobiliari e agricoltura. Si conferma la stessa tendenza a livello regionale, con la maggior parte delle imprese situate al Nord (289 al Nord-Ovest e 285 al Nord-Est, 115 al Centro, 85 al Sud e 20 nelle isole).
Questi dati sono comunque basati su un miglior contesto macroeconomico, attuale
e prospettico, e una ripresa degli investimenti trainati anche dal PNRR. Permangono tuttavia alcuni elementi di incertezza, tra cui le nuove varianti di Covid-19, la carenza di alcune materie prime e componentistica e un ulteriore aumento dei prezzi delle commodities, che potrebbero far rivedere al ribasso la stima.
“Il mercato italiano dei mini bond, seppur in crescita anche nel biennio pandemico, ha ancora ampi margini di sviluppo – ha affermato Fabrizio Negri, AD di Cerved Rating Agency – Dalla analisi bottom up condotta sui nostri oltre 30.000 rating – applicando i criteri di selezione adottati dagli investitori – risulta che vi sono oltre 1.2000 potenziali nuovi emittenti; inoltre l’esperienza recente conferma come le società emittenti evidenzino performance migliori rispetto alle non emittenti, a conferma del buon funzionamento del mercato”.