In attesa dell’evento ecco il commento del nostro Direttore Editoriale, Gianpaolo Luzzi.
Nel prossimo CvDay, (finalmente in presenza, ancorchè calmierata), si cercherà di capire lo stato dell’arte di tre temi dibattuti nel mondo della credit industry: la smaterializzazione del posto del lavoro; l’innovazione tecnologica e la contrapposizione tra service grandi e piccoli.
La prima tavola si focalizzerà sui nuovi modelli organizzativi del lavoro, che hanno avuto un’accelerazione e sono stati portati alla ribalta dall’emergenza sanitaria.
Si cercherà di capire concretamente cosa significa lavoro agile, quali sono i nuovi concetti di ufficio e spazi lavorativi sempre più smaterializzati, che si stanno affermando nel mondo del credito e quali saranno i suoi sviluppi futuri.
Cercando di esplorarne vantaggi e limiti direttamente con chi vive il fenomeno tutti i giorni.
La seconda tavola rotonda sarà invece incentrata sull’innovazione tecnologica. Si indagherà se e quando i robot potranno sostituire l’essere umano nella collection.
Fino a che punto algoritmi, intelligenza artificiale, sistemi esperti, call e chat both potranno gestire i crediti in autonomia. Ed ancora, se strumenti quali le machine learning, i data set, l’arricchimento delle notizie sul debitore, la clusterizzazione delle pratiche in base alla valutazione di recuperabilità; che sicuramente aumentano l’efficacia del recupero, siano davvero in grado di farlo nel rispetto dei diritti delle parti in gioco e della normativa in vigore, da quella sulla privacy, al codice del consumo. Con una riflessione sugli impatti che tali strumenti avranno sull’occupazione del settore call center.
Infine, la terza e ultima sessione, dal provocatorio titolo: “Servicer: big better than small?” si concentrerà sul mercato del servicing che, negli ultimi anni, ha vissuto un processo evolutivo importante che ne ha ridisegnato completamente gli assetti. Infatti, in seguito a numerose aggregazioni; la scesa in campo di grossi investitori, anche bancari; e (rare) crescite endogene; oggi il distacco tra “grande” e “piccolo” si è marcato, e player con fatturati che fino a 5 anni fa li avrebbero collocati tra i grandi, sono considerati medi, e così a scendere. Si cercherà, quindi, di scoprire qual è il rapporto fra questi tipi di operatori, quali saranno le strategie di ognuno per affermarsi nel prossimo futuro (o sopravvivere). Come si orienterà il mercato e perché si sceglie l’uno o l’altro. Se c’è o meno un tema di responsabilità sociale da parte della grande committenza nella scelta o nell’esclusione di partner legata alle dimensioni del fatturato. Posto che su questi presupposti potrebbe vedersi un’alterazione del mercato. Si cercherà poi di capire l’impatto del tema della compliance sulle strutture e organizzazione dei service. E, ancora, del sub appalto sempre più dilagante nel settore, ancorché ufficialmente escluso.
Insomma, temi caldi che renderanno ancora una volta imperdibile l’appuntamento d’autunno del Credit Village!
In attesa dell’evento ecco il commento del nostro Direttore Editoriale, Gianpaolo Luzzi.
Nel prossimo CvDay, (finalmente in presenza, ancorchè calmierata), si cercherà di capire lo stato dell’arte di tre temi dibattuti nel mondo della credit industry: la smaterializzazione del posto del lavoro; l’innovazione tecnologica e la contrapposizione tra service grandi e piccoli.
La prima tavola si focalizzerà sui nuovi modelli organizzativi del lavoro, che hanno avuto un’accelerazione e sono stati portati alla ribalta dall’emergenza sanitaria.
Si cercherà di capire concretamente cosa significa lavoro agile, quali sono i nuovi concetti di ufficio e spazi lavorativi sempre più smaterializzati, che si stanno affermando nel mondo del credito e quali saranno i suoi sviluppi futuri.
Cercando di esplorarne vantaggi e limiti direttamente con chi vive il fenomeno tutti i giorni.
La seconda tavola rotonda sarà invece incentrata sull’innovazione tecnologica. Si indagherà se e quando i robot potranno sostituire l’essere umano nella collection.
Fino a che punto algoritmi, intelligenza artificiale, sistemi esperti, call e chat both potranno gestire i crediti in autonomia. Ed ancora, se strumenti quali le machine learning, i data set, l’arricchimento delle notizie sul debitore, la clusterizzazione delle pratiche in base alla valutazione di recuperabilità; che sicuramente aumentano l’efficacia del recupero, siano davvero in grado di farlo nel rispetto dei diritti delle parti in gioco e della normativa in vigore, da quella sulla privacy, al codice del consumo. Con una riflessione sugli impatti che tali strumenti avranno sull’occupazione del settore call center.
Infine, la terza e ultima sessione, dal provocatorio titolo: “Servicer: big better than small?” si concentrerà sul mercato del servicing che, negli ultimi anni, ha vissuto un processo evolutivo importante che ne ha ridisegnato completamente gli assetti. Infatti, in seguito a numerose aggregazioni; la scesa in campo di grossi investitori, anche bancari; e (rare) crescite endogene; oggi il distacco tra “grande” e “piccolo” si è marcato, e player con fatturati che fino a 5 anni fa li avrebbero collocati tra i grandi, sono considerati medi, e così a scendere. Si cercherà, quindi, di scoprire qual è il rapporto fra questi tipi di operatori, quali saranno le strategie di ognuno per affermarsi nel prossimo futuro (o sopravvivere). Come si orienterà il mercato e perché si sceglie l’uno o l’altro. Se c’è o meno un tema di responsabilità sociale da parte della grande committenza nella scelta o nell’esclusione di partner legata alle dimensioni del fatturato. Posto che su questi presupposti potrebbe vedersi un’alterazione del mercato. Si cercherà poi di capire l’impatto del tema della compliance sulle strutture e organizzazione dei service. E, ancora, del sub appalto sempre più dilagante nel settore, ancorché ufficialmente escluso.
Insomma, temi caldi che renderanno ancora una volta imperdibile l’appuntamento d’autunno del Credit Village!