Il 2021 verrà ricordato a tutti gli effetti come l’anno del green: il concetto di sostenibilità ha ormai conquistato anche il mercato del credito al consumo. Già oggi 8 banche su 10 offrono soluzioni destinate a finanziare l’acquisto di beni a basso impatto ambientale, includendo agevolazioni per i consumatori come piani di ammortamento flessibili, tassi di interesse più bassi e zero spese di istruttorie. Il credito al consumo “green” raggiunge il 7% del mercato, in crescita rispetto al 4% dell’anno precedente, e il suo peso è destinato a crescere. Da parte di chi compra, infatti, c’è la tendenza a sostituire i propri beni e prodotti con altri più sostenibili, generando un risparmio di consumo di materie prime. Da parte di chi vende (per il 43% delle società) questi prodotti rappresentano una priorità maggiore rispetto a quelli tradizionali e questa dinamica è destinata a crescere nei prossimi due/tre anni per oltre il 57% delle aziende intervistate, guidata da una serie di driver, tra cui l’opportunità di migliorare la propria reputazione e immagine aziendale (29%), aumentare la customer loyalty (15%) e allinearsi alle normative vigenti (14%).
E’ il quadro che emerge dalla ricerca “Consumer ESG Credit” – realizzata da CRIF in collaborazione con SDA Bocconi School of Management e Assofin, presentata in occasione dell’edizione 2021 del CRIF Finance Meeting che si è tenuto dall’8 al 12 novembre a Bologna.
La ricerca ha consentito di indagare, per la prima volta in Italia rispetto ai finanziamenti retail, il grado di sensibilità verso le tematiche ESG di un campione di banche generaliste e operatori specializzati nel credito al consumo, rappresentativi del mercato italiano, con l’obiettivo di comprendere come questo fenomeno stia impattando la domanda e l’offerta.
I numeri fotografano un’importante realtà che vede la maggior parte degli intermediari finanziari italiani impegnati a lanciare soluzioni in linea con i nuovi paradigmi ESG, integrando la sostenibilità nel proprio piano strategico. Un aumento di consapevolezza che scaturisce dalla necessità di cogliere le nuove opportunità di business legate ad un PNRR che prevede quasi 70 miliardi di risorse per la transizione ecologica del nostro Paese.
Dall’analisi emerge che le società di credito offrono principalmente soluzioni di prestito green destinati alla mobilità sostenibile, ad impianti a energia rinnovabile, isolamenti termici e altri interventi finalizzati a ridurre l’impatto ambientale delle abitazioni. Circa un quarto dei prestiti finanziati nel 2020 per l’acquisto di autovetture nuove si riferisce a veicoli ibridi ed elettrici e la percentuale sta assumendo valori più elevati nel corso del 2021. Il 50% degli istituti che erogano crediti green include nella propria offerta incentivi per i prestiti destinati all’acquisto di auto e moto a basso impatto ambientale (il 29% propone un piano di ammortamento flessibile o un tasso di interesse più basso, mentre il 21% l’azzeramento delle spese di istruttoria). Rispetto ai prestiti per l’acquisto di beni per la casa, il 64% delle società propone soluzioni legate all’efficientamento energetico delle abitazioni e all’energia rinnovabile che prevedono l’installazione di impianti fotovoltaici e di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici, la realizzazione di opere di isolamento termico dell’involucro dell’abitazione, l’acquisto di elettrodomestici e illuminazione di classe A+ (o superiore) e la sostituzione dei serramenti. Tra le agevolazioni proposte da circa due terzi delle banche e società finanziarie intervistate, il 60% di esse offre un tasso di interesse più basso per tale categoria di prestiti rispetto a quelli tradizionali, mentre il 20% propone un piano di ammortamento flessibile. Per quanto riguarda i prestiti personali, il 44% degli istituti finanziari ha dichiarato di avere evidenza che il prestito concesso sia stato utilizzato per spese e investimenti in prodotti green, quali autovetture ibride o elettriche e impianti per l’efficientamento energetico delle abitazioni.
Secondo Simone Capecchi, executive director di Crif, “la sensibilità dei consumatori verso la sostenibilità e le tematiche ambientali è sempre più elevata, anche se le scelte di acquisto green spesso restano ancora influenzate dal vantaggio economico immediato”.
La strada sul versante di un credito “più pulito” è ancora lunga. Tuttavia, come ha precisato Umberto Filotto, affiliate professor di Banking and insurance di Sda Bocconi “allocare parte degli incentivi pubblici riconosciuti al green sulla componente finanziamenti potrebbe avere effetti importanti, posto che i dati dicono che oltre la metà degli italiani sostiene che la possibilità di accedere ad un finanziamento agevolato aumenterebbe la propria propensione a sostituire gli impianti domestici (es. fotovoltaico, nuova caldaia, ecc.) o l’auto passando a sistemi e tecnologie ecosostenibili”.
Il 2021 verrà ricordato a tutti gli effetti come l’anno del green: il concetto di sostenibilità ha ormai conquistato anche il mercato del credito al consumo. Già oggi 8 banche su 10 offrono soluzioni destinate a finanziare l’acquisto di beni a basso impatto ambientale, includendo agevolazioni per i consumatori come piani di ammortamento flessibili, tassi di interesse più bassi e zero spese di istruttorie. Il credito al consumo “green” raggiunge il 7% del mercato, in crescita rispetto al 4% dell’anno precedente, e il suo peso è destinato a crescere. Da parte di chi compra, infatti, c’è la tendenza a sostituire i propri beni e prodotti con altri più sostenibili, generando un risparmio di consumo di materie prime. Da parte di chi vende (per il 43% delle società) questi prodotti rappresentano una priorità maggiore rispetto a quelli tradizionali e questa dinamica è destinata a crescere nei prossimi due/tre anni per oltre il 57% delle aziende intervistate, guidata da una serie di driver, tra cui l’opportunità di migliorare la propria reputazione e immagine aziendale (29%), aumentare la customer loyalty (15%) e allinearsi alle normative vigenti (14%).
E’ il quadro che emerge dalla ricerca “Consumer ESG Credit” – realizzata da CRIF in collaborazione con SDA Bocconi School of Management e Assofin, presentata in occasione dell’edizione 2021 del CRIF Finance Meeting che si è tenuto dall’8 al 12 novembre a Bologna.
La ricerca ha consentito di indagare, per la prima volta in Italia rispetto ai finanziamenti retail, il grado di sensibilità verso le tematiche ESG di un campione di banche generaliste e operatori specializzati nel credito al consumo, rappresentativi del mercato italiano, con l’obiettivo di comprendere come questo fenomeno stia impattando la domanda e l’offerta.
I numeri fotografano un’importante realtà che vede la maggior parte degli intermediari finanziari italiani impegnati a lanciare soluzioni in linea con i nuovi paradigmi ESG, integrando la sostenibilità nel proprio piano strategico. Un aumento di consapevolezza che scaturisce dalla necessità di cogliere le nuove opportunità di business legate ad un PNRR che prevede quasi 70 miliardi di risorse per la transizione ecologica del nostro Paese.
Dall’analisi emerge che le società di credito offrono principalmente soluzioni di prestito green destinati alla mobilità sostenibile, ad impianti a energia rinnovabile, isolamenti termici e altri interventi finalizzati a ridurre l’impatto ambientale delle abitazioni. Circa un quarto dei prestiti finanziati nel 2020 per l’acquisto di autovetture nuove si riferisce a veicoli ibridi ed elettrici e la percentuale sta assumendo valori più elevati nel corso del 2021. Il 50% degli istituti che erogano crediti green include nella propria offerta incentivi per i prestiti destinati all’acquisto di auto e moto a basso impatto ambientale (il 29% propone un piano di ammortamento flessibile o un tasso di interesse più basso, mentre il 21% l’azzeramento delle spese di istruttoria). Rispetto ai prestiti per l’acquisto di beni per la casa, il 64% delle società propone soluzioni legate all’efficientamento energetico delle abitazioni e all’energia rinnovabile che prevedono l’installazione di impianti fotovoltaici e di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici, la realizzazione di opere di isolamento termico dell’involucro dell’abitazione, l’acquisto di elettrodomestici e illuminazione di classe A+ (o superiore) e la sostituzione dei serramenti. Tra le agevolazioni proposte da circa due terzi delle banche e società finanziarie intervistate, il 60% di esse offre un tasso di interesse più basso per tale categoria di prestiti rispetto a quelli tradizionali, mentre il 20% propone un piano di ammortamento flessibile. Per quanto riguarda i prestiti personali, il 44% degli istituti finanziari ha dichiarato di avere evidenza che il prestito concesso sia stato utilizzato per spese e investimenti in prodotti green, quali autovetture ibride o elettriche e impianti per l’efficientamento energetico delle abitazioni.
Secondo Simone Capecchi, executive director di Crif, “la sensibilità dei consumatori verso la sostenibilità e le tematiche ambientali è sempre più elevata, anche se le scelte di acquisto green spesso restano ancora influenzate dal vantaggio economico immediato”.
La strada sul versante di un credito “più pulito” è ancora lunga. Tuttavia, come ha precisato Umberto Filotto, affiliate professor di Banking and insurance di Sda Bocconi “allocare parte degli incentivi pubblici riconosciuti al green sulla componente finanziamenti potrebbe avere effetti importanti, posto che i dati dicono che oltre la metà degli italiani sostiene che la possibilità di accedere ad un finanziamento agevolato aumenterebbe la propria propensione a sostituire gli impianti domestici (es. fotovoltaico, nuova caldaia, ecc.) o l’auto passando a sistemi e tecnologie ecosostenibili”.