Secondo indiscrezioni diffuse dal Sole24Ore entro la fine del corrente anno dovrebbero venire perfezionate sei cartolarizzazioni di crediti in sofferenza (Npl) per un importo totale di circa 10 miliardi di euro.
Le operazioni più rilevanti per importo sarebbero:
Intesa Sanpaolo per un controvalore compreso tra 2,5 e 3 miliardi
Unicredit per un importo tra 1,5 e 2 miliardi
Credit Agricole Italia per un imprto di circa 2,5 miliardi
La “pulizia di fine anno” descritta dai giornalisti del Sole24Ore include anche alcune altre operazioni di importo minore e le modalità operative sono le stesse per tutte: cedere pacchetti di crediti in sofferenza usando la collaudata tecnica della cartolarizzazione supportata dalla garanzia statale.
Formalmente la possibilità di beneficiare della garanzia statale dovrebbe terminare nel giugno 2022 e la “cosa” di fine anno potrebbe essere anche determinata dalla prospettiva che lo strumento non venga rinnovato come è accaduto già diverse volte a partire dal 2016 anno di introduzione del meccanismo.
Della performance delle operazioni passate (leggi il nostro articolo) ci siamo occuparti in diversi articoli e podcast precedenti.
Non solo a causa del Covid, infatti, delle 26 cartolarizzazioni con garanzie statali realizzate negli anni passati e censite da Scope Ratings, ben 17 hanno performance peggiori rispetto a quanto previsto nei Business Plan originari (leggi il nostro articolo). Alcune sono sotto anche più del 50%. Questo significa che l’attività di recupero-crediti, effettuata da società specializzate (i cosiddetti Servicer), in troppi casi sta dando risultati più che deludenti. E se i recuperi vanno male, prima o poi lo Stato potrebbe essere chiamato a onorare le tranche senior delle cartolarizzazioni.
Secondo indiscrezioni diffuse dal Sole24Ore entro la fine del corrente anno dovrebbero venire perfezionate sei cartolarizzazioni di crediti in sofferenza (Npl) per un importo totale di circa 10 miliardi di euro.
Le operazioni più rilevanti per importo sarebbero:
La “pulizia di fine anno” descritta dai giornalisti del Sole24Ore include anche alcune altre operazioni di importo minore e le modalità operative sono le stesse per tutte: cedere pacchetti di crediti in sofferenza usando la collaudata tecnica della cartolarizzazione supportata dalla garanzia statale.
Formalmente la possibilità di beneficiare della garanzia statale dovrebbe terminare nel giugno 2022 e la “cosa” di fine anno potrebbe essere anche determinata dalla prospettiva che lo strumento non venga rinnovato come è accaduto già diverse volte a partire dal 2016 anno di introduzione del meccanismo.
Della performance delle operazioni passate (leggi il nostro articolo) ci siamo occuparti in diversi articoli e podcast precedenti.
Non solo a causa del Covid, infatti, delle 26 cartolarizzazioni con garanzie statali realizzate negli anni passati e censite da Scope Ratings, ben 17 hanno performance peggiori rispetto a quanto previsto nei Business Plan originari (leggi il nostro articolo). Alcune sono sotto anche più del 50%. Questo significa che l’attività di recupero-crediti, effettuata da società specializzate (i cosiddetti Servicer), in troppi casi sta dando risultati più che deludenti. E se i recuperi vanno male, prima o poi lo Stato potrebbe essere chiamato a onorare le tranche senior delle cartolarizzazioni.