I membri della banca centrale europea tornano a esprimersi: mentre al centro rimane l’incertezza relativa all’inflazione, il focus si sposta sul settore bancario post pandemia. La presidente del board, Christine Lagarde, intervenendo al Forum sulla vigilanza bancaria, ha sottolineato che “la risposta dei responsabili delle politiche alla pandemia è stata audace” insieme a quella del settore bancario, il quale non solo era in una posizione finanziaria forte per resistere allo shock pandemico, ma possedeva anche gli strumenti per rafforzare la risposta comune alla crisi.
“La vigilanza europea ha sfruttato le solide posizioni finanziarie delle banche per sbloccare i prestiti in tutta l’unione bancaria quando l’economia ne aveva urgente bisogno. Le autorità di vigilanza hanno rimosso le barriere prudenziali che impedivano alle banche di mantenere il flusso di credito all’economia, consentendo loro di massimizzare i finanziamenti”, ha proseguito Lagarde.
Secondo la presidente “ora occorre affrontare le conseguenze a lungo termine della pandemia sulla qualità degli asset. Il pieno impatto diventerà visibile solo gradualmente, il che pone sfide alla gestione del rischio di credito. Man mano che tali misure vengono revocate e viene alla luce la vera salute finanziaria delle società, la qualità degli attivi potrebbe risentirne. “In questa fase, è troppo presto per prevedere la traiettoria della qualità degli attivi. L’impatto finale sui crediti deteriorati si verificherà solo con un ritardo di diversi anni e dipenderà in modo cruciale dalla forza della ripresa. Le banche dovrebbero disporre di solidi controlli del rischio per essere attente a questi rischi e affrontarli in anticipo”, ha aggiunto. A questo discorso si è aggiunto il capo della vigilanza della Bce Andrea Enria, il quale ha affermato che “i bassi tassi di interesse della Banca centrale europea stanno ora danneggiando i margini delle banche più di quanto non stiano facendo crescere i volumi dei prestiti e probabilmente continueranno a farlo per un po’”.
L’olandese Klaas Knot, in una tavola rotonda ospitata da Ubs, è tornato invece sul tema caldo del momento: l’inflazione. “È probabile che…
Autore: Rossella Savojardo
Fonte: Milano Finanza
I membri della banca centrale europea tornano a esprimersi: mentre al centro rimane l’incertezza relativa all’inflazione, il focus si sposta sul settore bancario post pandemia. La presidente del board, Christine Lagarde, intervenendo al Forum sulla vigilanza bancaria, ha sottolineato che “la risposta dei responsabili delle politiche alla pandemia è stata audace” insieme a quella del settore bancario, il quale non solo era in una posizione finanziaria forte per resistere allo shock pandemico, ma possedeva anche gli strumenti per rafforzare la risposta comune alla crisi.
“La vigilanza europea ha sfruttato le solide posizioni finanziarie delle banche per sbloccare i prestiti in tutta l’unione bancaria quando l’economia ne aveva urgente bisogno. Le autorità di vigilanza hanno rimosso le barriere prudenziali che impedivano alle banche di mantenere il flusso di credito all’economia, consentendo loro di massimizzare i finanziamenti”, ha proseguito Lagarde.
Secondo la presidente “ora occorre affrontare le conseguenze a lungo termine della pandemia sulla qualità degli asset. Il pieno impatto diventerà visibile solo gradualmente, il che pone sfide alla gestione del rischio di credito. Man mano che tali misure vengono revocate e viene alla luce la vera salute finanziaria delle società, la qualità degli attivi potrebbe risentirne. “In questa fase, è troppo presto per prevedere la traiettoria della qualità degli attivi. L’impatto finale sui crediti deteriorati si verificherà solo con un ritardo di diversi anni e dipenderà in modo cruciale dalla forza della ripresa. Le banche dovrebbero disporre di solidi controlli del rischio per essere attente a questi rischi e affrontarli in anticipo”, ha aggiunto. A questo discorso si è aggiunto il capo della vigilanza della Bce Andrea Enria, il quale ha affermato che “i bassi tassi di interesse della Banca centrale europea stanno ora danneggiando i margini delle banche più di quanto non stiano facendo crescere i volumi dei prestiti e probabilmente continueranno a farlo per un po’”.
L’olandese Klaas Knot, in una tavola rotonda ospitata da Ubs, è tornato invece sul tema caldo del momento: l’inflazione. “È probabile che…
Autore: Rossella Savojardo
Fonte: Milano Finanza