Quando gli aiuti finanziari anti-pandemia saranno archiviati, gli Npl delle banche italiane torneranno a crescere, ma stavolta l’incremento sarà “meno marcato” di quello registrato durante le ultime crisi. È questa l’opinione di Luigi Federico Signorini, direttore generale della Banca d’Italia, intervenuto oggi alla Giornata del Credito.
“Ci attendiamo che le banche preservino un patrimonio adeguato rispetto ai rischi – spiega Signorini – ed è essenziale che continuino ad adottare una politica attenta e prudente di rettifiche su crediti”.
Il Dg di Bankitalia sottolinea poi che anche i timori per un possibile “credit crunch”, diffusi all’inizio della pandemia per l’esperienza della crisi precedente, si sono rivelati infondati: da quando è arrivato il Covid, infatti, “i prestiti alle imprese sono aumentati costantemente fino al marzo di quest’anno, per un importo complessivo di 70 miliardi; successivamente, con la ripresa delle attività, si sono fisiologicamente ridotti, di circa 7 miliardi”.
Perciò, secondo Signorini, “il sistema bancario italiano, come del resto quello di altri paesi, ha retto nel complesso bene l’urto della pandemia”. A differenza di quanto si verificò durante la crisi del 2008, “in questo anno e mezzo le banche sono state in grado di non far mancare il proprio sostegno al sistema produttivo, e hanno contribuito a mitigare i gravissimi effetti della crisi”.
Signorini traccia poi un bilancio della sua…
Fonte: First On Line
Quando gli aiuti finanziari anti-pandemia saranno archiviati, gli Npl delle banche italiane torneranno a crescere, ma stavolta l’incremento sarà “meno marcato” di quello registrato durante le ultime crisi. È questa l’opinione di Luigi Federico Signorini, direttore generale della Banca d’Italia, intervenuto oggi alla Giornata del Credito.
“Ci attendiamo che le banche preservino un patrimonio adeguato rispetto ai rischi – spiega Signorini – ed è essenziale che continuino ad adottare una politica attenta e prudente di rettifiche su crediti”.
Il Dg di Bankitalia sottolinea poi che anche i timori per un possibile “credit crunch”, diffusi all’inizio della pandemia per l’esperienza della crisi precedente, si sono rivelati infondati: da quando è arrivato il Covid, infatti, “i prestiti alle imprese sono aumentati costantemente fino al marzo di quest’anno, per un importo complessivo di 70 miliardi; successivamente, con la ripresa delle attività, si sono fisiologicamente ridotti, di circa 7 miliardi”.
Perciò, secondo Signorini, “il sistema bancario italiano, come del resto quello di altri paesi, ha retto nel complesso bene l’urto della pandemia”. A differenza di quanto si verificò durante la crisi del 2008, “in questo anno e mezzo le banche sono state in grado di non far mancare il proprio sostegno al sistema produttivo, e hanno contribuito a mitigare i gravissimi effetti della crisi”.
Signorini traccia poi un bilancio della sua…
Fonte: First On Line