NPL e crediti deteriorati Scelti per voi

Crediti cattivi, l’Europa corre più dell’Italia

La pandemia ha fatto aumentare del 50% in un solo anno il peso dei crediti semideteriorati (stage 2) in Italia, con una crescita di oltre 70 miliardi. D’altra parte ad oggi il Covid-19 sembra aver peggiorato il portafoglio crediti delle banche in Europa più di quanto non abbia fatto in Italia, dove comunque l’effetto degli accantonamenti continua a farsi sentire.

Sarà forse per l’attenzione dedicata dalle banche italiane alla qualità (e alle coperture) crediti nell’ultimo decennio, oppure per gli effetti benefici della moratorie: fatto sta che la fotografia scattata da Mazars sui bilanci delle principali banche europee segnala un andamento tutto sommato confortante per le banche italiane. La società di revisione e consulenza ha analizzato i dati delle principali banche europee e li ha confrontati con quelli delle maggiori 10 banche italiane (Intesa Sanpaolo, UniCredit, BancoBPm, Mps, Bper, Iccrea, Credem, Cassa Centrale Banca, Banca Popolare di Sondrio, Carige).

Ne emergono alcuni dati chiari. Il primo è che nel corso del 2020, ovvero l’anno della pandemia, le perdite su crediti sul mercato europeo si sono moltiplicate a una velocità quasi tripla (3,5x) rispetto a quanto osservato nel campione italiano (1,35x) nel confronto con il 2019. «Il maggiore incremento delle perdite su crediti delle banche Ue potrebbe essere legato a una più rigida classificazione dei crediti sulla base del principio Ifrs9 allo scoppio della pandemia – spiega Manuel Bellomi, manager di Mazars – o al fatto che le banche Ue scontassero minori svalutazioni sullo stock di crediti rispetto a quanto avessero già fatto in precedenza le banche italiane». Il lungo lavoro di pulizia fatto dalle banche italiane nel corso degli anni, unito al congelamento del pagamento dei debiti (che ha quindi evitato l’ingresso a…

Fonte: Il Sole 24 Ore

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