Il dossier Unicredit- Mps centrale a Piazza Affari e fra le forze politiche dopo la trattativa avviata tra il gruppo guidato dal ceo Andrea Orcel e il ministero dell’Economia e delle Finanze, socio di maggioranza di Mps (64%). La settimana scorsa la banca milanese ha annunciato una trattativa con Siena per rilevare in maniera selettiva parte delle attività commerciali, tolti i rischi legali. Fra l’altro oggi entrambi i titoli sono in rosso, con un Ftse Mib sopra la parità, Mps cede l’1,84% a 1,15 euro, Unicredit l’1,26% a 9,98 euro.
Dell’operazione, dopo il pressing dei partiti, dovrà riferire mercoledì Daniele Franco, a capo del Mef. Al momento, da fonti romane, pare si tratti di un’informativa da parte del ministro e non di un’audizione (non sono ammesse domande, quindi) davanti alle commissioni Finanze di Camera e Senato e forse anche davanti a quelle Bilancio (in tutto sarebbero quattro).
Venerdì Unicredit ha tenuto una conference call fiume di oltre due ore quasi tutta incentrata sull’operazione straordinaria. In tal senso il ceo Orcel ha detto che “tutte le integrazioni sono complicate, ma questa è stata semplificata” e il che timing degli eventi è “giusto”, ora bisogna definire il perimetro di acquisizione. Anche perché l’M&A alla fine dovrà essere neutrale sul capitale, non incidere quindi sul Cet 1 del gruppo includendo nella definizione anche i costi di ristrutturazione e conseguire un miglioramento dell’utile per azione (eps). Un’operazione, quindi, che porterebbe valore per gli azionisti.
Oggi Kepler Cheuvreaux scrive che a questo punto si stanno concretizzando le premesse perché “l’affare si faccia”. La potenziale acquisizione di alcune parti di Mps “potrebbe rafforzare materialmente la posizione competitiva di Unicredit in Italia”, scrivono i broker, verso un ribilanciamento della presenza del gruppo milanese nel Centro-Nord del Paese, aumentando “la massa critica nel retail con la sua offerta digitale e generando
sinergie significative che consentirebbero un miglioramento del ritorno sul valore tangibile atteso rispetto all’opzione standalone”.
L’operazione deve escludere tutti gli Npe classificati tali dalla stessa Mps…
Autore: Elena Dal Maso
Fonte: Milano Finanza
Il dossier Unicredit- Mps centrale a Piazza Affari e fra le forze politiche dopo la trattativa avviata tra il gruppo guidato dal ceo Andrea Orcel e il ministero dell’Economia e delle Finanze, socio di maggioranza di Mps (64%). La settimana scorsa la banca milanese ha annunciato una trattativa con Siena per rilevare in maniera selettiva parte delle attività commerciali, tolti i rischi legali. Fra l’altro oggi entrambi i titoli sono in rosso, con un Ftse Mib sopra la parità, Mps cede l’1,84% a 1,15 euro, Unicredit l’1,26% a 9,98 euro.
Dell’operazione, dopo il pressing dei partiti, dovrà riferire mercoledì Daniele Franco, a capo del Mef. Al momento, da fonti romane, pare si tratti di un’informativa da parte del ministro e non di un’audizione (non sono ammesse domande, quindi) davanti alle commissioni Finanze di Camera e Senato e forse anche davanti a quelle Bilancio (in tutto sarebbero quattro).
Venerdì Unicredit ha tenuto una conference call fiume di oltre due ore quasi tutta incentrata sull’operazione straordinaria. In tal senso il ceo Orcel ha detto che “tutte le integrazioni sono complicate, ma questa è stata semplificata” e il che timing degli eventi è “giusto”, ora bisogna definire il perimetro di acquisizione. Anche perché l’M&A alla fine dovrà essere neutrale sul capitale, non incidere quindi sul Cet 1 del gruppo includendo nella definizione anche i costi di ristrutturazione e conseguire un miglioramento dell’utile per azione (eps). Un’operazione, quindi, che porterebbe valore per gli azionisti.
Oggi Kepler Cheuvreaux scrive che a questo punto si stanno concretizzando le premesse perché “l’affare si faccia”. La potenziale acquisizione di alcune parti di Mps “potrebbe rafforzare materialmente la posizione competitiva di Unicredit in Italia”, scrivono i broker, verso un ribilanciamento della presenza del gruppo milanese nel Centro-Nord del Paese, aumentando “la massa critica nel retail con la sua offerta digitale e generando
sinergie significative che consentirebbero un miglioramento del ritorno sul valore tangibile atteso rispetto all’opzione standalone”.
L’operazione deve escludere tutti gli Npe classificati tali dalla stessa Mps…
Autore: Elena Dal Maso
Fonte: Milano Finanza