Sono cresciuti in un anno del 13% e hanno raggiunto quota 149 miliardi di euro, qualcosa come il 9% del Pil del nostro Paese. Sono i crediti di famiglie e imprese affidati alle società di recupero nel 2020 secondo la fotografia annuale scattata da Unirec, l’Unione nazionale che rappresenta l’80% del mercato. «Le nostre aziende – fa notare il presidente Francesco Vovk – gestiscono crediti per un valore complessivo di poco inferiore al pacchetto di riforme presentato dall’Italia nell’ambito del Pnrr». Proprio per questa ragione, prosegue Vovk, «il nostro ruolo è centrale», perché rintracciare e recuperare quelle somme «significa cercare soluzioni condivise tra debitori e aziende committenti per far ritornare le posizioni in bonis nel caso di arretrati di pagamento e negli altri casi di individuare piani di rientro sostenibili che evitino ai debitori maggiori aggravi di spese che attività di tipo giudiziale comporterebbero». E significa inoltre «liberare liquidità per garantire il circolo virtuoso dell’economia».
Lo stock dei crediti affidati nel 2020 è in aumento ma il suo trend di crescita è meno marcato rispetto all’anno precedente, quando il rialzo era stato del 30 per cento. «È l’effetto delle moratorie introdotte per calmierare l’impatto della pandemia», spiega il presidente di Unirec.
Migliora il recupero
Il 67% delle somme gestite, pari a 100 miliardi, è stato affidato “in conto terzi” (da banche, utilities o fondi) . Qui per la prima volta in cinque anni si registra una flessione degli importi (-0,1% rispetto al 2019) riferiti soprattutto agli arretrati di pagamento, anche in questo caso per effetto delle moratorie.
Complessivamente le società del comparto hanno gestito lo scorso anno 39,9 milioni di pratiche (un dato stabile rispetto al 2019) e più di un terzo di esse (35%) è andato a buon fine. Migliora intanto l’attività di recupero: 11,2 miliardi sono stati scovati, in aumento rispetto ai 9,3 miliardi del 2019. Di essi 10,6 miliardi si riferiscono al conto terzi grazie alle società specializzate in Non performing loans (Npl).
Il 55% degli importi affidati proviene dalle banche, seguite dalle società finanziarie (29%) e dalle utilities (10 per cento). Sono rate del mutuo o di pagamenti non saldate, bollette di…
Fonte: Il Sole 24 Ore
Sono cresciuti in un anno del 13% e hanno raggiunto quota 149 miliardi di euro, qualcosa come il 9% del Pil del nostro Paese. Sono i crediti di famiglie e imprese affidati alle società di recupero nel 2020 secondo la fotografia annuale scattata da Unirec, l’Unione nazionale che rappresenta l’80% del mercato. «Le nostre aziende – fa notare il presidente Francesco Vovk – gestiscono crediti per un valore complessivo di poco inferiore al pacchetto di riforme presentato dall’Italia nell’ambito del Pnrr». Proprio per questa ragione, prosegue Vovk, «il nostro ruolo è centrale», perché rintracciare e recuperare quelle somme «significa cercare soluzioni condivise tra debitori e aziende committenti per far ritornare le posizioni in bonis nel caso di arretrati di pagamento e negli altri casi di individuare piani di rientro sostenibili che evitino ai debitori maggiori aggravi di spese che attività di tipo giudiziale comporterebbero». E significa inoltre «liberare liquidità per garantire il circolo virtuoso dell’economia».
Lo stock dei crediti affidati nel 2020 è in aumento ma il suo trend di crescita è meno marcato rispetto all’anno precedente, quando il rialzo era stato del 30 per cento. «È l’effetto delle moratorie introdotte per calmierare l’impatto della pandemia», spiega il presidente di Unirec.
Migliora il recupero
Il 67% delle somme gestite, pari a 100 miliardi, è stato affidato “in conto terzi” (da banche, utilities o fondi) . Qui per la prima volta in cinque anni si registra una flessione degli importi (-0,1% rispetto al 2019) riferiti soprattutto agli arretrati di pagamento, anche in questo caso per effetto delle moratorie.
Complessivamente le società del comparto hanno gestito lo scorso anno 39,9 milioni di pratiche (un dato stabile rispetto al 2019) e più di un terzo di esse (35%) è andato a buon fine. Migliora intanto l’attività di recupero: 11,2 miliardi sono stati scovati, in aumento rispetto ai 9,3 miliardi del 2019. Di essi 10,6 miliardi si riferiscono al conto terzi grazie alle società specializzate in Non performing loans (Npl).
Il 55% degli importi affidati proviene dalle banche, seguite dalle società finanziarie (29%) e dalle utilities (10 per cento). Sono rate del mutuo o di pagamenti non saldate, bollette di…
Fonte: Il Sole 24 Ore