Grazie alla tecnologie e all’uso del digitale, le aziende attive nel WealthTech, offrono servizi di gestione del risparmio (quasi sempre) tecnologicamente più avanzati e con un superiore livello di servizio al cliente rispetto a quelli degli operatori tradizionali.
Non solo: l’utilizzo del digitale e l’assenza di conflitti di interesse con banche ed intermediari fa si che, secondo un’analisi comparativa realizzata di recente, i costi siano meno della metà rispetto a quelli degli operatori tradizionali.
E si sa: a parità di condizioni, a costi più bassi corrisponde un rendimento per il cliente più elevato. Quasi tutte le società di gestione (gli asset manager) e gli intermediari (banche e consulenti finanziari) sono stati lenti ad adottare le tecnologie digitali.
I motivi? L’interesse a mantenere inalterato lo scenario in cui operano, fatto di rendite di posizione che un cambiamento potrebbe facilmente fare venire meno.
Questo approccio miope è già di per sé un grande errore, ma è un problema che sempre più persone “smart” hanno chiaro e vogliono evitare.
Da una recente ricerca di PricewaterhouseCoopers emerge che già oggi quasi il 50% (anche) delle persone sotto i 45 anni prende in considerazione l’utilizzo di strumenti wealthtech per gestire il proprio denaro.
Per questi risparmiatori oggi il WealthTech è lo scacco al sistema che li ha traditi, o non considerati, troppe volte.
Il testo integrale dell’intervento di Stefano Rossi, Amministratore Delegato Euclidea SIM si può leggere sul numero di luglio della rivista Credit Village.
Euclidea ha riservato uno omaggio virtuale per i lettori di Credit Village che inoltreranno una richiesta di informazioni sui suoi servizi. Per riscattare il tuo omaggio scrivi a Fintechvoice@gmail.com
Grazie alla tecnologie e all’uso del digitale, le aziende attive nel WealthTech, offrono servizi di gestione del risparmio (quasi sempre) tecnologicamente più avanzati e con un superiore livello di servizio al cliente rispetto a quelli degli operatori tradizionali.
Non solo: l’utilizzo del digitale e l’assenza di conflitti di interesse con banche ed intermediari fa si che, secondo un’analisi comparativa realizzata di recente, i costi siano meno della metà rispetto a quelli degli operatori tradizionali.
E si sa: a parità di condizioni, a costi più bassi corrisponde un rendimento per il cliente più elevato. Quasi tutte le società di gestione (gli asset manager) e gli intermediari (banche e consulenti finanziari) sono stati lenti ad adottare le tecnologie digitali.
I motivi? L’interesse a mantenere inalterato lo scenario in cui operano, fatto di rendite di posizione che un cambiamento potrebbe facilmente fare venire meno.
Questo approccio miope è già di per sé un grande errore, ma è un problema che sempre più persone “smart” hanno chiaro e vogliono evitare.
Da una recente ricerca di PricewaterhouseCoopers emerge che già oggi quasi il 50% (anche) delle persone sotto i 45 anni prende in considerazione l’utilizzo di strumenti wealthtech per gestire il proprio denaro.
Per questi risparmiatori oggi il WealthTech è lo scacco al sistema che li ha traditi, o non considerati, troppe volte.
Il testo integrale dell’intervento di Stefano Rossi, Amministratore Delegato Euclidea SIM si può leggere sul numero di luglio della rivista Credit Village.
Euclidea ha riservato uno omaggio virtuale per i lettori di Credit Village che inoltreranno una richiesta di informazioni sui suoi servizi. Per riscattare il tuo omaggio scrivi a Fintechvoice@gmail.com