E’ oggi il giorno di esordio in borsa degli E-bond, il titolo a lungo termine che servirà a finanziare i piani nazionali di ripresa e resilienza. Oggi, infatti, la Commissione europea ha dato il via libera ai primi 5 PNRR di Spagna, Portogallo, Lussemburgo, Danimarca e Grecia. La settimana prossima, tra martedì e mercoledì, è prevista la visita della Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen anche a Roma, per annunciare l’ok al piano di ripresa e resilienza italiano.
La prima tranche del titolo decennale in forma di prestito sindacato verrà collocata sul mercato attraverso Bnp, DZ Bank, HSBC, Morgan Stanley, Imi-Intesa Sanpaolo, i 5 primary dealer che hanno ricevuto il mandato di sondare il campo. Questa prima tranche avrà un importo compreso tra i 10 e i 20 miliardi di euro, e a luglio sono previste altre due emissioni analoghe. A settembre è attesa la prima emissione degli Eu-Bill a breve termine, ovvero titoli con scadenza fino a 24 mesi per un importo di 20 miliardi di euro, che gireranno sulla piattaforma d’asta di collocamento gestita dalla Banca di Francia (le date delle aste e la struttura saranno del programma saranno pubblicati nei prossimi mesi).
In totale, nel 2021 è prevista l’emissione di 80 miliardi di bond a lungo termine per finanziare i primi esborsi, a cominciare dagli anticipi del 13%. I titoli a lungo termine avranno varie scadenze: 3, 5, 7, 10, 15, 20, 25 e 30 anni.
Si tratta di un esordio per l’Unione Europea come grande emittente di debito sovrano; complessivamente l’UE chiederà al mercato 800 miliardi di euro a prezzi correnti, circa 150 miliardi l’anno da qui al 2026.
I piani nazionali vengono valutati in base ad una griglia di 11 criteri, prevista dal regolamento sul “dispositivo per la ripresa e la resilienza”; ad ogni criterio viene assegnato un rating da A, B o C e per avere l’ok bisogna aggiudicarsi almeno otto A tra cui quattro per i criteri che riguardano la capacità del piano di affrontare le sfide individuate nelle Raccomandazioni specifiche per Paese e di contribuire “all’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali anche tramite politiche per l’infanzia e la gioventù”, “alla transizione verde, compresa la biodiversità” e “alla transizione digitale”.
A luglio toccherà al Consiglio Europeo dare l’ok definitivo ai piani nazionali e il via libera ai primi anticipi di risorse per gli Stati membri. Per l’Italia l’anticipo è di 25 miliardi di euro. La Ue valuta i piani nazionali in base alla griglia inserita
E’ oggi il giorno di esordio in borsa degli E-bond, il titolo a lungo termine che servirà a finanziare i piani nazionali di ripresa e resilienza. Oggi, infatti, la Commissione europea ha dato il via libera ai primi 5 PNRR di Spagna, Portogallo, Lussemburgo, Danimarca e Grecia. La settimana prossima, tra martedì e mercoledì, è prevista la visita della Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen anche a Roma, per annunciare l’ok al piano di ripresa e resilienza italiano.
La prima tranche del titolo decennale in forma di prestito sindacato verrà collocata sul mercato attraverso Bnp, DZ Bank, HSBC, Morgan Stanley, Imi-Intesa Sanpaolo, i 5 primary dealer che hanno ricevuto il mandato di sondare il campo. Questa prima tranche avrà un importo compreso tra i 10 e i 20 miliardi di euro, e a luglio sono previste altre due emissioni analoghe. A settembre è attesa la prima emissione degli Eu-Bill a breve termine, ovvero titoli con scadenza fino a 24 mesi per un importo di 20 miliardi di euro, che gireranno sulla piattaforma d’asta di collocamento gestita dalla Banca di Francia (le date delle aste e la struttura saranno del programma saranno pubblicati nei prossimi mesi).
In totale, nel 2021 è prevista l’emissione di 80 miliardi di bond a lungo termine per finanziare i primi esborsi, a cominciare dagli anticipi del 13%. I titoli a lungo termine avranno varie scadenze: 3, 5, 7, 10, 15, 20, 25 e 30 anni.
Si tratta di un esordio per l’Unione Europea come grande emittente di debito sovrano; complessivamente l’UE chiederà al mercato 800 miliardi di euro a prezzi correnti, circa 150 miliardi l’anno da qui al 2026.
I piani nazionali vengono valutati in base ad una griglia di 11 criteri, prevista dal regolamento sul “dispositivo per la ripresa e la resilienza”; ad ogni criterio viene assegnato un rating da A, B o C e per avere l’ok bisogna aggiudicarsi almeno otto A tra cui quattro per i criteri che riguardano la capacità del piano di affrontare le sfide individuate nelle Raccomandazioni specifiche per Paese e di contribuire “all’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali anche tramite politiche per l’infanzia e la gioventù”, “alla transizione verde, compresa la biodiversità” e “alla transizione digitale”.
A luglio toccherà al Consiglio Europeo dare l’ok definitivo ai piani nazionali e il via libera ai primi anticipi di risorse per gli Stati membri. Per l’Italia l’anticipo è di 25 miliardi di euro. La Ue valuta i piani nazionali in base alla griglia inserita