Credito e consumatori Dalla Redazione

Leasing e Nuove Regole Europee per la definizione di default

Il 2021 è iniziato con importanti cambiamenti a livello normativo per banche e finanziarie, sono infatti diventate operative le nuove Linee Guida EBA per la definizione e la classificazione di una posizione debitoria come default.

L’obiettivo era quello di fare un po’ di chiarezza nell’orizzonte europeo, dando vita ad un unico metodo per gestire i propri clienti, riconosciuto ed utilizzato da tutti gli istituti del vecchio continente. Non è infatti un segreto che i comportamenti, adottati dagli istituti finanziari precedentemente, variassero molto da un Paese all’altro. Basti pensare ai giorni medi di ritardo dei pagamenti nel mondo aziende in l’Italia, 72 giorni secondo una ricerca condotta dalla società Atradius per l’anno 2019, e metterlo a confronto con la media europea di 44 giorni, questo dato poi si riduce ulteriormente se si prendono in considerazione i soli paesi nordici.

Le nuove norme prevedono ora che un cliente venga considerato inadempiente se presenta un arretrato di 90 giorni con un importo di almeno 100€, nel caso di privati e pmi, o di 500€, per le imprese di grandi dimensioni e se la soglia di materialità è superiore all’1% dell’esposizione totale nei confronti della banca e/o finanziaria. La classificazione di default sarà infine attribuita a tutti i rapporti che il debitore ha in essere con gli istituti finanziari.

Questo provocherà in automatico, una volta concluso il periodo delle moratorie, un aumento significativo delle posizioni classificate come past due sia nel mondo banking e financial sia nel leasing.

Ed è anche in quest’ultimo settore che si concentrano le preoccupazioni delle diverse controparti coinvolte, in primis quelle di Assilea, la quale già nel 2019 aveva richiesto la possibilità di alzare la soglia dall’1% al 2.5%, per ridurre l’impatto che tale norma avrebbe potuto avere per i propri consociati e clienti.

Dalle valutazioni di Assilea era infatti emerso che su un campione composto da circa 900 mila contratti per un’esposizione totale di 72.5M€, una soglia all’1% avrebbe fatto sì che quasi il 60% del GBV considerato venisse classificato come default, mentre con una soglia al 2.5% tale percentuale sarebbe calata a circa il 35%. Numeri importanti se si pensa che con la precedente soglia del 5%, solo l’1% del valore di outstanding subiva un effettivo declassamento.

Nonostante queste indicazioni, non è stata accolta la richiesta di maggior flessibilità da parte del mondo del leasing, che si trova così ad affrontare nello stesso periodo, insieme con banche e finanziarie, il tema moratorie e impatti Covid-19 oltre all’applicazione delle nuove regole EBA.

Sono convinto che il tessuto produttivo italiano, rappresentato in particolare dalle medie e piccole aziende, avrà difficoltà a riprendersi nell’immediato, poiché una volta che verranno meno le manovre attivate con il Decreto Cura Italia, gli istituti finanziari si vedranno costretti a fare sostanziosi accantonamenti a copertura dei rischi che emergeranno in relazione alla difficoltà dei clienti di ripagare rate e prestiti. Questo contemporaneamente limiterà la loro possibilità di prestare denaro a privati e imprese perché tenderanno a ricercare soluzioni di finanziamento a rischio 0, per evitare di peggiorare i propri indici di bilancio. La concomitanza di queste due circostanze renderà sempre più difficile per le aziende medio piccole accedere a nuovo credito per finanziare i propri processi produttivi e gli effetti potrebbero essere quelli di ritardare ulteriormente la ripresa del ciclo economico.

Sarà ancora più importante, in un simile contesto, gestire in maniera proattiva i propri crediti, affidandosi a specialisti del debt management, come Axactor, e creando processi tailor made per proporre alternative adatte ai differenti interlocutori.

ARTICOLO PUBLIREDAZIONALE