Secondo il Financial Stability Report (FSR) di Maggio, pubblicato dalla Banca Centrale Europea, l’impatto della pandemia non sarà distribuito in modo omogeno tra i diversi paesi e settori dell’economia, ma vedrà concentrarsi il priori effetti su alcune regioni e comparti specifici che presentavano già delle fragilità prima dello shock straordinario (link alla pubblicazione in inglese).
Luis de Guindos, vicepresidente della BCE, ha dichiarato: “Mentre l’area dell’euro emerge dalla terza ondata della pandemia, i rischi per la stabilità finanziaria rimangono elevati e sono diventati più disomogenei. Un maggior peso del debito delle imprese nei paesi con settori di servizi più grandi potrebbe aumentare la pressione sui governi e sulle banche di questi paesi.L’ampio sostegno politico, in particolare per le imprese, potrebbe gradualmente passare da un’ampia base ad una più mirata”
Secondo il report, le varie misure poste in essere dai singoli paesi hanno contribuito a far scendere il livello delle insolvenze delle imprese ai minimi storici durante la pandemia. Tuttavia, man mano che questo sostegno viene gradualmente rimosso, non si possono escludere tassi di insolvenza notevolmente più alti rispetto a prima della pandemia, soprattutto in alcuni paesi dell’area dell’euro. Questo a sua volta potrebbe pesare sui sovrani e sulle banche che hanno fornito sostegno alle imprese durante la pandemia.
Parallelamente, gli ultimi sei mesi hanno visto continui rally in molti mercati finanziari e prezzi più alti nei mercati immobiliari residenziali dell’area euro, aumentando le preoccupazioni per la sopravvalutazione e il potenziale di brusche correzioni dei prezzi degli asset. I recenti aumenti dei rendimenti dei benchmark statunitensi hanno ravvivato le preoccupazioni sul potenziale cambiamento delle condizioni finanziarie. Ciò potrebbe colpire le imprese indebitate, le famiglie, gli emittenti sovrani e gli investitori che negli ultimi anni sono diventati sempre più esposti al rischio di duration, credito e liquidità.
Il sentimento del mercato nei confronti delle banche è sostanzialmente migliorato, come si riflette in un marcato aumento nelle quotazioni delle azioni bancarie dal minimo dello scorso ottobre. Tuttavia, la redditività delle banche rimane debole, mentre le prospettive per la domanda di prestiti sono incerte. La qualità degli attivi bancari è stata finora preservata, ma il rischio di credito potrebbe materializzarsi con un certo ritardo, il che implica la necessità di aumentare gli accantonamenti per perdite sui prestiti. Sono necessarie soluzioni efficaci per gli NPL e il pieno utilizzo delle riserve di capitale disponibili per sostenere la ripresa.
Le istituzioni non bancarie continuano ad avere grandi esposizioni verso società con fondamentali deboli e sono sensibili a uno shock dei rendimenti, data la durata rilevante del loro portafoglio obbligazionario, l’esposizione ai mercati statunitensi e l’alto grado di rischio di liquidità.
Questa edizione del FSR include anche una nuova analisi sull’impatto del cambiamento climatico sulla stabilità finanziaria nell’area dell’euro. Una quota significativa delle esposizioni di prestiti bancari alle imprese potrebbe essere soggetta a un alto livello di rischio fisico legato al clima, con conseguenze dirette sulle operazioni delle imprese o sul collaterale fisico utilizzato per garantire i prestiti. Sia la valutazione dei rischi che l’allocazione dei finanziamenti per sostenere la transizione verso un’economia più verde possono trarre beneficio da un miglioramento delle informazioni e dei dati, così come da standard di finanza verde più chiari. I risultati preliminari dei test di stress climatico indicano chiari benefici dall’agire in anticipo.
Secondo il Financial Stability Report (FSR) di Maggio, pubblicato dalla Banca Centrale Europea, l’impatto della pandemia non sarà distribuito in modo omogeno tra i diversi paesi e settori dell’economia, ma vedrà concentrarsi il priori effetti su alcune regioni e comparti specifici che presentavano già delle fragilità prima dello shock straordinario (link alla pubblicazione in inglese).
Luis de Guindos, vicepresidente della BCE, ha dichiarato: “Mentre l’area dell’euro emerge dalla terza ondata della pandemia, i rischi per la stabilità finanziaria rimangono elevati e sono diventati più disomogenei. Un maggior peso del debito delle imprese nei paesi con settori di servizi più grandi potrebbe aumentare la pressione sui governi e sulle banche di questi paesi.L’ampio sostegno politico, in particolare per le imprese, potrebbe gradualmente passare da un’ampia base ad una più mirata”
Secondo il report, le varie misure poste in essere dai singoli paesi hanno contribuito a far scendere il livello delle insolvenze delle imprese ai minimi storici durante la pandemia. Tuttavia, man mano che questo sostegno viene gradualmente rimosso, non si possono escludere tassi di insolvenza notevolmente più alti rispetto a prima della pandemia, soprattutto in alcuni paesi dell’area dell’euro. Questo a sua volta potrebbe pesare sui sovrani e sulle banche che hanno fornito sostegno alle imprese durante la pandemia.
Parallelamente, gli ultimi sei mesi hanno visto continui rally in molti mercati finanziari e prezzi più alti nei mercati immobiliari residenziali dell’area euro, aumentando le preoccupazioni per la sopravvalutazione e il potenziale di brusche correzioni dei prezzi degli asset. I recenti aumenti dei rendimenti dei benchmark statunitensi hanno ravvivato le preoccupazioni sul potenziale cambiamento delle condizioni finanziarie. Ciò potrebbe colpire le imprese indebitate, le famiglie, gli emittenti sovrani e gli investitori che negli ultimi anni sono diventati sempre più esposti al rischio di duration, credito e liquidità.
Il sentimento del mercato nei confronti delle banche è sostanzialmente migliorato, come si riflette in un marcato aumento nelle quotazioni delle azioni bancarie dal minimo dello scorso ottobre. Tuttavia, la redditività delle banche rimane debole, mentre le prospettive per la domanda di prestiti sono incerte. La qualità degli attivi bancari è stata finora preservata, ma il rischio di credito potrebbe materializzarsi con un certo ritardo, il che implica la necessità di aumentare gli accantonamenti per perdite sui prestiti. Sono necessarie soluzioni efficaci per gli NPL e il pieno utilizzo delle riserve di capitale disponibili per sostenere la ripresa.
Le istituzioni non bancarie continuano ad avere grandi esposizioni verso società con fondamentali deboli e sono sensibili a uno shock dei rendimenti, data la durata rilevante del loro portafoglio obbligazionario, l’esposizione ai mercati statunitensi e l’alto grado di rischio di liquidità.
Questa edizione del FSR include anche una nuova analisi sull’impatto del cambiamento climatico sulla stabilità finanziaria nell’area dell’euro. Una quota significativa delle esposizioni di prestiti bancari alle imprese potrebbe essere soggetta a un alto livello di rischio fisico legato al clima, con conseguenze dirette sulle operazioni delle imprese o sul collaterale fisico utilizzato per garantire i prestiti. Sia la valutazione dei rischi che l’allocazione dei finanziamenti per sostenere la transizione verso un’economia più verde possono trarre beneficio da un miglioramento delle informazioni e dei dati, così come da standard di finanza verde più chiari. I risultati preliminari dei test di stress climatico indicano chiari benefici dall’agire in anticipo.