Non sta avendo vita facile l’offerta di ION, GIC e FSI per Cerved. Il prezzo di 9,5 euro per azione, infatti, è considerato troppo basso da parecchi fondi e infatti da lunedì 19 aprile le quotazioni del gruppo specializzato in business information e gestione del credito a Piazza Affari si mantengono al di sopra del prezzo d’opa. Ieri il titolo ha chiuso a 9,635 euro in leggero aumento dello 0,36%, pari a una capitalizzazione di 1,875 miliardi di euro, contro l’equity value di 1,855 miliardi corrispondenti al prezzo di offerta.
A gettare benzina sul fuoco ieri è stato un articolo di Repubblica che riportava una serie di nomi di fondi (Amber Capital, Boussard & Gavaudan Partners, PSquared Asset Management e Tiedemann) che negli ultimi giorni avrebbero aumentato la loro posizione sul titolo proprio al fine di costringere gli offerenti ad aumentare l’offerta oppure il consiglio di amministrazione a cercare un’alternativa più interessante. mentre a metà aprile Massimo Stabilini, fondatore di Sinclair Capital, in quel momento possessore di una quota dell’1% di Cerved, aveva dichiarato a Reuters che non apporterà il suo pacchetto di azioni all’opa proprio perché il prezzo offerto è troppo basso.
Intanto negli ultimi giorni si sono segnalati parecchi movimenti sul titolo da parte di Morgan Stanley e JP Morgan. In particolare, nell’ultima comunicazione Consob sugli azionisti rilevanti pubblicata venerdì 23 aprile, si legge che JP Morgan il 20 aprile è scesa al 3,874% dal 5,169% ed è uscita dai contratti equity swap che aveva in essere per una partecipazione potenziale pari allo 0,02%; mentre Morgan Stanley il 19 aprile è scesa dal 6,371% (di cui il 5,76% la partecipazione potenziale da contratti di equity swap) al 6,351% (di cui 5,324% in equity swap).
Ricordiamo che l’annuncio dell’opa finalizzata al delisting di Cerved è stato diffuso l’8 marzo da ION Investment Group (fornitore tecnologico globale del settore finanziario, fondato più di 20 anni fa dall’imprenditore italiano Andrea Pignataro), GIC Private Limited (fondo sovrano di Singapore) e FSI (guidato da Maurizio Tamagnini), mentre lo scorso 25 marzo il Documento di offerta è stato depositato in Consob e l’Antitrust ha dato il suo nulla osta all’operazione.
Il prezzo dell’opa su Cerved è di 9,50 euro per azione, pari a un premio del 34,9% rispetto al prezzo ufficiale delle azioni alla data del 5 marzo 2021 e del 43% rispetto alla media aritmetica ponderata dei prezzi ufficiali registrati dalle azioni negli ultimi 12 mesi. Il corrispettivo ha un multiplo implicito 2022 EV/ebitda di 10 volte e un rapporto prezzo/utile di 15,6 volte. Il che significa che in caso di consegna di tutte le azioni oggetto dell’opa, il consorzio di investitori dovrà mettere sul piatto un totale di 1,855 miliardi di euro.
Nel dettaglio, l’opa su Cerved è stata promossa da Castor srl, società controllata dall’irlandese Castor Bidco Holdings Ltd, a sua volta interamente controllata da FermIon Investment Group, società di diritto irlandese partecipata da ION Capital Partners per l’85,75% e da GIC Private Limited per il 10%. Il restante 4,25% di Castor è in mano a investitori istituzionali. L’offerta sarà poi promossa dal veicolo Castor Bidco spa, interamente controllato da Castor srl.
Il 7 marzo scorso inoltre, FSI ha sottoscritto un accordo con Ion per cui FSI si impegna a sottoscrivere, a fronte del versamento di 150 milioni, uno strumento finanziario emesso da Castor Bidco Holdings Limited, riscattabile o convertibile in azioni di categoria speciale della stessa Castor Bidco Holdings. L’offerta è condizionata al fatto che l’offerente arrivi a detenere, all’esito dell’offerta, una partecipazione diretta e/o indiretta superiore al 90% di Cerved (condizione soglia).
Intanto ieri l’Assemblea degli azionisti di Cerved, che ha approvato il bilancio 2020, ha votato contro la proposta presentata da MutuOnline, azionista con il 3,3% del capitale, di distribuire un dividendo straordinario di 0,50 euro per azione.
E’ interessante notare che nella presentazione agli analisti pubblicata lo scorso 26 marzo Cerved aveva dedicato un paio di pagine all’opa prospettata da ION, GIC e FSI, sottolineando il fatto che tra le condizioni dell’offerta ci fosse un riferimento esplicito all’assenza di distribuzione di riserve e di dividendi straordinari. Per questo motivo, proseguiva la presentazione, “il Consiglio di amministrazione si è convinto che una determinazione diversa su questo punto potrebbe immediatamente risultare in un’interferenza nell’esecuzione dell’offerta o nella fine dell’efficacia dell’offerta e, in ogni caso, in una possibile riduzione del prezzo dell’offerta. Il Cda quindi valuterà l’opportunità di proporre la distribuzione di parte delle riserve disponibili nei prossimi mesi, tenendo conto dello scenario e del risultato dell’offerta”. In questo senso, quindi, c’è da registrare un punto a favore di ION, GIC e FSI.
Quanto ai conti di Cerved, hanno evidenziato l’impatto negativo del lockdown da Covid-19 con il gruppo che ha chiuso il 2020 con 480 milioni di euro di ricavi consolidati (da 521 milioni nel 2019), un ebitda rettificato di 202 milioni (da 237 milioni) e un indebitamento finanziario netto di 588 milioni (da 550 milioni). In particolare, il business del credit management, per il quale è in come noto in corso un’asta di vendita, ha registrato ricavi per 152 milioni (da 185 milioni) e un ebitda di 47 milioni (da 72 milioni).
Fonte: BeBeez
Non sta avendo vita facile l’offerta di ION, GIC e FSI per Cerved. Il prezzo di 9,5 euro per azione, infatti, è considerato troppo basso da parecchi fondi e infatti da lunedì 19 aprile le quotazioni del gruppo specializzato in business information e gestione del credito a Piazza Affari si mantengono al di sopra del prezzo d’opa. Ieri il titolo ha chiuso a 9,635 euro in leggero aumento dello 0,36%, pari a una capitalizzazione di 1,875 miliardi di euro, contro l’equity value di 1,855 miliardi corrispondenti al prezzo di offerta.
A gettare benzina sul fuoco ieri è stato un articolo di Repubblica che riportava una serie di nomi di fondi (Amber Capital, Boussard & Gavaudan Partners, PSquared Asset Management e Tiedemann) che negli ultimi giorni avrebbero aumentato la loro posizione sul titolo proprio al fine di costringere gli offerenti ad aumentare l’offerta oppure il consiglio di amministrazione a cercare un’alternativa più interessante. mentre a metà aprile Massimo Stabilini, fondatore di Sinclair Capital, in quel momento possessore di una quota dell’1% di Cerved, aveva dichiarato a Reuters che non apporterà il suo pacchetto di azioni all’opa proprio perché il prezzo offerto è troppo basso.
Intanto negli ultimi giorni si sono segnalati parecchi movimenti sul titolo da parte di Morgan Stanley e JP Morgan. In particolare, nell’ultima comunicazione Consob sugli azionisti rilevanti pubblicata venerdì 23 aprile, si legge che JP Morgan il 20 aprile è scesa al 3,874% dal 5,169% ed è uscita dai contratti equity swap che aveva in essere per una partecipazione potenziale pari allo 0,02%; mentre Morgan Stanley il 19 aprile è scesa dal 6,371% (di cui il 5,76% la partecipazione potenziale da contratti di equity swap) al 6,351% (di cui 5,324% in equity swap).
Ricordiamo che l’annuncio dell’opa finalizzata al delisting di Cerved è stato diffuso l’8 marzo da ION Investment Group (fornitore tecnologico globale del settore finanziario, fondato più di 20 anni fa dall’imprenditore italiano Andrea Pignataro), GIC Private Limited (fondo sovrano di Singapore) e FSI (guidato da Maurizio Tamagnini), mentre lo scorso 25 marzo il Documento di offerta è stato depositato in Consob e l’Antitrust ha dato il suo nulla osta all’operazione.
Il prezzo dell’opa su Cerved è di 9,50 euro per azione, pari a un premio del 34,9% rispetto al prezzo ufficiale delle azioni alla data del 5 marzo 2021 e del 43% rispetto alla media aritmetica ponderata dei prezzi ufficiali registrati dalle azioni negli ultimi 12 mesi. Il corrispettivo ha un multiplo implicito 2022 EV/ebitda di 10 volte e un rapporto prezzo/utile di 15,6 volte. Il che significa che in caso di consegna di tutte le azioni oggetto dell’opa, il consorzio di investitori dovrà mettere sul piatto un totale di 1,855 miliardi di euro.
Nel dettaglio, l’opa su Cerved è stata promossa da Castor srl, società controllata dall’irlandese Castor Bidco Holdings Ltd, a sua volta interamente controllata da FermIon Investment Group, società di diritto irlandese partecipata da ION Capital Partners per l’85,75% e da GIC Private Limited per il 10%. Il restante 4,25% di Castor è in mano a investitori istituzionali. L’offerta sarà poi promossa dal veicolo Castor Bidco spa, interamente controllato da Castor srl.
Il 7 marzo scorso inoltre, FSI ha sottoscritto un accordo con Ion per cui FSI si impegna a sottoscrivere, a fronte del versamento di 150 milioni, uno strumento finanziario emesso da Castor Bidco Holdings Limited, riscattabile o convertibile in azioni di categoria speciale della stessa Castor Bidco Holdings. L’offerta è condizionata al fatto che l’offerente arrivi a detenere, all’esito dell’offerta, una partecipazione diretta e/o indiretta superiore al 90% di Cerved (condizione soglia).
Intanto ieri l’Assemblea degli azionisti di Cerved, che ha approvato il bilancio 2020, ha votato contro la proposta presentata da MutuOnline, azionista con il 3,3% del capitale, di distribuire un dividendo straordinario di 0,50 euro per azione.
E’ interessante notare che nella presentazione agli analisti pubblicata lo scorso 26 marzo Cerved aveva dedicato un paio di pagine all’opa prospettata da ION, GIC e FSI, sottolineando il fatto che tra le condizioni dell’offerta ci fosse un riferimento esplicito all’assenza di distribuzione di riserve e di dividendi straordinari. Per questo motivo, proseguiva la presentazione, “il Consiglio di amministrazione si è convinto che una determinazione diversa su questo punto potrebbe immediatamente risultare in un’interferenza nell’esecuzione dell’offerta o nella fine dell’efficacia dell’offerta e, in ogni caso, in una possibile riduzione del prezzo dell’offerta. Il Cda quindi valuterà l’opportunità di proporre la distribuzione di parte delle riserve disponibili nei prossimi mesi, tenendo conto dello scenario e del risultato dell’offerta”. In questo senso, quindi, c’è da registrare un punto a favore di ION, GIC e FSI.
Quanto ai conti di Cerved, hanno evidenziato l’impatto negativo del lockdown da Covid-19 con il gruppo che ha chiuso il 2020 con 480 milioni di euro di ricavi consolidati (da 521 milioni nel 2019), un ebitda rettificato di 202 milioni (da 237 milioni) e un indebitamento finanziario netto di 588 milioni (da 550 milioni). In particolare, il business del credit management, per il quale è in come noto in corso un’asta di vendita, ha registrato ricavi per 152 milioni (da 185 milioni) e un ebitda di 47 milioni (da 72 milioni).
Fonte: BeBeez