I conti finali si faranno domani, quando si chiuderà il periodo di adesione appena prorogato. Ma con la revisione all’offerta varata nella notte di martedì, il Credit Agricole – che di fatto ha già messo in tasca oltre il 50% del capitale – punta a sbloccare definitivamente la partita dell’Opa lanciata sul Creval.
Ieri si è visto un balzo significativo nelle adesioni: Credit Agricole Italia ha infatti raccolto in una seduta oltre il 15% del capitale che si aggiunge al 22,6% del giorno precedente. In una sola seduta sono state apportate circa 10,5 milioni di azioni, per un totale di circa 26 milioni. Nel complesso, a ieri, la banca francese aveva ufficialmente in mano 38% circa del capitale del Credito Valtellinese. Nella sostanza, tuttavia, tale quota è già oltre il 50%. Martedì sera l’istituto, assistito da Equita, JpMorgan e BonelliErede, ha infatti annunciato di aver ricevuto impegni di adesione da parte del 27,2% del capitale (che solo in parte ha dunque formalmente consegnato le proprie azioni nella seduta di ieri), subordinati proprio alla rinuncia della condizione di superamento del 90% del capitale. Considerando che le adesioni martedì si attestavano al 22,63% del capitale, la quota complessiva in capo all’Agricole sale al 49,83%. Se a questo si aggiunge una quota di circa il 2,5% comprata ai blocchi, il 52% circa è virtualmente già nelle mani dei francesi. Il superamento formale di tale soglia è tuttavia non banale perchè farebbe scattare le adesioni anche dei fondi passivi. Dalla banca francese trapela ottimismo, ma è chiaro che l’obiettivo minimo a questo punto è il raggiungimento non solo del 66,7%, necessario per avere le leve dell’assemblea straordinaria, ma anche il superamento del 90%, che permetterebbe il delisting del Creval.
Il cambio di umore sul mercato – confermato anche dall’andamento del titolo di ieri, a 12,12 euro, sotto prezzo Opa – si è visto anche dai nomi degli azionisti del Creval che hanno deciso di aderire. A partire dalla Dfgd dell’imprenditore francese Denis Dumont (5,3%), per arrivare ad Alta Global Investments (5,1%), Hosking Partners (4,6%), Tig Advisors (4,1%) e Petrus Advisers (3,1%), in gran parte soggetti che nei giorni scorsi si erano opposti ai transalpini, avevano chiesto un adeguamento all’offerta ed espresso appoggio anche in assemblea al management guidato da Luigi Lovaglio, che è assistito da Mediobanca, Bofa, Intermonte e Rccd. Ad uscire allo scoperto per ora è stata Alta Global, che ora «incoraggia altri investitori ad assumere una posizione costruttiva, trarre vantaggio dall’aumento del prezzo e sostenere l’integrazione di Creval con Cai». Si vedrà se altri seguiranno.
Fonte: Il Sole 24 Ore
I conti finali si faranno domani, quando si chiuderà il periodo di adesione appena prorogato. Ma con la revisione all’offerta varata nella notte di martedì, il Credit Agricole – che di fatto ha già messo in tasca oltre il 50% del capitale – punta a sbloccare definitivamente la partita dell’Opa lanciata sul Creval.
Ieri si è visto un balzo significativo nelle adesioni: Credit Agricole Italia ha infatti raccolto in una seduta oltre il 15% del capitale che si aggiunge al 22,6% del giorno precedente. In una sola seduta sono state apportate circa 10,5 milioni di azioni, per un totale di circa 26 milioni. Nel complesso, a ieri, la banca francese aveva ufficialmente in mano 38% circa del capitale del Credito Valtellinese. Nella sostanza, tuttavia, tale quota è già oltre il 50%. Martedì sera l’istituto, assistito da Equita, JpMorgan e BonelliErede, ha infatti annunciato di aver ricevuto impegni di adesione da parte del 27,2% del capitale (che solo in parte ha dunque formalmente consegnato le proprie azioni nella seduta di ieri), subordinati proprio alla rinuncia della condizione di superamento del 90% del capitale. Considerando che le adesioni martedì si attestavano al 22,63% del capitale, la quota complessiva in capo all’Agricole sale al 49,83%. Se a questo si aggiunge una quota di circa il 2,5% comprata ai blocchi, il 52% circa è virtualmente già nelle mani dei francesi. Il superamento formale di tale soglia è tuttavia non banale perchè farebbe scattare le adesioni anche dei fondi passivi. Dalla banca francese trapela ottimismo, ma è chiaro che l’obiettivo minimo a questo punto è il raggiungimento non solo del 66,7%, necessario per avere le leve dell’assemblea straordinaria, ma anche il superamento del 90%, che permetterebbe il delisting del Creval.
Il cambio di umore sul mercato – confermato anche dall’andamento del titolo di ieri, a 12,12 euro, sotto prezzo Opa – si è visto anche dai nomi degli azionisti del Creval che hanno deciso di aderire. A partire dalla Dfgd dell’imprenditore francese Denis Dumont (5,3%), per arrivare ad Alta Global Investments (5,1%), Hosking Partners (4,6%), Tig Advisors (4,1%) e Petrus Advisers (3,1%), in gran parte soggetti che nei giorni scorsi si erano opposti ai transalpini, avevano chiesto un adeguamento all’offerta ed espresso appoggio anche in assemblea al management guidato da Luigi Lovaglio, che è assistito da Mediobanca, Bofa, Intermonte e Rccd. Ad uscire allo scoperto per ora è stata Alta Global, che ora «incoraggia altri investitori ad assumere una posizione costruttiva, trarre vantaggio dall’aumento del prezzo e sostenere l’integrazione di Creval con Cai». Si vedrà se altri seguiranno.
Fonte: Il Sole 24 Ore