NPL e crediti deteriorati Scelti per voi

Ibl fa shopping e punta sugli Npl

Nel grande gioco del Risiko bancario anche i piccoli istituti provano a farsi spazio per creare sinergie e crescere. Tra questi c’è Ibl Banca, gruppo specializzato nella cessione del quinto, che ha appena chiuso l’acquisizione del 100% di due piccole (ma redditizie) realtà del Sud Italia: Banca Capasso e Banca Sconto e Conti Correnti, entrambe detenute fino ad oggi da gruppi famigliari.

Dopo l’ok Bce ricevuto nei giorni scorsi, l’ingresso dei due mini-istituti – una manciata di sportelli in Campania – è occasione per varare una profonda riorganizzazione. Il focus per Ibl – il cui capitale è saldamente in mano alle famiglie Giordano e d’Amelio, entrambe al 50% – rimane il prestito finanziato dalla cessione del quinto, forma di credito che garantisce bassa rischiosità e su cui il gruppo ha fatto leva per continuare a crescere sin dal 2004, quando è diventato banca, fino a diventare oggi il quinto operatore del segmento, con oltre 54 sportelli, 750 dipendenti e 3 miliardi di impieghi. A questa gamba, Ibl Banca ora vuole aggiungerne un’altra, ovvero l’acquisto di Npl. «Crediamo che in una logica di diversificazione sia importante per un gruppo come il nostro trovare altre strade di crescita – spiega a Il Sole 24Ore l’ad Mario Giordano – L’acquisto di queste due banche di lungo corso, che hanno sempre mostrato una forte attenzione al territorio, va in questa prospettiva».

Banca Capasso – un Core Tier 1 al 40% e ininterrottamente in utile da oltre 100 anni – manterrà le sua vocazione commerciale, ma diventerà il braccio per gli investimenti in crediti deteriorati. Target: ticket single name, Utp e sofferenze con garanzia, su cui punta a investire circa 300 milioni al 2023. Banca di Sconto, realtà piccola ma in salute con base a Santa Maria Capua Vetere, sarà il veicolo in cui verrà incorporata la controllata Ibl Family, che avrà il compito di consolidare la presenza del gruppo nel mercato della cessione del quinto, attraverso alleanze commerciali e partnership strategiche. «Complice la bancarizzazione di questo prodotto e l’aumento della pressione competitiva, i margini inevitabilmente ne possono risentire – spiega Giordano – Ciononostante crediamo che ci sia spazio per un ampliamento del mercato del quinto, che riteniamo possa arrivare a valere il 15% del credito al consumo dal 10% attuale».

Con un Cet 1 che si attesta al 16% e un free capital di 145 milioni circa, per Ibl ci sarebbe spazio per altro shopping. O magari per una quotazione che, dopo essere stata sfiorata nel 2015, oggi è però del tutto archiviata («Non darebbe nessun valore aggiunto al gruppo in questa fase»). Oggi in Ibl l’idea è di mettere a terra le acquisizioni e fare un passo alla volta. «Vogliamo migliorare in termini di efficienza e redditività, puntando a un Roe dell’11% a fine 2023. Crediamo nel valore della nostra indipendenza e siamo concentrati su questo, se poi il nostro futuro si incrocerà con quello di qualche operatore industriale lo vedremo, non c’è fretta».

Fonte: Il Sole 24 Ore

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