Le banche europee hanno raddoppiato gli accantonamenti per perdite su prestiti nel 2020 rispetto all’anno precedente, in gran parte a causa dell’incorporazione dell’impatto dei lockdown economici nei loro modelli di credito nel primo semestre. La maggior parte delle banche ha successivamente segnalato livelli di accantonamenti significativamente inferiori nel terzo e nel quarto trimestre. Le varie misure attuate da Governi e autorità di regolamentazione per mitigare l’effetto del dissesto economico causato dalla pandemia da covid-19, continuano, secondo Dbrs Morningstar, a prevenire un rapido aumento dei crediti in sofferenza (Npl) e stanno ritardando una nuova ondata di problemi a livello di qualità del credito presso le banche europee.
Alla fine dello scorso anno gli Npl aggregati per il campione di banche europee analizzato da Dbrs Morningstar (39 banche in Europa, comprese quelle in Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Norvegia, Portogallo, Danimarca, Finlandia, Irlanda e il Regno Unito) sono rimasti sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente, con oltre la metà delle banche che hanno ottenuto una riduzione degli Npl durante l’anno. Con alcuni paesi che hanno esteso i loro periodi di lockdown nei primi mesi di quest’anno, gli esperti di Dbrs Morningstar si aspettano che le banche europee continuino a segnalare livelli elevati di costo del rischio quest’anno, ma ciò dipenderà dal ritmo di un ulteriore deterioramento economico e dall’aumento del numero di insolvenze dei clienti, in particolare se le misure di sostegno vengono interrotte.
Il costo del rischio è più che raddoppiato nel 2020. Nel caso del campione analizzato da Dbrs Morningstar è stato pari a 82 bps nel 2020, significativamente superiore ai 35 bps riportati nel 2019. I livelli del costo del rischio delle banche europee sono aumentati nel primo semestre quando le banche hanno incorporato ipotesi economiche più negative e sono diminuiti nel secondo semestre, ma i livelli complessivi di costo del rischio per il 2020 sono rimasti ben al di sopra dei livelli dell’esercizio precedente. In generale, ha osservato l’agenzia di rating, la maggior parte delle banche è stata relativamente prudente nelle sue stime economiche nel primo semestre e questo ha poi portato a minori accantonamenti per perdite su prestiti per la maggior parte delle banche nel terzo e quarto trimestre.
Le banche in Irlanda e nel Regno Unito hanno registrato il costo del rischio medio più alto nel 2020 tra le banche del campione e le banche nei paesi nordici il più basso, simile al trend visto nel primo semestre. Il principale driver dell’aumento del costo del rischio presso le banche europee è stato l’aggiornamento dei modelli di credito che incorporano le forti contrazioni economiche risultanti dai lockdown. Tuttavia, “notiamo che le contrazioni economiche meno brusche nel 2020 hanno portato a un costo del rischio più basso nei paesi nordici: Svezia, Finlandia e Danimarca, mentre significative contrazioni economiche nel 2020 hanno determinato livelli elevati di costo del rischio in alcune banche nel Regno Unito, Spagna e in Italia.
È da notare che le banche irlandesi hanno mostrato livelli di costo del rischio molto elevati anche se l’Irlanda è stato l’unico paese del campione di Dbrs Morningstar che ha registrato una crescita del pil nel 2020. Per paese, le banche domiciliate in Irlanda e Regno Unito hanno mostrato in media il costo del rischio più elevato nel 2020 e la variazione maggiore nel 2020 su base annua (anno su anno). Ciò potrebbe essere spiegato anche dal fatto che queste banche hanno avuto anche il trasferimento più significativo di prestiti dalla Fase 1 alla Fase 2 tra le banche del campione. Tuttavia, l’agenzia di rating ha notato anche che queste banche hanno, in generale, livelli di copertura sui crediti deteriorati inferiori rispetto alle banche di altri paesi, il che potrebbe aver influenzato la loro decisione di registrare in bilancio accantonamenti aggiuntivi.
Delle 39 banche incluse nel campione, 18 hanno segnalato un costo del rischio nel 2020 superiore alla media di 81 bps e sono generalmente le banche più grandi del Paese, che tipicamente beneficiano di una maggior diversificazione dei ricavi, capacità nel fare utili e hanno adottato un approccio più proattivo nei confronti degli accantonamenti rispetto ad altre banche del campione. Solo una banca (Cajamar) ha riportato livelli di costo del rischio significativamente più bassi nel 2020 rispetto al 2019, sebbene questi fossero ancora relativamente alti. Ciò potrebbe in parte essere spiegato dal fatto che queste banche avevano già livelli molto elevati di costo del rischio nel 2019 poiché le banche avevano predisposto accantonamenti per continuare a eseguire i loro piani a livello di Npl.
A proposito di accantonamenti per perdite su prestiti nel caso del campione di banche europee analizzato da Dbrs Morningstar hanno raggiunto il picco nel primo semestre. In media, circa il 66% degli accantonamenti totali è stato effettuato nel primo semestre e circa 30 banche sul totale delle 39 banche incluse nel campione hanno effettuato accantonamenti nel primo semestre. Da notare che, in media, le banche in Portogallo hanno costruito più accantonamenti per perdite su prestiti nel secondo semestre rispetto al primo semestre. Sebbene i paesi siano entrati di nuovo in semi-lockdown nel quarto trimestre, ciò non si è tradotto in accantonamenti più elevati.
Inoltre, nel 2020, alcune banche europee hanno mostrato segni di deterioramento della qualità del credito, principalmente sotto forma di prestiti di fase 2 più elevati e/o Npl. Tuttavia, “notiamo che l’impatto della pandemia sul bilancio delle banche è stato finora meno brusco di quanto inizialmente previsto. Con la maggior parte dei paesi europei che hanno subito contrazioni economiche significative lo scorso anno, ci aspettavamo che il livello di Npl presso le banche europee aumentasse sostanzialmente nel 2020. Ma nel complesso, sulla base del campione di banche analizzato, è rimasto sostanzialmente stabile alla fine del 2020 su base annua, poiché gli Npl sono stati supportati dalle misure governative e regolamentari straordinarie implementate nell’arco dell’anno per ridurre al minimo l’impatto della pandemia sui bilanci delle banche”, ha spiegato Dbrs Morningstar.
“Prevediamo che il deterioramento della qualità del credito si materializzerà presso le banche europee quando le misure di sostegno saranno completamente rimosse, ma permane l’incertezza sul ritmo di tale deterioramento, che potrebbe richiedere del tempo”, ha avvertito l’agenzia di rating, osservando che a fine 2020 gli Npl aggregati per il campione di banche analizzato sono risultati in calo di circa il 5% su base annua (in euro, ma circa il 3% su base annua escludendo Mps, che ha completato il trasferimento di circa 8 miliardi di euro ad Amco, il gestore italiano degli Npl). 16 banche su un totale di 39 nel campione hanno registrato una crescita degli Npl su base annua e il resto è riuscito a ridurli nonostante il difficile contesto operativo.
La maggior crescita degli Npl su base annua è stata osservata nelle banche domiciliate in Germania e Norvegia alla fine del 2020, sebbene l’aumento provenisse da una base bassa. Anche i crediti deteriorati sono aumentati notevolmente presso le banche irlandesi. La riduzione degli Npl è stata mediamente più pronunciata per le banche in Italia, in quanto la maggior parte delle banche incluse nel campione ha completato operazioni di Npl tramite cartolarizzazioni Gacs.
Nonostante i continui progressi nella riduzione degli Npl, le banche in Irlanda, Portogallo, Italia e Spagna hanno continuato ad avere i ratio Npl più elevati. “È evidente che le banche irlandesi hanno ora i ratio Npl più deboli nella media nel nostro campione per paese che esclude la Grecia. Tuttavia, vale la pena ricordare che i ratio sui crediti deteriorati di alcune banche hanno beneficiato di una maggior crescita dei prestiti, in particolare in quei paesi in cui il sostegno statale alle Pmi e alle imprese è stato fornito attraverso il settore bancario, come Spagna, Italia e Regno Unito”, ha concluso Dbrs Morningstar.
Autore: Francesca Gerosa
Fonte: Milano Finanza
Le banche europee hanno raddoppiato gli accantonamenti per perdite su prestiti nel 2020 rispetto all’anno precedente, in gran parte a causa dell’incorporazione dell’impatto dei lockdown economici nei loro modelli di credito nel primo semestre. La maggior parte delle banche ha successivamente segnalato livelli di accantonamenti significativamente inferiori nel terzo e nel quarto trimestre. Le varie misure attuate da Governi e autorità di regolamentazione per mitigare l’effetto del dissesto economico causato dalla pandemia da covid-19, continuano, secondo Dbrs Morningstar, a prevenire un rapido aumento dei crediti in sofferenza (Npl) e stanno ritardando una nuova ondata di problemi a livello di qualità del credito presso le banche europee.
Alla fine dello scorso anno gli Npl aggregati per il campione di banche europee analizzato da Dbrs Morningstar (39 banche in Europa, comprese quelle in Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Norvegia, Portogallo, Danimarca, Finlandia, Irlanda e il Regno Unito) sono rimasti sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente, con oltre la metà delle banche che hanno ottenuto una riduzione degli Npl durante l’anno. Con alcuni paesi che hanno esteso i loro periodi di lockdown nei primi mesi di quest’anno, gli esperti di Dbrs Morningstar si aspettano che le banche europee continuino a segnalare livelli elevati di costo del rischio quest’anno, ma ciò dipenderà dal ritmo di un ulteriore deterioramento economico e dall’aumento del numero di insolvenze dei clienti, in particolare se le misure di sostegno vengono interrotte.
Il costo del rischio è più che raddoppiato nel 2020. Nel caso del campione analizzato da Dbrs Morningstar è stato pari a 82 bps nel 2020, significativamente superiore ai 35 bps riportati nel 2019. I livelli del costo del rischio delle banche europee sono aumentati nel primo semestre quando le banche hanno incorporato ipotesi economiche più negative e sono diminuiti nel secondo semestre, ma i livelli complessivi di costo del rischio per il 2020 sono rimasti ben al di sopra dei livelli dell’esercizio precedente. In generale, ha osservato l’agenzia di rating, la maggior parte delle banche è stata relativamente prudente nelle sue stime economiche nel primo semestre e questo ha poi portato a minori accantonamenti per perdite su prestiti per la maggior parte delle banche nel terzo e quarto trimestre.
Le banche in Irlanda e nel Regno Unito hanno registrato il costo del rischio medio più alto nel 2020 tra le banche del campione e le banche nei paesi nordici il più basso, simile al trend visto nel primo semestre. Il principale driver dell’aumento del costo del rischio presso le banche europee è stato l’aggiornamento dei modelli di credito che incorporano le forti contrazioni economiche risultanti dai lockdown. Tuttavia, “notiamo che le contrazioni economiche meno brusche nel 2020 hanno portato a un costo del rischio più basso nei paesi nordici: Svezia, Finlandia e Danimarca, mentre significative contrazioni economiche nel 2020 hanno determinato livelli elevati di costo del rischio in alcune banche nel Regno Unito, Spagna e in Italia.
È da notare che le banche irlandesi hanno mostrato livelli di costo del rischio molto elevati anche se l’Irlanda è stato l’unico paese del campione di Dbrs Morningstar che ha registrato una crescita del pil nel 2020. Per paese, le banche domiciliate in Irlanda e Regno Unito hanno mostrato in media il costo del rischio più elevato nel 2020 e la variazione maggiore nel 2020 su base annua (anno su anno). Ciò potrebbe essere spiegato anche dal fatto che queste banche hanno avuto anche il trasferimento più significativo di prestiti dalla Fase 1 alla Fase 2 tra le banche del campione. Tuttavia, l’agenzia di rating ha notato anche che queste banche hanno, in generale, livelli di copertura sui crediti deteriorati inferiori rispetto alle banche di altri paesi, il che potrebbe aver influenzato la loro decisione di registrare in bilancio accantonamenti aggiuntivi.
Delle 39 banche incluse nel campione, 18 hanno segnalato un costo del rischio nel 2020 superiore alla media di 81 bps e sono generalmente le banche più grandi del Paese, che tipicamente beneficiano di una maggior diversificazione dei ricavi, capacità nel fare utili e hanno adottato un approccio più proattivo nei confronti degli accantonamenti rispetto ad altre banche del campione. Solo una banca (Cajamar) ha riportato livelli di costo del rischio significativamente più bassi nel 2020 rispetto al 2019, sebbene questi fossero ancora relativamente alti. Ciò potrebbe in parte essere spiegato dal fatto che queste banche avevano già livelli molto elevati di costo del rischio nel 2019 poiché le banche avevano predisposto accantonamenti per continuare a eseguire i loro piani a livello di Npl.
A proposito di accantonamenti per perdite su prestiti nel caso del campione di banche europee analizzato da Dbrs Morningstar hanno raggiunto il picco nel primo semestre. In media, circa il 66% degli accantonamenti totali è stato effettuato nel primo semestre e circa 30 banche sul totale delle 39 banche incluse nel campione hanno effettuato accantonamenti nel primo semestre. Da notare che, in media, le banche in Portogallo hanno costruito più accantonamenti per perdite su prestiti nel secondo semestre rispetto al primo semestre. Sebbene i paesi siano entrati di nuovo in semi-lockdown nel quarto trimestre, ciò non si è tradotto in accantonamenti più elevati.
Inoltre, nel 2020, alcune banche europee hanno mostrato segni di deterioramento della qualità del credito, principalmente sotto forma di prestiti di fase 2 più elevati e/o Npl. Tuttavia, “notiamo che l’impatto della pandemia sul bilancio delle banche è stato finora meno brusco di quanto inizialmente previsto. Con la maggior parte dei paesi europei che hanno subito contrazioni economiche significative lo scorso anno, ci aspettavamo che il livello di Npl presso le banche europee aumentasse sostanzialmente nel 2020. Ma nel complesso, sulla base del campione di banche analizzato, è rimasto sostanzialmente stabile alla fine del 2020 su base annua, poiché gli Npl sono stati supportati dalle misure governative e regolamentari straordinarie implementate nell’arco dell’anno per ridurre al minimo l’impatto della pandemia sui bilanci delle banche”, ha spiegato Dbrs Morningstar.
“Prevediamo che il deterioramento della qualità del credito si materializzerà presso le banche europee quando le misure di sostegno saranno completamente rimosse, ma permane l’incertezza sul ritmo di tale deterioramento, che potrebbe richiedere del tempo”, ha avvertito l’agenzia di rating, osservando che a fine 2020 gli Npl aggregati per il campione di banche analizzato sono risultati in calo di circa il 5% su base annua (in euro, ma circa il 3% su base annua escludendo Mps, che ha completato il trasferimento di circa 8 miliardi di euro ad Amco, il gestore italiano degli Npl). 16 banche su un totale di 39 nel campione hanno registrato una crescita degli Npl su base annua e il resto è riuscito a ridurli nonostante il difficile contesto operativo.
La maggior crescita degli Npl su base annua è stata osservata nelle banche domiciliate in Germania e Norvegia alla fine del 2020, sebbene l’aumento provenisse da una base bassa. Anche i crediti deteriorati sono aumentati notevolmente presso le banche irlandesi. La riduzione degli Npl è stata mediamente più pronunciata per le banche in Italia, in quanto la maggior parte delle banche incluse nel campione ha completato operazioni di Npl tramite cartolarizzazioni Gacs.
Nonostante i continui progressi nella riduzione degli Npl, le banche in Irlanda, Portogallo, Italia e Spagna hanno continuato ad avere i ratio Npl più elevati. “È evidente che le banche irlandesi hanno ora i ratio Npl più deboli nella media nel nostro campione per paese che esclude la Grecia. Tuttavia, vale la pena ricordare che i ratio sui crediti deteriorati di alcune banche hanno beneficiato di una maggior crescita dei prestiti, in particolare in quei paesi in cui il sostegno statale alle Pmi e alle imprese è stato fornito attraverso il settore bancario, come Spagna, Italia e Regno Unito”, ha concluso Dbrs Morningstar.
Autore: Francesca Gerosa
Fonte: Milano Finanza