Con l’ultimo via libera atteso, quello di Consob, può partire l’offerta pubblica di acquisto dell’Agricole Italia su Credito Valtellinese, annunciata il 23 novembre scorso. Ieri sera è arrivato l’ok al prospetto da parte dell’authority guidata da Paolo Savona: il primo giorno per consegnare le azioni sarà il 30 marzo, ma gli azionisti della ex popolare avranno tempo fino al 21 aprile compreso (salvo proroghe). Confermati i 10,5 euro per azione (in pagamento il 26 aprile), vale a dire 1,5 euro in meno rispetto al prezzo di chiusura di ieri: sul mercato, evidentemente, c’è chi si aspetta ancora un ritocco del prezzo, nonostante la banca francese che in Italia è guidata da Giampiero Maioli abbia ripetutamente escluso l’intenzione di apportarlo.
L’ultimo in ordine di tempo a confermare che tutto procede secondo copione era stato, la settimana scorsa, il cfo della Banque Verte, Jerome Grivet. Intervenendo alla Morgan Stanley’s European Financials Conference, aveva definito il processo «perfettamente in linea» con le attese. Del resto mercoledì la banca d’Oltralpe aveva smarcato un punto non banale, ovvero le autorizzazioni della Banca Centrale Europea e di Banca d’Italia a prendere una partecipazione qualificata. Nel dettaglio, Credit Agricole Italia – che è assistita da JpMorgan e BonelliErede – aveva infatti reso noto l’ok di Francoforte e Via Nazionale al superamento della soglia del 10% nel capitale del CreVal (fino al 20%) e all’acquisto di una partecipazione di controllo diretto. Una formalità, certo, ma nei fatti un’ulteriore “benedizione” a un’operazione che risponde a quegli inviti al consolidamento del settore che da tempo va predicando la Bce. E sempre mercoledì era arrivato l’accordo con Algebris, che si impegna a cedere la sua quota del 5,38% anche se l’operazione fallisse, blindando la presenza dei francesi nel capitale della banca che vogliono comprare (e con cui hanno accordi di bancassurance) al di là degli esiti dell’Opa.
Approvato il prospetto, il board del Creval esaminerà a ruota nel dettaglio l’offerta e si esprimerà a giorni sulla base delle valutazioni degli advisor Mediobanca, BofA Securities, Mediobanca, Intermonte e Cappelli Rccd. Scontate le valutazioni (negative) da parte del Cda alla proposta francese – che valorizza l’azione della banca valtellinese 10,5 euro cash -, anche alla luce dell’andamento del mercato e delle recenti esternazioni di alcuni dei principali azionisti, da Alta Global, Hosking Partners, Petrus Advisers e Kairos, che hanno reso noto, pur in modi e in tempi diversi, di non valutare il prezzo adeguato.
Intanto, Sgr e investitori istituzionali hanno depositato la lista di minoranza per il rinnovo del consiglio in vista dell’assemblea del prossimo 19 aprile. I gestori che hanno presentato la lista sono titolari di circa il 3,30% delle azioni ordinarie della società. La lista è composta da quattro nomi: Anna Doro, Serena Gatteschi, Stefano Gatti, Raul Mattaboni.
Fonte: Il Sole 24 Ore
Con l’ultimo via libera atteso, quello di Consob, può partire l’offerta pubblica di acquisto dell’Agricole Italia su Credito Valtellinese, annunciata il 23 novembre scorso. Ieri sera è arrivato l’ok al prospetto da parte dell’authority guidata da Paolo Savona: il primo giorno per consegnare le azioni sarà il 30 marzo, ma gli azionisti della ex popolare avranno tempo fino al 21 aprile compreso (salvo proroghe). Confermati i 10,5 euro per azione (in pagamento il 26 aprile), vale a dire 1,5 euro in meno rispetto al prezzo di chiusura di ieri: sul mercato, evidentemente, c’è chi si aspetta ancora un ritocco del prezzo, nonostante la banca francese che in Italia è guidata da Giampiero Maioli abbia ripetutamente escluso l’intenzione di apportarlo.
L’ultimo in ordine di tempo a confermare che tutto procede secondo copione era stato, la settimana scorsa, il cfo della Banque Verte, Jerome Grivet. Intervenendo alla Morgan Stanley’s European Financials Conference, aveva definito il processo «perfettamente in linea» con le attese. Del resto mercoledì la banca d’Oltralpe aveva smarcato un punto non banale, ovvero le autorizzazioni della Banca Centrale Europea e di Banca d’Italia a prendere una partecipazione qualificata. Nel dettaglio, Credit Agricole Italia – che è assistita da JpMorgan e BonelliErede – aveva infatti reso noto l’ok di Francoforte e Via Nazionale al superamento della soglia del 10% nel capitale del CreVal (fino al 20%) e all’acquisto di una partecipazione di controllo diretto. Una formalità, certo, ma nei fatti un’ulteriore “benedizione” a un’operazione che risponde a quegli inviti al consolidamento del settore che da tempo va predicando la Bce. E sempre mercoledì era arrivato l’accordo con Algebris, che si impegna a cedere la sua quota del 5,38% anche se l’operazione fallisse, blindando la presenza dei francesi nel capitale della banca che vogliono comprare (e con cui hanno accordi di bancassurance) al di là degli esiti dell’Opa.
Approvato il prospetto, il board del Creval esaminerà a ruota nel dettaglio l’offerta e si esprimerà a giorni sulla base delle valutazioni degli advisor Mediobanca, BofA Securities, Mediobanca, Intermonte e Cappelli Rccd. Scontate le valutazioni (negative) da parte del Cda alla proposta francese – che valorizza l’azione della banca valtellinese 10,5 euro cash -, anche alla luce dell’andamento del mercato e delle recenti esternazioni di alcuni dei principali azionisti, da Alta Global, Hosking Partners, Petrus Advisers e Kairos, che hanno reso noto, pur in modi e in tempi diversi, di non valutare il prezzo adeguato.
Intanto, Sgr e investitori istituzionali hanno depositato la lista di minoranza per il rinnovo del consiglio in vista dell’assemblea del prossimo 19 aprile. I gestori che hanno presentato la lista sono titolari di circa il 3,30% delle azioni ordinarie della società. La lista è composta da quattro nomi: Anna Doro, Serena Gatteschi, Stefano Gatti, Raul Mattaboni.
Fonte: Il Sole 24 Ore