La pandemia ha avuto numerosi effetti sul mercato immobiliare, a confermarlo gli esperti del settore, che hanno evidenziato in primis come siano cambiate, e di molto, le esigenze e le richieste di quanti si approcciano all’acquisto di una nuova casa. In passato si guardava maggiormente la zona, e gli spazi interni, la comodità dell’immobile scelto rispetto ai servizi circostanti, scuola, negozi e fermate del bus.
Oggi, invece, gli acquirenti controllano maggiormente la presenza di spazi esterni, una casa senza balconi e senza cortile ad esempio, post lockdown di marzo che ha profondamente segnato le famiglie, specie quelle con minori, sono risultate particolarmente difficili da vendere. La paura di finire nuovamente in zona rossa, specie ora che lo spauracchio del virus non pare affatto lontano, ma sempre più vicino a causa delle numerose varianti, influenza la scelta di acquisto.
Ma gli effetti si sono riscontrati anche relativamente alla tipologia di immobili messi in vendita, purtroppo la ripetuta chiusura di ristoranti, palestre e alberghi ha portato moltissimi esercenti a mettere in vendita i propri immobili, così come sono falliti tanti negozietti al dettaglio.
Molti, infatti, sono risultati dall’ultima indagine di Casa.it gli immobili commerciali messi in vendita o dismessi, facendo un confronto tra i dati del 2020 e quelli del 2021, il trend purtroppo è evidente, la crisi ha colpito profondamente.
“Gli annunci immobiliari di tipo commerciale in vendita sono aumentati del +16% a livello nazionale. Le maggiori crescite riguardano gli stabili/palazzi che sono saliti del +27%, gli alberghi del +22%, i laboratori del +18%, i capannoni del +17%, i magazzini del +15%, gli uffici del +14%.”
Il campione comprende l’offerta degli immobili commerciali pubblicati sul portale a febbraio 2021, rispetti a quelli di febbraio 2020 pre-pandemia.
A soffrire maggiormente risultano essere il Sud e Le Isole ed il Centro, ove il settore ed il comparto alberghiero sono stati profondamente colpiti, a registrare incrementi più alti nella vendita di immobili risultano infatti “ il Molise +87%, la Sardegna +83%, le Marche +55%, la Calabria +50%, l’Umbria +40%, la Puglia +34% e l’Abruzzo +31%”.
Come si legge nel report: “A causa della pandemia, nel 2020, i flussi turistici hanno subito un forte calo, con una diminuzione in Italia, rilevata dall’Istat, del -50,9% nei primi 9 mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019 con quasi 192 milioni di presenze in meno.”
Non resta che confidare che le varianti del Virus non prendano il sopravvento e soprattutto che il piano vaccinale possa procedere con rapidità e buona copertura, affinché si possa tornare quanto prima ad una pseudo normalità sotto molti campi, giacché anche il comparto fieristico è davvero in forte difficoltà.
La pandemia ha avuto numerosi effetti sul mercato immobiliare, a confermarlo gli esperti del settore, che hanno evidenziato in primis come siano cambiate, e di molto, le esigenze e le richieste di quanti si approcciano all’acquisto di una nuova casa. In passato si guardava maggiormente la zona, e gli spazi interni, la comodità dell’immobile scelto rispetto ai servizi circostanti, scuola, negozi e fermate del bus.
Oggi, invece, gli acquirenti controllano maggiormente la presenza di spazi esterni, una casa senza balconi e senza cortile ad esempio, post lockdown di marzo che ha profondamente segnato le famiglie, specie quelle con minori, sono risultate particolarmente difficili da vendere. La paura di finire nuovamente in zona rossa, specie ora che lo spauracchio del virus non pare affatto lontano, ma sempre più vicino a causa delle numerose varianti, influenza la scelta di acquisto.
Ma gli effetti si sono riscontrati anche relativamente alla tipologia di immobili messi in vendita, purtroppo la ripetuta chiusura di ristoranti, palestre e alberghi ha portato moltissimi esercenti a mettere in vendita i propri immobili, così come sono falliti tanti negozietti al dettaglio.
Molti, infatti, sono risultati dall’ultima indagine di Casa.it gli immobili commerciali messi in vendita o dismessi, facendo un confronto tra i dati del 2020 e quelli del 2021, il trend purtroppo è evidente, la crisi ha colpito profondamente.
“Gli annunci immobiliari di tipo commerciale in vendita sono aumentati del +16% a livello nazionale. Le maggiori crescite riguardano gli stabili/palazzi che sono saliti del +27%, gli alberghi del +22%, i laboratori del +18%, i capannoni del +17%, i magazzini del +15%, gli uffici del +14%.”
Il campione comprende l’offerta degli immobili commerciali pubblicati sul portale a febbraio 2021, rispetti a quelli di febbraio 2020 pre-pandemia.
A soffrire maggiormente risultano essere il Sud e Le Isole ed il Centro, ove il settore ed il comparto alberghiero sono stati profondamente colpiti, a registrare incrementi più alti nella vendita di immobili risultano infatti “ il Molise +87%, la Sardegna +83%, le Marche +55%, la Calabria +50%, l’Umbria +40%, la Puglia +34% e l’Abruzzo +31%”.
Come si legge nel report: “A causa della pandemia, nel 2020, i flussi turistici hanno subito un forte calo, con una diminuzione in Italia, rilevata dall’Istat, del -50,9% nei primi 9 mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019 con quasi 192 milioni di presenze in meno.”
Non resta che confidare che le varianti del Virus non prendano il sopravvento e soprattutto che il piano vaccinale possa procedere con rapidità e buona copertura, affinché si possa tornare quanto prima ad una pseudo normalità sotto molti campi, giacché anche il comparto fieristico è davvero in forte difficoltà.