PRIMO: UNA GESTIONE DEL PERSONALE CHE VALORIZZI LE RISORSE MIGLIORI E NE SFRUTTI POSITIVAMENTE TUTTE LE POTENZIALITA’ OPERATIVE;
SECONDO: AIUTARE UNO SVILUPPO ECONOMICO SOSTENIBILE (DALLA BANCA ETICA ALL’ETICA IN BANCA) PER ACCOMPAGNARE LA RIPRESA POSSIBILE.
I pilastri del valore in banca sono il capitale umano e la sostenibilità ambientale e sociale con il cliente al centro degli interessi e la innovazione e l’etica come sistema di governo delle azioni da fare.
Una stagione del dovere anche per la banca?
Oltre che meritorio dal punto di vista morale questa pare la strada unica per una via di successo anche per l’impresa bancaria che vuole stare al passo con i tempi.
“Nessuno di salva da solo” questo è l’imperativo categorico che non risponde oggi solo ad intuizioni di ordine etico ma a un fondamento pratico ed essenziale.
Quello della sostenibilità non è un percorso banale ma deve entrare anche nel mondo delle banche oltre che naturalmente nelle imprese produttive.
Questa via sarà importante per raggiungere risultati indispensabili all’equilibrio ambientale coniugato con la ripresa possibile.
Certo anche l’ambiente, dopo il capitale umano e insieme alla sostenibilità debbono essere in faro conduttore dell’azione e del rapporto banca-impresa e impresa-banca: la banca è anch’essa un’impresa che contribuisce all’equilibrio complessivo che tutti ci condiziona.
Il merito creditizio dovrà essere valutato anche sulla capacità che l’azienda affidata ha per far fronte alle crisi attuali dove le strategie da valutare da parte della banca non sono solo quelle finanziare.
La rilevanza dell’impegno delle imprese affidate nella sostenibilità è una strada del resto già tracciata dalla BCE.
Dal primo gennaio 2021 infatti le obbligazioni verdi o green bond sono utilizzabili come garanzia collaterali delle operazioni di prestito alle banche dell’Eurozona. Si tratta di un indirizzo molto forte e preciso: un viatico a cui ben guardare per accompagnare le aziende nelle necessaria transizione ad un ambiente eco compatibile.
Il sistema bancario nel nostro paese ha gestito oltre 300miliardi di “moratorie” oggi a regime fino al 30/06/2021 ed ha erogato prestiti garantiti dallo stato (MCC e SACE) per altri 134miliardi il cui preammortamento medio di 12 mesi scadrà in prevalenza alla fine del semestre in corso.
A fronte di questi dati positivi per il necessario accompagnamento delle imprese valide in difficoltà finanziaria per la pandemia il governatore della banca d’Italia ha stimato in questi giorni nuovi NPL per il 2021/2022 pari a 100miliardi per il sistema.
In queste situazione prospettica il governo dovrà farsi carico, ma il nuovo presidente del consiglio ne ha piena consapevolezza, di dover fornire alle banche- per sostenere economia ed imprese- iniezioni sufficienti di liquidità vicino al tasso 0 anche per salvaguardare indirettamente il loro patrimonio di vigilanza.
Su questo dovrà trovare puntuale monitoraggio l’attività delle vigilanza insieme agli osservatori più qualificati della spesa pubblica, quella buona cioè produttiva come giustamente la definisce il Prof. Mario Draghi.
Il nuovo presidente del consiglio è come noto fortunatamente profondo conoscitore di banche, mercati ed economia globale. “Nessuno di salva da solo” e questo deve essere chiaro a tutti, compresi i banchieri, in proporzione ai rispettivi livelli di responsabilità.
PRIMO: UNA GESTIONE DEL PERSONALE CHE VALORIZZI LE RISORSE MIGLIORI E NE SFRUTTI POSITIVAMENTE TUTTE LE POTENZIALITA’ OPERATIVE;
SECONDO: AIUTARE UNO SVILUPPO ECONOMICO SOSTENIBILE (DALLA BANCA ETICA ALL’ETICA IN BANCA) PER ACCOMPAGNARE LA RIPRESA POSSIBILE.
I pilastri del valore in banca sono il capitale umano e la sostenibilità ambientale e sociale con il cliente al centro degli interessi e la innovazione e l’etica come sistema di governo delle azioni da fare.
Una stagione del dovere anche per la banca?
Oltre che meritorio dal punto di vista morale questa pare la strada unica per una via di successo anche per l’impresa bancaria che vuole stare al passo con i tempi.
“Nessuno di salva da solo” questo è l’imperativo categorico che non risponde oggi solo ad intuizioni di ordine etico ma a un fondamento pratico ed essenziale.
Quello della sostenibilità non è un percorso banale ma deve entrare anche nel mondo delle banche oltre che naturalmente nelle imprese produttive.
Questa via sarà importante per raggiungere risultati indispensabili all’equilibrio ambientale coniugato con la ripresa possibile.
Certo anche l’ambiente, dopo il capitale umano e insieme alla sostenibilità debbono essere in faro conduttore dell’azione e del rapporto banca-impresa e impresa-banca: la banca è anch’essa un’impresa che contribuisce all’equilibrio complessivo che tutti ci condiziona.
Il merito creditizio dovrà essere valutato anche sulla capacità che l’azienda affidata ha per far fronte alle crisi attuali dove le strategie da valutare da parte della banca non sono solo quelle finanziare.
La rilevanza dell’impegno delle imprese affidate nella sostenibilità è una strada del resto già tracciata dalla BCE.
Dal primo gennaio 2021 infatti le obbligazioni verdi o green bond sono utilizzabili come garanzia collaterali delle operazioni di prestito alle banche dell’Eurozona. Si tratta di un indirizzo molto forte e preciso: un viatico a cui ben guardare per accompagnare le aziende nelle necessaria transizione ad un ambiente eco compatibile.
Il sistema bancario nel nostro paese ha gestito oltre 300miliardi di “moratorie” oggi a regime fino al 30/06/2021 ed ha erogato prestiti garantiti dallo stato (MCC e SACE) per altri 134miliardi il cui preammortamento medio di 12 mesi scadrà in prevalenza alla fine del semestre in corso.
A fronte di questi dati positivi per il necessario accompagnamento delle imprese valide in difficoltà finanziaria per la pandemia il governatore della banca d’Italia ha stimato in questi giorni nuovi NPL per il 2021/2022 pari a 100miliardi per il sistema.
In queste situazione prospettica il governo dovrà farsi carico, ma il nuovo presidente del consiglio ne ha piena consapevolezza, di dover fornire alle banche- per sostenere economia ed imprese- iniezioni sufficienti di liquidità vicino al tasso 0 anche per salvaguardare indirettamente il loro patrimonio di vigilanza.
Su questo dovrà trovare puntuale monitoraggio l’attività delle vigilanza insieme agli osservatori più qualificati della spesa pubblica, quella buona cioè produttiva come giustamente la definisce il Prof. Mario Draghi.
Il nuovo presidente del consiglio è come noto fortunatamente profondo conoscitore di banche, mercati ed economia globale. “Nessuno di salva da solo” e questo deve essere chiaro a tutti, compresi i banchieri, in proporzione ai rispettivi livelli di responsabilità.