Officine CST, operatore italiano di proprietà del fondo Cerberus, ha chiuso il 2020 in crescita nonostante la pandemia registrando acquisti per oltre 160 milioni. La società è specializzata nella gestione di crediti performing e non performing verso la Pubblica amministrazione ed il mercato retail e corporate.
Il direttore commerciale Paolo Gesa ha dichiarato: “Il 2020 è stato un anno molto intenso da tanti punti di vista – – abbiamo acquistato attraverso veicoli di cartolarizzazione portafogli di crediti NPL per oltre 160 milioni, composti principalmente da crediti verso pubbliche amministrazioni, procedure concorsuali e altri crediti commerciali. I nostri veicoli fintech (tra cui la piattaforma di reverse factoring), in cui investonobanche ed altri investitori istituzionali, hanno intermediato e gestito oltre 200 milioni di euro di fatture commerciali dando respiro a tante PMI”.
Nell’ultimo trimestre Officine CST ha acquisito tre nuovi clienti importanti in differenti settori: una delle principali multiutility italiane, un leader del settore telco ed uno dei principali gruppi bancari.
L’attività di gestione crediti è proseguita in maniera positiva nonostante le difficoltà della pandemia. Ciò è stato possibile grazie ad un ampio utilizzo dello smart working e alla predisposizione alla tecnologia della società. Il rallentamento dell’attività giudiziale, maturato durante lockdown, è stato ampiamente recuperato negli ultimi mesi dell’anno, senza impatti sulle performance complessive dei portafogli.
Gesa continua: “Per il 2021 puntiamo molto sull’attività di acquisto di nuovi portafogli di crediti commerciali detenuti da utilities, TELCO e large corporate – conclude – Sui crediti verso pubblica amministrazione, la nuova definizione di default dell’EBA, entrata in vigore lo scorso 1° gennaio, avrà un impatto sull’operatività delle banche; per questo abbiamo approntato nuove soluzioni gestionali per supportare gli istituti di credito nell’adattarsi alle nuove regole, oltre a proporci come interlocutore per rilevare i crediti vs le pubbliche amministrazioni incagliate o con ritardi di pagamento strutturali. Puntiamo a crescere nel servicing sulle utilities ed intensificheremo la presenza nel mercato finanziario, ci aspettiamo infatti che la fine delle moratorie comporti nuovi “picchi” di lavoro nella gestione del credito per le banche. Infine, proseguiremo nello sviluppo delle soluzioni fintech per la gestione del capitale circolante delle imprese”.
Officine CST, operatore italiano di proprietà del fondo Cerberus, ha chiuso il 2020 in crescita nonostante la pandemia registrando acquisti per oltre 160 milioni. La società è specializzata nella gestione di crediti performing e non performing verso la Pubblica amministrazione ed il mercato retail e corporate.
Il direttore commerciale Paolo Gesa ha dichiarato: “Il 2020 è stato un anno molto intenso da tanti punti di vista – – abbiamo acquistato attraverso veicoli di cartolarizzazione portafogli di crediti NPL per oltre 160 milioni, composti principalmente da crediti verso pubbliche amministrazioni, procedure concorsuali e altri crediti commerciali. I nostri veicoli fintech (tra cui la piattaforma di reverse factoring), in cui investonobanche ed altri investitori istituzionali, hanno intermediato e gestito oltre 200 milioni di euro di fatture commerciali dando respiro a tante PMI”.
Nell’ultimo trimestre Officine CST ha acquisito tre nuovi clienti importanti in differenti settori: una delle principali multiutility italiane, un leader del settore telco ed uno dei principali gruppi bancari.
L’attività di gestione crediti è proseguita in maniera positiva nonostante le difficoltà della pandemia. Ciò è stato possibile grazie ad un ampio utilizzo dello smart working e alla predisposizione alla tecnologia della società. Il rallentamento dell’attività giudiziale, maturato durante lockdown, è stato ampiamente recuperato negli ultimi mesi dell’anno, senza impatti sulle performance complessive dei portafogli.
Gesa continua: “Per il 2021 puntiamo molto sull’attività di acquisto di nuovi portafogli di crediti commerciali detenuti da utilities, TELCO e large corporate – conclude – Sui crediti verso pubblica amministrazione, la nuova definizione di default dell’EBA, entrata in vigore lo scorso 1° gennaio, avrà un impatto sull’operatività delle banche; per questo abbiamo approntato nuove soluzioni gestionali per supportare gli istituti di credito nell’adattarsi alle nuove regole, oltre a proporci come interlocutore per rilevare i crediti vs le pubbliche amministrazioni incagliate o con ritardi di pagamento strutturali. Puntiamo a crescere nel servicing sulle utilities ed intensificheremo la presenza nel mercato finanziario, ci aspettiamo infatti che la fine delle moratorie comporti nuovi “picchi” di lavoro nella gestione del credito per le banche. Infine, proseguiremo nello sviluppo delle soluzioni fintech per la gestione del capitale circolante delle imprese”.