Intesa Sanpaolo ha chiuso nei giorni scorsi due nuove operazioni di cartolarizzazione sintetica, rispettivamente su un portafoglio di finanziamenti corporate di 3 miliardi di euro (battezzata Garc Corp 3) e su un portafoglio di 42 finanziamenti in project finance strutturati per la costruzione di impianti eolici (50% del totale), fotovoltaici (40%) e a biomassa (10%), per un importo complessivo di 1,3 miliardi di euro. Lo ha scritto Il Sole 24 Ore..
Quest’ultima è la prima cartolarizzazione sintetica in Italia totalmente dedicata alla green economy ed è la seconda in Europa, dopo quella portata a termine a fine giugno 2020 da RBS su un suo portafoglio di project finance green da 1,1 miliardi di sterline, strutturata da NatWest (gruppo RBS-NatWest) e sottoscritta da Macquarie e BAE Systems Pension Funds Investment Management
L’energia pulita generata dagli impianti inclusi nel portafoglio cartolarizzato da Intesa Sanpaolo è pari a circa 7,2 gigawatt, una capacità sufficiente a soddisfare il fabbisogno annuale di 6 milioni di famiglie e a ridurre le emissioni di Co2 per una quantità equivalente a quella prodotta da 3 milioni di auto. Nei primi due anni dal closing, inoltre, Intesa Sanpaolo avrà la possibilità di includere nel portafoglio cartolarizzato nuovi green project finance con l’obiettivo di liberare ulteriori risorse da mettere poi a disposizione delle imprese per investimenti in energia pulita.
Con questa operazione, Intesa Sanpaolo ha raggiunto le 23 operazioni concluse per un totale di 35 miliardi di euro di finanziamenti a imprese e famiglie del suo Programma Gestione Attiva Rischi di Credito (GARC), lanciato nel 2014 con l’obiettivo di ottimizzare il profilo di assorbimento di capitale regolamentare ed economico del portafoglio crediti performing del gruppo bancario e di liberare risorse per nuovi finanziamenti a sostegno dell’economia reale.
Ricordiamo che le operazioni GARC vengono strutturate in diversi modi. La struttura tipica delle operazioni GARC è appunto quella di una cartolarizzazione sintetica che prevede la costituzione di un veicolo di cartolarizzazione che utilizza gli importi derivanti dalla sottoscrizione dei titoli da parte degli investitori per concedere un finanziamento a ricorso limitato a favore del gruppo Intesa Sanpaolo, garantito dai crediti nascenti da finanziamenti erogati dalla stessa banca e finalizzato alla copertura delle prime perdite sul portafoglio cartolarizzato.
In altri casi invece, le cartolarizzazioni sintetiche della piattaforma GARC sono avvenute utilizzando uno schema tranched cover, acquistando protezione sui portafogli di crediti sottoscrivendo contratti di credit default swap. In sostanza, gli investitori costituiscono un deposito presso la banca a garanzia della vendita di protezione sulle prime perdite legate alla tranche junior del portafoglio cartolarizzato. In altri casi ancora, la garanzia è di tipo unfunded, ossia non è previsto, in funzione del rating esterno del garante, la costituzione di un deposito come cash collateral.
Ricordiamo, tra le operazioni più innovative, che lo scorso agosto 2020 Intesa Sanpaolo ha attivato la prima cartolarizzazione sintetica della serie GARC su un portafoglio leasing, battezzata GARC Leasing-1 . L’operazione ha riguardato un portafoglio di 1,5 miliardi di euro di finanziamenti leasing concessi a favore di circa 2.600 imprese italiane. In quel caso gli investitori hanno venduto protezione 100% cash collateralized sulla tranche junior da 107 milioni di euro, a copertura delle prime perdite del portafoglio.
Fonte: BeBeez
Intesa Sanpaolo ha chiuso nei giorni scorsi due nuove operazioni di cartolarizzazione sintetica, rispettivamente su un portafoglio di finanziamenti corporate di 3 miliardi di euro (battezzata Garc Corp 3) e su un portafoglio di 42 finanziamenti in project finance strutturati per la costruzione di impianti eolici (50% del totale), fotovoltaici (40%) e a biomassa (10%), per un importo complessivo di 1,3 miliardi di euro. Lo ha scritto Il Sole 24 Ore..
Quest’ultima è la prima cartolarizzazione sintetica in Italia totalmente dedicata alla green economy ed è la seconda in Europa, dopo quella portata a termine a fine giugno 2020 da RBS su un suo portafoglio di project finance green da 1,1 miliardi di sterline, strutturata da NatWest (gruppo RBS-NatWest) e sottoscritta da Macquarie e BAE Systems Pension Funds Investment Management
L’energia pulita generata dagli impianti inclusi nel portafoglio cartolarizzato da Intesa Sanpaolo è pari a circa 7,2 gigawatt, una capacità sufficiente a soddisfare il fabbisogno annuale di 6 milioni di famiglie e a ridurre le emissioni di Co2 per una quantità equivalente a quella prodotta da 3 milioni di auto. Nei primi due anni dal closing, inoltre, Intesa Sanpaolo avrà la possibilità di includere nel portafoglio cartolarizzato nuovi green project finance con l’obiettivo di liberare ulteriori risorse da mettere poi a disposizione delle imprese per investimenti in energia pulita.
Con questa operazione, Intesa Sanpaolo ha raggiunto le 23 operazioni concluse per un totale di 35 miliardi di euro di finanziamenti a imprese e famiglie del suo Programma Gestione Attiva Rischi di Credito (GARC), lanciato nel 2014 con l’obiettivo di ottimizzare il profilo di assorbimento di capitale regolamentare ed economico del portafoglio crediti performing del gruppo bancario e di liberare risorse per nuovi finanziamenti a sostegno dell’economia reale.
Ricordiamo che le operazioni GARC vengono strutturate in diversi modi. La struttura tipica delle operazioni GARC è appunto quella di una cartolarizzazione sintetica che prevede la costituzione di un veicolo di cartolarizzazione che utilizza gli importi derivanti dalla sottoscrizione dei titoli da parte degli investitori per concedere un finanziamento a ricorso limitato a favore del gruppo Intesa Sanpaolo, garantito dai crediti nascenti da finanziamenti erogati dalla stessa banca e finalizzato alla copertura delle prime perdite sul portafoglio cartolarizzato.
In altri casi invece, le cartolarizzazioni sintetiche della piattaforma GARC sono avvenute utilizzando uno schema tranched cover, acquistando protezione sui portafogli di crediti sottoscrivendo contratti di credit default swap. In sostanza, gli investitori costituiscono un deposito presso la banca a garanzia della vendita di protezione sulle prime perdite legate alla tranche junior del portafoglio cartolarizzato. In altri casi ancora, la garanzia è di tipo unfunded, ossia non è previsto, in funzione del rating esterno del garante, la costituzione di un deposito come cash collateral.
Ricordiamo, tra le operazioni più innovative, che lo scorso agosto 2020 Intesa Sanpaolo ha attivato la prima cartolarizzazione sintetica della serie GARC su un portafoglio leasing, battezzata GARC Leasing-1 . L’operazione ha riguardato un portafoglio di 1,5 miliardi di euro di finanziamenti leasing concessi a favore di circa 2.600 imprese italiane. In quel caso gli investitori hanno venduto protezione 100% cash collateralized sulla tranche junior da 107 milioni di euro, a copertura delle prime perdite del portafoglio.
Fonte: BeBeez