Secondo il recente report Global M&A 2020 diffuso a livello internazionale da DLA Piper, tra gli effetti del Covid-19 si registrerà un importante incremento delle operazioni di M&A, in modo particolare nel momento in cui verranno meno i sostegni finanziari offerti e messi in campo dai vari Governi.
Lo Studio, condotto tramite sondaggio tra i Partner dei Paesi in cui DLA Piper opera, che le operazioni condotte nel post Covid hanno prevalentemente riguardato i settori Technology (21%), Consumer goods, Food & Retail (17%) e ICT (13%), seguiti da Industrials (13%) e Life sciences (9%).
La pandemia ha infatti costretto le aziende a riconsiderare i propri modelli di business e ad adattarsi alle nuove esigenze di mercato.
Questo ha indotto molti player a cercare di accelerare la loro attenzione sulla digitalizzazione e l’uso della tecnologia, rendendo le aziende tecnologiche quelle più attraenti per il mercato.
Anche il settore dei beni di consumo, alimentare e al dettaglio ha registrato un’attività significativa, con gran parte dell’attenzione che si è riscontrata nella sottocategoria alimentare, mentre si sono registrate poche operazioni di fusione e acquisizione in ambito retail. Altri settori attivi includono le infrastrutture, le costruzioni, i trasporti e il settore industriale. Sono state inoltre effettuate numerose transazioni significative nel settore delle Life Sciences, in particolare per gli asset farmaceutici di valore.
La maggior parte delle operazioni (pari al 67% di quelle esaminate) si è configurata come l’acquisizione della totalità delle azioni – o della maggioranza di esse – delle società target. Tuttavia, si tratta di una diminuzione del 15% rispetto al 2019. È interessante, e indicativo di come gli acquirenti abbiano cercato di abbassare il livello di rischio, il sensibile aumento delle operazioni per il controllo di quote di minoranza, pari al 15% del totale.
Giulio Maroncelli, Location Head di DLA Piper Corporate Group in Italia ha commentato: “Si è venuto a creare un mercato a due velocità da una parte gli asset più attraenti, come tecnologia e farmaceutica, sono interessati da deal accelerati e con capitali ingenti, mentre in ambiti più sofferenti le trattative si allungano e si fatica a trovare un accordo. Questo divario probabilmente continuerà anche nel 2021.
Nell’anno che inizia riteniamo che diminuiranno gli interventi statali a favore delle imprese: quando questi sostegni verranno meno, prevediamo un aumento di operazioni di M&A che interesseranno aziende oggi in difficoltà, ma pronte per un nuovo rilancio grazie all’ingresso di nuovi soci o a operazioni straordinarie”.
Secondo il recente report Global M&A 2020 diffuso a livello internazionale da DLA Piper, tra gli effetti del Covid-19 si registrerà un importante incremento delle operazioni di M&A, in modo particolare nel momento in cui verranno meno i sostegni finanziari offerti e messi in campo dai vari Governi.
Lo Studio, condotto tramite sondaggio tra i Partner dei Paesi in cui DLA Piper opera, che le operazioni condotte nel post Covid hanno prevalentemente riguardato i settori Technology (21%), Consumer goods, Food & Retail (17%) e ICT (13%), seguiti da Industrials (13%) e Life sciences (9%).
La pandemia ha infatti costretto le aziende a riconsiderare i propri modelli di business e ad adattarsi alle nuove esigenze di mercato.
Questo ha indotto molti player a cercare di accelerare la loro attenzione sulla digitalizzazione e l’uso della tecnologia, rendendo le aziende tecnologiche quelle più attraenti per il mercato.
Anche il settore dei beni di consumo, alimentare e al dettaglio ha registrato un’attività significativa, con gran parte dell’attenzione che si è riscontrata nella sottocategoria alimentare, mentre si sono registrate poche operazioni di fusione e acquisizione in ambito retail. Altri settori attivi includono le infrastrutture, le costruzioni, i trasporti e il settore industriale. Sono state inoltre effettuate numerose transazioni significative nel settore delle Life Sciences, in particolare per gli asset farmaceutici di valore.
La maggior parte delle operazioni (pari al 67% di quelle esaminate) si è configurata come l’acquisizione della totalità delle azioni – o della maggioranza di esse – delle società target. Tuttavia, si tratta di una diminuzione del 15% rispetto al 2019. È interessante, e indicativo di come gli acquirenti abbiano cercato di abbassare il livello di rischio, il sensibile aumento delle operazioni per il controllo di quote di minoranza, pari al 15% del totale.
Giulio Maroncelli, Location Head di DLA Piper Corporate Group in Italia ha commentato: “Si è venuto a creare un mercato a due velocità da una parte gli asset più attraenti, come tecnologia e farmaceutica, sono interessati da deal accelerati e con capitali ingenti, mentre in ambiti più sofferenti le trattative si allungano e si fatica a trovare un accordo. Questo divario probabilmente continuerà anche nel 2021.
Nell’anno che inizia riteniamo che diminuiranno gli interventi statali a favore delle imprese: quando questi sostegni verranno meno, prevediamo un aumento di operazioni di M&A che interesseranno aziende oggi in difficoltà, ma pronte per un nuovo rilancio grazie all’ingresso di nuovi soci o a operazioni straordinarie”.