La moratoria garantita dallo Stato, fino a esaurimento risorse (si veda l’articolo a destra), è stata rilanciata con la conversione in legge del Dl Ristori, che ha esteso fino ad aprile 2022 lo strumento anche ai titolari di un contratto in ammortamento da meno di un anno e prolungato per tutto il 2021 “l’automatismo” della sospensione delle rate dal momento di presentazione della domanda (la banca è tenuta a farla scattare subito, in attesa dell’istruttoria di Consap, la società che per conto del ministero dell’Economia gestisce il fondo e che deve pronunciarsi entro 20 giorni).
Fin dalle prime ore dell’emergenza sanitaria, con il Dl 9/2020, il fondo – nato per sostenere le famiglie in caso di morte, handicap grave o perdita del lavoro – è stato esteso anche a tutti i lavoratori sospesi, o con riduzione dell’orario, per un periodo di almeno 30 giorni. Una platea che, esplosa con il lockdown, oggi continua a essere consistente a causa delle continue restrizioni imposte per limitare i contagi. Lo dimostra l’andamento delle domande arrivate a Consap: prima del virus venivano protocollate un centinaio di domande al mese, balzate a 19mila ad aprile per poi toccare il picco a giugno, con oltre 60mila richieste. E verso fine anno le domande non si sono fermate: circa 7mila al mese tra ottobre e novembre, 5.100 a dicembre.
Nel dettaglio, da marzo a dicembre, la società del Mef fa sapere di aver autorizzato complessivamente 125.841 richieste, pari a circa il 68% delle domande pervenute. Il 40% delle pratiche accettate in questi mesi è legato a sospensioni dall’attività lavorativa, il 7,7% a riduzioni di orario, il 10,3% alla perdita del lavoro. Un altro 40% circa, invece, è relativo a mutui di lavoratori autonomi (o piccoli imprenditori) che hanno subìto perdite di fatturato: per questi ultimi la sospensione era prevista fino al 17 dicembre, ma non è – per ora – stata rinnovata.
Il fondo per i mutui prima casa, così come le altre moratorie concesse dalle banche, da un lato consente alle famiglie di prendere tempo e dall’altro “anestetizza” il rischio di un aumento del tasso di default che farebbe esplodere i crediti deteriorati.
Quasi la metà dei beneficiari del fondo Gasparrini vive al Nord (il 29,3% a nord ovest, il 17,3% a nord est), mentre appena il 16,5% delle sospensioni si registra al Sud e l’8,7 nelle Isole. I mutui prima casa “congelati” in questi mesi hanno un capitale residuo pari a 12,43 miliardi di euro, in media 98.737 euro per ciascun contratto, e la garanzia pubblica sfiora i 126 milioni di euro (pari a circa mille euro per ogni singola sospensione). Con queste ultime cifre il fondo copre il 50% degli interessi maturati durante il periodo di moratoria. L’altra metà resta a carico del titolare del mutuo.
I bassi tassi di interesse manterranno in vita ancora a lungo l’attività del fondo Gasparrini: resta ancora da impiegare circa il 65% della dotazione iniziale, di 400 milioni di euro. In ogni caso, le famiglie che non riescono a beneficiare del fondo statale, o che desiderano sospendere mutui non sulla prima casa, possono rivolgersi alle loro banche per verificare la possibilità di ottenere una moratoria privata. In base agli accordi tra Abi e consumatori, finora è stato accettato il 96% delle 361mila richieste pervenute agli istituti, relative a mutui per un controvalore di 25 miliardi di euro. E la platea dei potenziali interessati è ancora ampia: in base ai dati Istat, il 19,7% dei nuclei che vivono in una casa di proprietà paga le rate di un mutuo, per un totale di circa 3,7 milioni di famiglie.
Fonte: Il Sole 24 Ore
La moratoria garantita dallo Stato, fino a esaurimento risorse (si veda l’articolo a destra), è stata rilanciata con la conversione in legge del Dl Ristori, che ha esteso fino ad aprile 2022 lo strumento anche ai titolari di un contratto in ammortamento da meno di un anno e prolungato per tutto il 2021 “l’automatismo” della sospensione delle rate dal momento di presentazione della domanda (la banca è tenuta a farla scattare subito, in attesa dell’istruttoria di Consap, la società che per conto del ministero dell’Economia gestisce il fondo e che deve pronunciarsi entro 20 giorni).
Fin dalle prime ore dell’emergenza sanitaria, con il Dl 9/2020, il fondo – nato per sostenere le famiglie in caso di morte, handicap grave o perdita del lavoro – è stato esteso anche a tutti i lavoratori sospesi, o con riduzione dell’orario, per un periodo di almeno 30 giorni. Una platea che, esplosa con il lockdown, oggi continua a essere consistente a causa delle continue restrizioni imposte per limitare i contagi. Lo dimostra l’andamento delle domande arrivate a Consap: prima del virus venivano protocollate un centinaio di domande al mese, balzate a 19mila ad aprile per poi toccare il picco a giugno, con oltre 60mila richieste. E verso fine anno le domande non si sono fermate: circa 7mila al mese tra ottobre e novembre, 5.100 a dicembre.
Nel dettaglio, da marzo a dicembre, la società del Mef fa sapere di aver autorizzato complessivamente 125.841 richieste, pari a circa il 68% delle domande pervenute. Il 40% delle pratiche accettate in questi mesi è legato a sospensioni dall’attività lavorativa, il 7,7% a riduzioni di orario, il 10,3% alla perdita del lavoro. Un altro 40% circa, invece, è relativo a mutui di lavoratori autonomi (o piccoli imprenditori) che hanno subìto perdite di fatturato: per questi ultimi la sospensione era prevista fino al 17 dicembre, ma non è – per ora – stata rinnovata.
Il fondo per i mutui prima casa, così come le altre moratorie concesse dalle banche, da un lato consente alle famiglie di prendere tempo e dall’altro “anestetizza” il rischio di un aumento del tasso di default che farebbe esplodere i crediti deteriorati.
Quasi la metà dei beneficiari del fondo Gasparrini vive al Nord (il 29,3% a nord ovest, il 17,3% a nord est), mentre appena il 16,5% delle sospensioni si registra al Sud e l’8,7 nelle Isole. I mutui prima casa “congelati” in questi mesi hanno un capitale residuo pari a 12,43 miliardi di euro, in media 98.737 euro per ciascun contratto, e la garanzia pubblica sfiora i 126 milioni di euro (pari a circa mille euro per ogni singola sospensione). Con queste ultime cifre il fondo copre il 50% degli interessi maturati durante il periodo di moratoria. L’altra metà resta a carico del titolare del mutuo.
I bassi tassi di interesse manterranno in vita ancora a lungo l’attività del fondo Gasparrini: resta ancora da impiegare circa il 65% della dotazione iniziale, di 400 milioni di euro. In ogni caso, le famiglie che non riescono a beneficiare del fondo statale, o che desiderano sospendere mutui non sulla prima casa, possono rivolgersi alle loro banche per verificare la possibilità di ottenere una moratoria privata. In base agli accordi tra Abi e consumatori, finora è stato accettato il 96% delle 361mila richieste pervenute agli istituti, relative a mutui per un controvalore di 25 miliardi di euro. E la platea dei potenziali interessati è ancora ampia: in base ai dati Istat, il 19,7% dei nuclei che vivono in una casa di proprietà paga le rate di un mutuo, per un totale di circa 3,7 milioni di famiglie.
Fonte: Il Sole 24 Ore