Il lockdown derivato dalla pandemia Covid e la chiusura, non recuperata in estate, dei tribunali ha rallentato fortemente l’attività di recupero crediti in Italia che ha perso oltre un quarto degli importi, con una stabilizzazione a fine anno. Il settore, che conta su 200 aziende raggruppate nell’associazione Unirec con 17mila dipendenti, guarda ora all’effetto delle regole Ue sul trattamento dei crediti deteriorati dalle banche che entreranno in vigore da gennaio e alla scadenza delle moratorie sui debiti.
Il presidente Francesco Vovk, in una conversazione con l’ANSA, sottolinea che le moratorie “sono state giustamente varate per andare incontro alle difficoltà degli italiani. Ora bisognerebbe trovare un punto di equilibrio” per evitare che alla loro scadenza e con le nuove regole più stringenti, le banche e gli stessi debitori si trovino in difficoltà. “Occorre puntare sul mercato secondario delle cessioni dei crediti a soggetti specializzati che in Italia si è sviluppato in questi anni e che può essere d’aiuto anche per i debitori” prevedendo “piani di rientro” adeguati. Dal punto di vista del settore delle aziende Unirec la pandemia ha costretto le aziende a passare massicciamente, e con successo, al telelavoro ma la pressione sugli affidi (che negli ultimi anni erano saliti costantemente fino ai 132 miliardi del 2019), sui ricavi e quindi sui margini, che viaggiavano già attorno al 7%, si è fatta ugualmente sentire. Le aziende infatti lavorano a success fee e se gli affidamenti si sono stabilizzati sugli stessi livelli dello scorso anno, i recuperi scontano ancora un calo.
Per la segretario generale Michela De Marchi purtroppo il Covid ha impattato sul sistema della giustizia italiano “che non era già molto efficiente” nel suo complesso e non sono state adottate alcune misure chieste dal comparto in merito alle esecuzioni e alla riduzione del periodo feriale estivo che avrebbe consentito di recuperare un parte dell’arretrato. “Un grande ruolo avrà l’Europa sul tema della gestione del credito – prosegue – Si parla di una amc a livello europeo o di una rete di amc nazionali, ma occorre vedere come la commissione europea vorrà intervenire, considerando che si va ad agire su paesi che hanno non solo sistemi diversi, ma anche diversa expertise oramai nella gestione dei deteriorati”.
Fonte: Ansa
Il lockdown derivato dalla pandemia Covid e la chiusura, non recuperata in estate, dei tribunali ha rallentato fortemente l’attività di recupero crediti in Italia che ha perso oltre un quarto degli importi, con una stabilizzazione a fine anno. Il settore, che conta su 200 aziende raggruppate nell’associazione Unirec con 17mila dipendenti, guarda ora all’effetto delle regole Ue sul trattamento dei crediti deteriorati dalle banche che entreranno in vigore da gennaio e alla scadenza delle moratorie sui debiti.
Il presidente Francesco Vovk, in una conversazione con l’ANSA, sottolinea che le moratorie “sono state giustamente varate per andare incontro alle difficoltà degli italiani. Ora bisognerebbe trovare un punto di equilibrio” per evitare che alla loro scadenza e con le nuove regole più stringenti, le banche e gli stessi debitori si trovino in difficoltà. “Occorre puntare sul mercato secondario delle cessioni dei crediti a soggetti specializzati che in Italia si è sviluppato in questi anni e che può essere d’aiuto anche per i debitori” prevedendo “piani di rientro” adeguati. Dal punto di vista del settore delle aziende Unirec la pandemia ha costretto le aziende a passare massicciamente, e con successo, al telelavoro ma la pressione sugli affidi (che negli ultimi anni erano saliti costantemente fino ai 132 miliardi del 2019), sui ricavi e quindi sui margini, che viaggiavano già attorno al 7%, si è fatta ugualmente sentire. Le aziende infatti lavorano a success fee e se gli affidamenti si sono stabilizzati sugli stessi livelli dello scorso anno, i recuperi scontano ancora un calo.
Per la segretario generale Michela De Marchi purtroppo il Covid ha impattato sul sistema della giustizia italiano “che non era già molto efficiente” nel suo complesso e non sono state adottate alcune misure chieste dal comparto in merito alle esecuzioni e alla riduzione del periodo feriale estivo che avrebbe consentito di recuperare un parte dell’arretrato. “Un grande ruolo avrà l’Europa sul tema della gestione del credito – prosegue – Si parla di una amc a livello europeo o di una rete di amc nazionali, ma occorre vedere come la commissione europea vorrà intervenire, considerando che si va ad agire su paesi che hanno non solo sistemi diversi, ma anche diversa expertise oramai nella gestione dei deteriorati”.
Fonte: Ansa