Prove di alleanze nell’azionariato di BancoBpm. A quanto risulta a Il Sole 24Ore alcuni soci di riferimento stanno infatti ragionando sulla costruzione di un patto di consultazione in vista dell’attesa fase di consolidamento in cui è destinata a essere coinvolta l’ex popolare.
Il nocciolo duro a cui si sta lavorando vedrebbe coinvolti alcuni soggetti appartenenti in particolare al mondo delle Fondazioni: tra queste ci sarebbe la Fondazione Crt, detentrice di una quota attorno all’1,8%, Fondazione CariLucca, accreditata di una partecipazione attorno all’1,24% e CariAlessandria, vicina allo 0,5%. Assieme a loro anche Fondazione Enpam, la Cassa previdenziale dei medici, che può contare su una quota dell’1,95%, secondo i dati del verbale assembleare dello scorso aprile. Nel complesso, dunque, il patto di consultazione dovrebbe pesare in questa fase attorno al 5-6% circa di capitale. Il progetto non vede coinvolta CariVerona, che sul tema ha declinato ogni commento.
Si vedrà a breve se l’iniziativa registrerà altri ingressi e prenderà forma in maniera più strutturata, come appare probabile. In ogni caso si va profilando quello che è un vecchio progetto della stessa Crt, ente che ha iniziato a consolidare la sua posizione nel capitale di Bancopm nel 2018 salendo all’1%. Da sempre vista con favore dal ceo Giuseppe Castagna, la nascita di un “nocciolo” di azionisti potrebbe peraltro essere elemento di rilievo in vista delle prossime mosse che la banca è chiamata a prendere. In questa cornice, al patto di consultazione senza vincoli potrebbe fare da sponda in un dialogo con i potenziali partner in una logica di supporto allo stesso Castagna. Tutti gli scenari e le possibili combinazioni rimangono sul tavolo. Ma è ovvio che la sponda a cui il mercato guarda con maggiore insistenza è quella di Bper, banca che secondo rumors appare oggi in pole position per una possibile aggregazione da realizzare il prossimo anno. Nell’azionariato di Modena, del resto, oltre a un soggetto di peso come Unipol, oggi primo azionista con circa il 19,2% del capitale, c’è un altro ente significativo come la Fondazione Sardegna, che detiene circa il 10,2% del capitale.
La fusione tra BancoBpm e Bper secondo alcune letture potrebbe prendere forma già nel primo semestre 2021. Lo stesso ceo di Unipol, Carlo Cimbri, in un’intervista aveva definito «affascinante» il progetto di aggregazione tra le due realtà. Parole che Castagna aveva raccolto a stretto giro, a conferma di un clima costruttivo esistente oggi tra i due manager.
L’ipotesi che le due ex popolari possano convolare a nozze peraltro è diventata ancor più d’attualità nei giorni scorsi, alla luce della mossa dello stesso BancoBpm, che ha divorziato dall’accordo di bancassurance con Cattolica. Esercitando l’opzione di acquisto del 65% detenuto da Cattolica nel capitale delle joint venture Vera Vita e Vera Assicurazioni, la banca di piazza Meda si è garantita mani libere in vista di un possibile nuovo accordo sul fronte assicurativo che molti osservatori vedono destinato ad essere sottoscritto con Unipol in caso di fusione.
Fonte: Il Sole 24 Ore
Prove di alleanze nell’azionariato di BancoBpm. A quanto risulta a Il Sole 24Ore alcuni soci di riferimento stanno infatti ragionando sulla costruzione di un patto di consultazione in vista dell’attesa fase di consolidamento in cui è destinata a essere coinvolta l’ex popolare.
Il nocciolo duro a cui si sta lavorando vedrebbe coinvolti alcuni soggetti appartenenti in particolare al mondo delle Fondazioni: tra queste ci sarebbe la Fondazione Crt, detentrice di una quota attorno all’1,8%, Fondazione CariLucca, accreditata di una partecipazione attorno all’1,24% e CariAlessandria, vicina allo 0,5%. Assieme a loro anche Fondazione Enpam, la Cassa previdenziale dei medici, che può contare su una quota dell’1,95%, secondo i dati del verbale assembleare dello scorso aprile. Nel complesso, dunque, il patto di consultazione dovrebbe pesare in questa fase attorno al 5-6% circa di capitale. Il progetto non vede coinvolta CariVerona, che sul tema ha declinato ogni commento.
Si vedrà a breve se l’iniziativa registrerà altri ingressi e prenderà forma in maniera più strutturata, come appare probabile. In ogni caso si va profilando quello che è un vecchio progetto della stessa Crt, ente che ha iniziato a consolidare la sua posizione nel capitale di Bancopm nel 2018 salendo all’1%. Da sempre vista con favore dal ceo Giuseppe Castagna, la nascita di un “nocciolo” di azionisti potrebbe peraltro essere elemento di rilievo in vista delle prossime mosse che la banca è chiamata a prendere. In questa cornice, al patto di consultazione senza vincoli potrebbe fare da sponda in un dialogo con i potenziali partner in una logica di supporto allo stesso Castagna. Tutti gli scenari e le possibili combinazioni rimangono sul tavolo. Ma è ovvio che la sponda a cui il mercato guarda con maggiore insistenza è quella di Bper, banca che secondo rumors appare oggi in pole position per una possibile aggregazione da realizzare il prossimo anno. Nell’azionariato di Modena, del resto, oltre a un soggetto di peso come Unipol, oggi primo azionista con circa il 19,2% del capitale, c’è un altro ente significativo come la Fondazione Sardegna, che detiene circa il 10,2% del capitale.
La fusione tra BancoBpm e Bper secondo alcune letture potrebbe prendere forma già nel primo semestre 2021. Lo stesso ceo di Unipol, Carlo Cimbri, in un’intervista aveva definito «affascinante» il progetto di aggregazione tra le due realtà. Parole che Castagna aveva raccolto a stretto giro, a conferma di un clima costruttivo esistente oggi tra i due manager.
L’ipotesi che le due ex popolari possano convolare a nozze peraltro è diventata ancor più d’attualità nei giorni scorsi, alla luce della mossa dello stesso BancoBpm, che ha divorziato dall’accordo di bancassurance con Cattolica. Esercitando l’opzione di acquisto del 65% detenuto da Cattolica nel capitale delle joint venture Vera Vita e Vera Assicurazioni, la banca di piazza Meda si è garantita mani libere in vista di un possibile nuovo accordo sul fronte assicurativo che molti osservatori vedono destinato ad essere sottoscritto con Unipol in caso di fusione.
Fonte: Il Sole 24 Ore