Si amplia il progetto Cuvée, piattaforma multi-originator promossa da Amco e Prelios dedicata alla gestione dei crediti Utp, le cosiddette inadempienze probabili. E si allarga ai due pesi massimi del settore bancario italiano.
Intesa Sanpaolo e UniCredit (quest’ultima tramite la divisione leasing) apporteranno, assieme a Banco Desio, una sessantina di posizioni debitorie per circa 400 milioni di euro lordi. Una cifra che porta così a 850 milioni il totale di crediti lordi gestiti dal fondo Back2Bonis, ammontare spalmato su circa un centinaio di posizioni.
Il progetto, varato un anno fa su iniziativa di Amco e della stessa Prelios con il sostegno del suo presidente Fabrizio Palenzona, alla sua nascita ha visto la partecipazione di Mps, Ubi Banca, BancoBpm e della stessa Amco (che ha apportato crediti ex Carige, Creval, Bari e delle due ex popolari venete).
L’adesione di Ca’ de Sass e della banca di piazza Gae Aulenti, va detto, rappresenta un salto dimensionale, oltre che qualitativo, per quello che si profila come uno dei principali credit fund europei specializzati in «unlikely to pay» relativi al settore immobiliare. Anche per questo, almeno nei piani dei promotori, si tratta solo di uno step in vista di un balzo ulteriore: l’obiettivo è infatti di raccogliere altri conferimenti di crediti per arrivare a quota 1,5 miliardi alla chiusura dei commitment fissata per giugno. Da tempo i dialoghi sono in corso con diverse banche italiane e i prossimi tempi potrebbero essere proficui. Si guarda ad esempio a Bper e ad altri istituti medio-grandi ma non è escluso che altri portafogli di crediti arrivino dalle banche che sono già quotiste del fondo.
La ratio del progetto è chiara. La partecipazione al fondo consente alle banche sottoscrittrici anzitutto di deconsolidare i crediti dal bilancio, migliorando così l’Npe ratio. Ma in secondo luogo permette agli istituti di beneficiare della potenziale ripresa di valore delle posizioni attraverso un recupero più morbido nel tempo che solo una Sgr immobiliare può garantire, favorendo così un apprezzamento delle quote detenute nel fondo. Tempistiche ben più stringenti sono invece quelle imposte dai regolatori alle banche, come previsto ad esempio dal calendar provisioning. I crediti peraltro vengono conferiti nel fondo dai singoli istituti solo a valle di un processo di due diligence da parte dei promotori approvato da un revisore esterno, a garanzia della corretta valutazione dell’asset.
D’altra parte c’è un vantaggio anche per le imprese debitrici, il cui processo di turnaround è favorito dal supporto di nuova finanza che il fondo stesso può erogare tramite il ricorso ad Amco: dato il suo azionariato pubblico, la società di gestione di Npl può approvigionarsi sul mercato a costi più favorevoli rispetto ad altri soggetti.
Bain & Company ha supportato il progetto per la parte industriale, mentre gli aspetti legali sono stati curati da Cappelli Rccd e Chiomenti e quelli fiscali da F&C – studio legale tributario, con il coinvolgimento degli studi legali BonelliErede, Molinari e Associati e Giancarlo Catavello Avvocati mentre lo Studio Legale Tributario Cba ha agito quale esperto valutatore indipendente.
Fonte: Il Sole 24 Ore
Si amplia il progetto Cuvée, piattaforma multi-originator promossa da Amco e Prelios dedicata alla gestione dei crediti Utp, le cosiddette inadempienze probabili. E si allarga ai due pesi massimi del settore bancario italiano.
Intesa Sanpaolo e UniCredit (quest’ultima tramite la divisione leasing) apporteranno, assieme a Banco Desio, una sessantina di posizioni debitorie per circa 400 milioni di euro lordi. Una cifra che porta così a 850 milioni il totale di crediti lordi gestiti dal fondo Back2Bonis, ammontare spalmato su circa un centinaio di posizioni.
Il progetto, varato un anno fa su iniziativa di Amco e della stessa Prelios con il sostegno del suo presidente Fabrizio Palenzona, alla sua nascita ha visto la partecipazione di Mps, Ubi Banca, BancoBpm e della stessa Amco (che ha apportato crediti ex Carige, Creval, Bari e delle due ex popolari venete).
L’adesione di Ca’ de Sass e della banca di piazza Gae Aulenti, va detto, rappresenta un salto dimensionale, oltre che qualitativo, per quello che si profila come uno dei principali credit fund europei specializzati in «unlikely to pay» relativi al settore immobiliare. Anche per questo, almeno nei piani dei promotori, si tratta solo di uno step in vista di un balzo ulteriore: l’obiettivo è infatti di raccogliere altri conferimenti di crediti per arrivare a quota 1,5 miliardi alla chiusura dei commitment fissata per giugno. Da tempo i dialoghi sono in corso con diverse banche italiane e i prossimi tempi potrebbero essere proficui. Si guarda ad esempio a Bper e ad altri istituti medio-grandi ma non è escluso che altri portafogli di crediti arrivino dalle banche che sono già quotiste del fondo.
La ratio del progetto è chiara. La partecipazione al fondo consente alle banche sottoscrittrici anzitutto di deconsolidare i crediti dal bilancio, migliorando così l’Npe ratio. Ma in secondo luogo permette agli istituti di beneficiare della potenziale ripresa di valore delle posizioni attraverso un recupero più morbido nel tempo che solo una Sgr immobiliare può garantire, favorendo così un apprezzamento delle quote detenute nel fondo. Tempistiche ben più stringenti sono invece quelle imposte dai regolatori alle banche, come previsto ad esempio dal calendar provisioning. I crediti peraltro vengono conferiti nel fondo dai singoli istituti solo a valle di un processo di due diligence da parte dei promotori approvato da un revisore esterno, a garanzia della corretta valutazione dell’asset.
D’altra parte c’è un vantaggio anche per le imprese debitrici, il cui processo di turnaround è favorito dal supporto di nuova finanza che il fondo stesso può erogare tramite il ricorso ad Amco: dato il suo azionariato pubblico, la società di gestione di Npl può approvigionarsi sul mercato a costi più favorevoli rispetto ad altri soggetti.
Bain & Company ha supportato il progetto per la parte industriale, mentre gli aspetti legali sono stati curati da Cappelli Rccd e Chiomenti e quelli fiscali da F&C – studio legale tributario, con il coinvolgimento degli studi legali BonelliErede, Molinari e Associati e Giancarlo Catavello Avvocati mentre lo Studio Legale Tributario Cba ha agito quale esperto valutatore indipendente.
Fonte: Il Sole 24 Ore