Dalle grandi alle piccole imprese, passando per le singole persone, chiunque abbia un debito con una banca in arretrato da oltre tre mesi farebbe bene a saldarlo al più presto. Con l’arrivo del 2021 entra definitivamente in vigore una nuova definizione Ue di default, cioè dello stato d’inadempienza con gli istituti di credito, che farà finire sulla lista nera dei ‘cattivi’ pagatori chi si è lasciato in arretrato da oltre 90 giorni anche una sola rata di modeste quantità (500 euro per le imprese medio grandi, 100 euro per i ‘piccoli’) e magari facendo leva, come consentito per il momento, sui margini ancora disponibili su altre linee di credito per compensare gli inadempimenti. Quest’ultima possibilità verrà archiviata dalla nuove regole europee che rischiano di dare a un’economia italiana già in agonia “una mazzata devastante”, come scrivono gli eurodeputati della Lega Marco Zanni e Marco Campomenosi.
I timori di politici e imprese
Le paure espresse settimane fa dai due parlamentari in una lettera alla commissaria alla Stabilità finanziaria Mairead McGuinness e al vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis sembrano tutt’altro che strumentali. Il Carroccio si muove infatti sulla stessa linea dell’Associazione bancaria italiana e della Confesercenti, che criticano l’introduzione della normativa Ue da mesi. Dieci giorni fa anche la Regione Emilia-Romagna ha fatto appello al Governo al fine di “attivarsi perché l’Europa ammorbidisca le nuove regole sul credito”. Insomma le incombenti norme Ue sembrano spaventare politici, imprenditori e associazioni di categoria. Vediamo perché.
Fuori dal sistema creditizio per 100 euro
Come ricorda la testata Italia Oggi, le norme vigenti prevedono già “l’automatica classificazione in default delle imprese che presentano arretrati di pagamento rilevanti per oltre 90 giorni consecutivi sulle esposizioni aperte nei confronti della propria banca”. Ma il regolamento europeo scritto nel 2013 va a definire meglio il concetto di “arretrati di pagamento rilevanti” abbassandone di fatto la soglia. Come scrive l’Abi in un vademecum sulle nuove norme, dal 2021 per obbligazione creditizia rilevante “si intende un ammontare superiore a 500 euro (relativo a uno o più finanziamenti) che rappresenti più dell’1% del totale delle esposizioni dell’impresa verso la banca”. Ma “per le persone fisiche e le piccole e medie imprese con esposizioni nei confronti della stessa banca di ammontare complessivamente inferiore a 1 milione di euro, l’importo dei 500 euro è ridotto a 100 euro”. Una soglia, quest’ultima, che potrebbe aprire le porte dell’inferno creditizio della blacklist per tante imprese, oltre che far impennare la mole dei crediti deteriorati.
Le accuse al Governo
“L’Ue pretende di applicare regole vecchie a situazioni già gravemente compromesse dal contesto della pandemia, assurdo”, scrivono Zanni e Campomenosi. “Ancor più incredibile – secondo i due esponenti della Lega – che il Governo italiano non si renda conto della gravità della situazione e non faccia sentire la propria voce a tutela delle aziende italiane, lasciando colpevolmente indietro la parte più importante del nostro tessuto produttivo e sociale”. “Serve – concludono – un intervento urgente per cambiare le regole Ue e scongiurare l’ipotesi che le banche italiane possano essere inondate di crediti deteriorati”.
Autore: Tommaso Lecca
Fonte: Europa Today
Dalle grandi alle piccole imprese, passando per le singole persone, chiunque abbia un debito con una banca in arretrato da oltre tre mesi farebbe bene a saldarlo al più presto. Con l’arrivo del 2021 entra definitivamente in vigore una nuova definizione Ue di default, cioè dello stato d’inadempienza con gli istituti di credito, che farà finire sulla lista nera dei ‘cattivi’ pagatori chi si è lasciato in arretrato da oltre 90 giorni anche una sola rata di modeste quantità (500 euro per le imprese medio grandi, 100 euro per i ‘piccoli’) e magari facendo leva, come consentito per il momento, sui margini ancora disponibili su altre linee di credito per compensare gli inadempimenti. Quest’ultima possibilità verrà archiviata dalla nuove regole europee che rischiano di dare a un’economia italiana già in agonia “una mazzata devastante”, come scrivono gli eurodeputati della Lega Marco Zanni e Marco Campomenosi.
I timori di politici e imprese
Le paure espresse settimane fa dai due parlamentari in una lettera alla commissaria alla Stabilità finanziaria Mairead McGuinness e al vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis sembrano tutt’altro che strumentali. Il Carroccio si muove infatti sulla stessa linea dell’Associazione bancaria italiana e della Confesercenti, che criticano l’introduzione della normativa Ue da mesi. Dieci giorni fa anche la Regione Emilia-Romagna ha fatto appello al Governo al fine di “attivarsi perché l’Europa ammorbidisca le nuove regole sul credito”. Insomma le incombenti norme Ue sembrano spaventare politici, imprenditori e associazioni di categoria. Vediamo perché.
Fuori dal sistema creditizio per 100 euro
Come ricorda la testata Italia Oggi, le norme vigenti prevedono già “l’automatica classificazione in default delle imprese che presentano arretrati di pagamento rilevanti per oltre 90 giorni consecutivi sulle esposizioni aperte nei confronti della propria banca”. Ma il regolamento europeo scritto nel 2013 va a definire meglio il concetto di “arretrati di pagamento rilevanti” abbassandone di fatto la soglia. Come scrive l’Abi in un vademecum sulle nuove norme, dal 2021 per obbligazione creditizia rilevante “si intende un ammontare superiore a 500 euro (relativo a uno o più finanziamenti) che rappresenti più dell’1% del totale delle esposizioni dell’impresa verso la banca”. Ma “per le persone fisiche e le piccole e medie imprese con esposizioni nei confronti della stessa banca di ammontare complessivamente inferiore a 1 milione di euro, l’importo dei 500 euro è ridotto a 100 euro”. Una soglia, quest’ultima, che potrebbe aprire le porte dell’inferno creditizio della blacklist per tante imprese, oltre che far impennare la mole dei crediti deteriorati.
Le accuse al Governo
“L’Ue pretende di applicare regole vecchie a situazioni già gravemente compromesse dal contesto della pandemia, assurdo”, scrivono Zanni e Campomenosi. “Ancor più incredibile – secondo i due esponenti della Lega – che il Governo italiano non si renda conto della gravità della situazione e non faccia sentire la propria voce a tutela delle aziende italiane, lasciando colpevolmente indietro la parte più importante del nostro tessuto produttivo e sociale”. “Serve – concludono – un intervento urgente per cambiare le regole Ue e scongiurare l’ipotesi che le banche italiane possano essere inondate di crediti deteriorati”.
Autore: Tommaso Lecca
Fonte: Europa Today