Il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos, parlando in videoconferenza al worskhop “Lo scenario dell’economia e della finanza” organizzato da The European House-Ambrosetti ha dichiarato che la prima caratteristica delle prospettive economiche attuali e di quelle che la Bce presenterà alla riunione del prossimo 10 dicembre è “una grande incertezza”Nel corso della relazione ha inoltre dichiarato che: “un conto è avere un vaccino e un altro è avere una vaccinazione di massa”.
La BCE ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita per l’ultimo trimestre riducendole da alcuni punti percentuali a zero allineandosi a quanto stimato dalla Commissione Europea che prevede un caldo del pil a -7,8% per l’area euro per il 2020, una crescita del 4,2% nel 2021 e del 3% nel 2022.
Per il vicepresidente dell’Eurotower la cresicta dei non performing loans registrerà in ritardo gli effetti della situazione generale dell’economia è pertanto prevista una crescita dei volumi nella prima metà del 2021.
Nel momento in cui è iniziata la crisi del Covid-19, ha ricordato, il problema delle banche europee “non era nei livelli di capitale, ma nella bassa profittabilità, che ha implicazioni soprattutto nella capacità di generare capitale organicamente”, ha sottolineato, infine, il banchiere centrale.
La presidente della Bce, Christine Lagarde, in un intervento precedente durante il 30esimo Congresso bancario europeo, ha evidenziato come lo stato di emergenza abbia concentrato l’attenzione e tutte le risosrse dispominili sulle necessità più impellenti legate al salvataggio delle vite, alla sussistenza id breve termine e alla protezione della società in attesa del raggiungimento di un livello di immunità diffusa. Tuttavia la pandemia può essere anche un’occasione per ripensare l’organizzazione futura della nostra economia.
Citando Antoine de Saint-Exupéry ha dichiarato “Il nostro compito non è di prevedere il futuro, ma di consentirlo”. Ha poi proseguito spiegando come la crisi sanitaria abbia accelerato l’uso comune e diffuso della tecnologia modificando il nostro modo di lavorare, di comprare e di pagare. Quasi il 50% degli europei hanno lavorato da casa durante la pandemia. Dal primo lockdown l’e-commerce è cresciuto di quasi un quinto, ed è rimasto a questo livello anche dopo che le restrizioni sono state allentate.
A prescindere dagli sviluppi futuri occorre cercare di fare in modo che la tecnologia sia sfruttata nel modo più inclusivo possibile e questo significa: “assicurarci di essere in grado di adattarci ai nuovi contesti scaturiti dagli shock imprevedibili che dovremo affrontare”
Nonostante i molti benefici visibili, quali ad esempio la riduzione nell’uso del contante, ha messo in guardia contro il fatto che non sempre le transizioni tecnologiche sono morbide e possono creare ansia. Non è tuttavia detto che la digitalizzazione porti un calo nell’occupazione.
Secondo alcune stime riferibili a un insieme di 26 paesi, l’automazione potrebbe distruggere 85 milioni di posti di lavoro, ma al tempo stesso crearne altri 97 di nuovi. Si tratta di una prospettiva che va al di là del campo della politica monetaria e richiede iniziative politiche che possano conciliare il percorso di innovazione con spazi sufficienti di adattamento per la società.
Il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos, parlando in videoconferenza al worskhop “Lo scenario dell’economia e della finanza” organizzato da The European House-Ambrosetti ha dichiarato che la prima caratteristica delle prospettive economiche attuali e di quelle che la Bce presenterà alla riunione del prossimo 10 dicembre è “una grande incertezza”Nel corso della relazione ha inoltre dichiarato che: “un conto è avere un vaccino e un altro è avere una vaccinazione di massa”.
La BCE ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita per l’ultimo trimestre riducendole da alcuni punti percentuali a zero allineandosi a quanto stimato dalla Commissione Europea che prevede un caldo del pil a -7,8% per l’area euro per il 2020, una crescita del 4,2% nel 2021 e del 3% nel 2022.
Per il vicepresidente dell’Eurotower la cresicta dei non performing loans registrerà in ritardo gli effetti della situazione generale dell’economia è pertanto prevista una crescita dei volumi nella prima metà del 2021.
Nel momento in cui è iniziata la crisi del Covid-19, ha ricordato, il problema delle banche europee “non era nei livelli di capitale, ma nella bassa profittabilità, che ha implicazioni soprattutto nella capacità di generare capitale organicamente”, ha sottolineato, infine, il banchiere centrale.
La presidente della Bce, Christine Lagarde, in un intervento precedente durante il 30esimo Congresso bancario europeo, ha evidenziato come lo stato di emergenza abbia concentrato l’attenzione e tutte le risosrse dispominili sulle necessità più impellenti legate al salvataggio delle vite, alla sussistenza id breve termine e alla protezione della società in attesa del raggiungimento di un livello di immunità diffusa. Tuttavia la pandemia può essere anche un’occasione per ripensare l’organizzazione futura della nostra economia.
Citando Antoine de Saint-Exupéry ha dichiarato “Il nostro compito non è di prevedere il futuro, ma di consentirlo”. Ha poi proseguito spiegando come la crisi sanitaria abbia accelerato l’uso comune e diffuso della tecnologia modificando il nostro modo di lavorare, di comprare e di pagare. Quasi il 50% degli europei hanno lavorato da casa durante la pandemia. Dal primo lockdown l’e-commerce è cresciuto di quasi un quinto, ed è rimasto a questo livello anche dopo che le restrizioni sono state allentate.
A prescindere dagli sviluppi futuri occorre cercare di fare in modo che la tecnologia sia sfruttata nel modo più inclusivo possibile e questo significa: “assicurarci di essere in grado di adattarci ai nuovi contesti scaturiti dagli shock imprevedibili che dovremo affrontare”
Nonostante i molti benefici visibili, quali ad esempio la riduzione nell’uso del contante, ha messo in guardia contro il fatto che non sempre le transizioni tecnologiche sono morbide e possono creare ansia. Non è tuttavia detto che la digitalizzazione porti un calo nell’occupazione.
Secondo alcune stime riferibili a un insieme di 26 paesi, l’automazione potrebbe distruggere 85 milioni di posti di lavoro, ma al tempo stesso crearne altri 97 di nuovi. Si tratta di una prospettiva che va al di là del campo della politica monetaria e richiede iniziative politiche che possano conciliare il percorso di innovazione con spazi sufficienti di adattamento per la società.